Il Regno di Napoli diviso in dodici provincie, con una breve descrittione delle cose più notabili; i nomi delle città, terre e castella che vi sono, con la nuova numeratione; i re che vi han regnato et i viceré stativi da Bellisario in qua, i principi, duchi, marchesi e conti che vi sono al presente; i sette officii del Regno, con i cavalieri del Tesone, che hora vi sono; i vescovadi et arcivescovadi che sono in ciascuna provincia, li ius patronati del re, le terre di demanio e le camere riservate, con i pagamenti che fanno alla Regia Corte, e le famiglie nobili delle città più principali, raccolte per Henrico Bacco alemanno.
All’illustrissimo et eccellentissimo signor Marino Caracciolo duca d’Atripalda, con privilegio.
Come fu che Ferdinando I d’Aragona divenne anche re di Sicilia
La Regina Vicaria Bianca, assediata psicologicamente, alla fine molla e arriva il figlio del re, Giovanni di Peñafiel, come Vicario
Il breve regno di Ferdinando I: i Siciliani ci “provano” ancora, chiedendo di separare le corone e affidare la Sicilia a Giovanni
Alla morte di Ferdinando I, Alfonso il Magnanimo richiama di gran corsa il fratello, temendo il Separatismo siciliano, e al suo posto invia i primi “Viceré”
La Sicilia, con Alfonso, inserita in una politica mediterranea molto più grande, ma questa ci appartiene solo in parte
Quando Re Carlo Borbone, gloriosa memoria, diè opera alle maraviglie di Caserta, che noi altra volta descriveremo, trascurò tai luoghi quasi per lasciare in quel campo delle sue magnificenze alcun cantuccio al figliuol suo ove pur potesse imitarlo. E Ferdinando, mentre proseguiva l’edificio di quelle Regie Case, siccome amor di caccia e di più agreste ritiro inducevalo, nel 1775 murato il gran bosco di S. Leucio per cinque miglia e mezzo di giro, di una eminenza si fabbricò ivi un casinetto, o piuttosto riposo di cacciatore lo stesso Belvedere andò poi restaurando ed ampliando…
Mentre si fanno così fatte allegrezze in Roma, ed il Pontefice fa così grandi accoglienze al Gran Capitano, il Re Federico richiama il suo Consalvo a Napoli, perché egli avesse a troncare i capi dell’Idra, che’ nuovamente cominciavano a rampollare. Imperciocché Roccaguglielma avea innalzate le corna e non era per starsi sotto il dominio de’ Signori Aragonesi. Viensene egli con ogni celerità accompagnato da tutte le sue schiere, e senza metter tempo in mezzo, mette assedio a quella fortezza, che si era così follemente ribellata.