«In Italia, o meglio negli Stati sardi, esiste proprio la tratta dei Napoletani. Si arrestano da Cialdini soldati napoletani in gran quantità, si stipano ne’ bastimenti peggio che non si farebbe degli animali, e poi si mandano in Genova. Trovandomi testè in quella città ho dovuto assistere ad uno di que’ spettacoli che lacerano l’anima.
Un passo importante di un articolo di Ignazio Coppola su Salvatore Giuliano
I misteri di Castelvetrano
“Un margine di dubbio che è rimasto e si è accresciuto quando Gregorio Di Maria, soprannominato “l’avvocaticchio”, l’uomo che aveva ospitato per lungo tempo Giuliano nella sua casa di Castelvetrano ed a conoscenza dei suoi segreti, in punto di morte, e non si vede perché in tal frangente avrebbe dovuto mentire, all’età di 98 anni, all’ospedale di Castelvetrano, ebbe a confessare a due infermieri che lo assistevano, quasi a volersi liberare di un peso che lo aveva angosciato per tutta la sua vita, che quello che era stato ucciso e depositato, dai carabinieri, nel cortile della sua casa non era Salvatore Giuliano, ma bensì un suo sosia. Quindi, volendo prestar fede allo storico Giuseppe Casarubea prima e alle affermazioni dello’”avvocaticchio” Gregorio De Maria poi, e per dirla con Tommaso Besozzi ed estremizzando ancor più il suo concetto “Di sicuro che in quel lontano Luglio del 1950 nel cortile di Maria c’era un cadavere”, ma non si sa bene se di Salvatore Giuliano o di un suo sosia. Ancora: ad avvalorare l’ipotesi di uno scambio tra Giuliano e il suo sosia vi è l’autopsia che, a suo tempo, il professore Ideale del Carpio compì, quasi a lavarsene le mani, in maniera approssimativa, raffazzonata e sbrigativa il 6 luglio nel cimitero di Castelvetrano sul cadavere che il giorno prima giaceva crivellato di colpi all’interno del cortile Di Maria. Un esame autoptico del quale se ne perse in seguito anche traccia. L’unica cosa certa, a questo punto, è che ancora, a distanza di quasi 70 anni, i misteri della morte di Salvatore Giuliano ed ancor più della strage di Portella della Ginestra sono ancora avvolte nel mistero più fitto e scandaloso. Come scandaloso è il fatto, per non fare scoprire verità scomode e compromettenti per la politica e per le istituzioni, che allora fu apposto il Segreto di Stato che doveva essere rimosso nel 2016″.
L’ascesa al soglio di Pietro del Napoletano Pietro Carafa col nome di Paolo IV il 23 maggio 1555 aprì un violento conflitto nella penisola italiana: il nuovo pontefice condannò la Pace di Augusta con i protestanti e riversò il suo rancore contro Carlo V che aveva accolto con ostilità la sua nomina ad arcivescovo di Napoli.
Dei 53 Vicerè che si avvicendarono nei due secoli e più di sudditanza diretta di Napoli alla Spagna, la figura preminente, per vari aspetti, è certo quella del Toledo.
Monteroni, Soleto, Lecce, Torre Suda, Otranto, Torre Guaceto, Brindisi, Castro, Gallipoli, Leuca, Porto di Nardò, Taranto nel “Libro di re Ruggero” del 1154