Come è noto la “Settimana Santa” in tutto il Regno è sentita e vissuta con grande partecipazione ed intensità ed ogni anno la rappresentiamo su questi canali e questa volta lo faremo costruendo un ponte tra due perle dell’amata Patria Napolitana che sono Sessa, già Ducato, e Troja in Capitanata che custodiscono e vivono due rituali diversi che hanno in comune comunità che vivono con forte spiritulità e fede la“Passione” di nostro “Signore Gesù Cristo”. Di seguito due brevi video sintesi delle due commemorazioni con il contributo di Pino Marino da Troja
La “La Settimana Santa di Sessa Aurunca” già Ducato, ormai è diventato un appuntamento atteso non soltanto dalla comunità sessana ma dal mondo intero. Non esagero a dare una dimensione universale ai riti della “Settimana Santa” sessana perchè è da 5 secoli, forse da ancora prima, che Sessa dimostra la sua enorme fede cattolica vivendo con intensità e totale partecipazione i riti e liturgie dei giorni più importanti per il mondo della cristianità. Evento Sacro che assume le forme che vediamo ora nel Regno di Napoli durante l’Impero delle Spagne e, anche se simili a tanti che si tengono in altri luoghi del Mediterraneo Latino, è un unicum assoluto a cominciare dal suggestivo e travolgente “Miserere”. Martedì 04 aprile alle 21 ci spiegherà perchè di questa unicità il Priore dell’Arciconfraternita del SS CrocifissoPasquale Ago e per ascoltarlo basta cliccare di seguito
“ Carnevale mio, pecchè si muort’ ? ji ggioia, Ciacione! “ così cantavano a SESSA le allegre brigate di “maschere” che fino agli anni ’50 era ancora possibile vedere.
Anto’ vedi di procurare qualche indumento vecchio, possibilmente femminile, ma non nuovo, va bene seminuovo, importante sia pulito, non so, una gonna, un veste a campana, maglia, il reggiseno non serve, gonfiamo la maglia per fare le tette, scialle, foulard copri testa, a … dimenticavo, scarpe con tacco e calze di nailon, la borsetta , occhiali abbastanza grossi, bastoncino e rossetto.
Qualche tempo fa ho avuto il piacere e l’onore di conoscere Giuseppe Cervosemplicemente Pino, che da funzionario di polizia con mansioni investigative, in pensione ha deciso di alimentare la sua passione per la storia con la ricerca d’archivio che lo sta portando a rovistare in tanti archivi disseminati nel territorio nazionale nella ricerca di documenti relativi alle vicende postunitarie nel ripristino di verità storiche che sono state occultate. Come già spiegato in un precedente articolo,
Pino rispetto ad altri ricercatori autodidatta ha la capacità di usare la sua esperienza pluriennale di investigatore nella ricerca e nell’archiviazione dei documenti trovati che gli permette di collegarli tra di loro ed arrivare a delle conclusioni sorprendenti ed inedite. Stessa tecnica che ha utilizzato nello scrivere il suo primo saggio storico, “Le calze del Brigante” che narrano le vicende e la vita di Carmine Donatelli Crocco il più famoso Brigante Insorgente post-unitario che ha dato scacco per anni al neonato esercito italiano che è riuscito ad avere la meglio solo dopo la legge Pica e la famigerata azione di polizia repressiva di Pallavicini. Su Crocco è stato scritto tanto, forse troppo, ma Pino lo ha fatto in maniera diversa sfruttando le sue suddette virtù che lo ha portato a stampare la seconda edizione che verrà presentata a Sessa Aurunca venerdi 16 febbraio 2024 alle ore 18 e 30 presso Il Salone dei Quadri
“Il Gran Capitano” dopo 500 anni è tornato a Sessa di cui ne acquisì il titolo di Duca diventando anche Vicerè del Regno di Napoli donando e acquisendo prestigio al famoso Ducato. Come condottiero possiamo affiancarlo a personaggi come Annibale, Giulio Cesare e Scipione l’Africano e dopo la battaglia del Garigliano che lo vide vittorioso su i francesi, cambiò le sorti del mondo per i successivi 300 anni fino ad arrivare ai giorni nostri.