La prima testimonianza della presenza di una chiesa e, dato che si nomina esplicitamente il toponimo, di una probabile Parrocchia si trova nella Bolla di Atenulfo del 1032. Nel documento viene riportata la seguente notizia: «… & Ecclesia sancti Angeli ad Baloneo piciolu…».
L’insediamento a Sessa dei Padri Agostiniani risale alla fine del Trecento. Le prime testimonianze storiche inerenti il complesso agostiniano risalgono al 1363 quando, come testimonia un atto rogato dal notaio Giovanni de Vivo, l’università di Sessa volle procedere all’acquisto di un palazzo appartenente a Giacomo Galluccio, sito nel Borgo inferiore della città, per istituirvi un ospedale che accogliesse i cittadini e i forestieri. Accanto all’ospedale verrà eretta una chiesa intitolata alla SS. Trinità.
La data esatta dell’istituzione del Seminario Vescovile di Sessa Aurunca è ignota.
Mons. Diamare ne attribuisce “il disegno di fondazione” al vescovo Mons. Galeazzo Florimonte (1552-1565) “secondo le prescrizioni del sacrosanto Concilio di Trento”.
Ducato di Sessa come già ampiamento spiegato, è un luogo molto originale ed identitario che si può definire la piccola Napoli, sarà per la sua genesi antica, come ci ha spiegato Rosario Ago, sarà per la sua posizione geografica ma Sessa ha attraversato due millenni e mezzo di anni rimanendo sempre se stessa contaminandosi con il mondo che arrivava a lei senza mai diventarne schiava o subalterna.Sessanonostante sia un piccolo centro ha dato i natali a personaggi che hanno contribuito a scrivere la storia del mondo da protagonisti, inutile elencarli di nuovo perchè rischio di annoiare visto le tante volte che l’ho fatto, ma oltre a quelli famosi ha dato i natali anche ad altri meno noti, ma che hanno scritto delle piccole grandi storie che contribuiscono a scrivere la storia che ha meno prime pagine rispetto ai loro illustri conpaesani, ma sono fondamentali per scrivere le storie del sottobosco che diventano humus fondamentale per i personaggi famosi che senza la loro esistenza non esisterebbero. Uno di questi è Alberto Virgulto un sessano innamorato della sua Sessa e della sua Terra che dimostra attraverso l’arte, la cultura e la musica, dove vive si trova sotto ogni pietra affermando che a Sessa le pietre oltre che a parlare, suonano e cantano, che ha supportato con una ricerca che fa da anni andando in giro in tutto il suo territorio spaziando dalla musica popolare, alla musica importante e alla recitazione. L’attività di Alberto è così longeva e appassionata che ha condizionato in senso positivo i suoi cari figliAmedeo ed Ivan che da diplomati di conservatorio sono diventati due importanti musicisti che come il padre stanno anche loro scrivendo la piccola grande storia del mondo e non solo della musica. Alberto, altresì, ha la capacità di coinvolgere tante persone di ogni età, i nonni come i nipoti, che aggrega con grande facilità perchè sono attratti anche dalla sua semplicità, dalla sua solarità, dalla sua onestà, dal suo entusiasmo e dalla sua preparazione che messe tutte insieme lo fa essere un’eccellenza di tutta la Terra di Lavoro. Un ultima sua scommessa è la costituzione di un orchestra che hanno voluto dargli un nome che non voglio nominare perchè lo trovo, perdonatemi la presunzione, troppo banale per la cosa che stanno creando che ho ribattezzato “Orchestra Aurunca di Sessa” che ho visto suonare per la prima volta ai piedi della Madonna di Costantinopoli di Cascano in un concerto di canti mariani. Alberto ha messo insieme tanti artisti di tutte le generazioni affidandosi alle sue doti di ricercatore, curando gli arrangiamenti in un progetto difficile ed ambizioso ma al contempo stimolante e innovativo come potete notare nel video integrale che di seguito proponiamo del suddetto concerto dove non ho omesso nulla anche le imperfezioni che emergono in alcuni passaggi che rendono la prestazione vera, genuina e ancora più bella
*Costruito a metà seicento da Pietro di Lorenzo,che costruì anche la cappella dedicata a San Rocco dopo la peste del 1656, dato che ebbe solo figlie femmine, il casino passa alla famiglia Di Paolo, che lo detiene per tutto il settecento, solo a fine ‘700, diventa proprietà Struffi. (Giampiero Di Marco)