Vive a Cerreto Sannita la persona più anziana residente nella provincia di Benevento, è Pietro De Simone nato nel paese titernino il 10 di ottobre del 1916. Grazie alla sua età, va per i 108, Zio Pietro ha raggiunto anche altri record: è il secondo maschio più vecchio in Campania e il settimo in Italia, preceduto di un solo giorno da un altro vetusto signore, a quanto ci dice il sito supercentenariditalia.it.
C’è un fantasma tra i ruderi della Vecchia Cerreto? Tutti gli indizi ci dicono che è probabile.
Ma procediamo con ordine. La Cerreto medioevale sorgeva appena più a monte dell’attuale su di un altopiano collinoso compreso fra le contrade San Giovanni, Sant’Anna e Madonna del Soccorso. Era molto popolata, pare che nel ‘600 contasse circa 9.000 abitanti, ed era costituita da un nugolo di case addossate l’una all’altra intramezzate da magnifici palazzi signorili e da numerosissime chiese.
È il racconto, la cronaca della storia di Cerreto e dei cerretesi dai primordi della civiltà fino alla terribile esperienza vissuta dalla popolazione durante la seconda tragedia mondiale.
Si racconta del periodo sannita quando la Cominium Ocritum o Ceritum, sita in località Madonna della Libera, dove sono ancora visibili i resti di un antico tempio sannitico, fungeva da frontiera fra Telese e Sepino quindi fra le tribù dei Caudini a valle e dei Pentri oltre i monti del Matese.
Della quasi scomparsa della comunità durante il periodo romano e dopo la caduta dell’impero.
Della lenta e graduale rinascita negli anni dei Longobardi e del Ducato di Benevento quando il piccolo nucleo abitato si spostò nella zona tra San Giovanni, Sant’Anna e la Madonna del Soccorso.
Dell’inizio del periodo florido con l’arrivo dei normanni Sanframondo che eressero Cerreto a capitale della contea e nel paese chiese, palazzi e monumenti.
Della ricchezza raggiunta, grazie all’enorme numero di pecore e ai panni lana, sotto il dominio dei Carafa e del rapporto conflittuale che i cerretesi ebbero con i conti di questa dinastia.
E poi, il grande terremoto del 1688 che rase letteralmente al suolo la popolosa cittadina con migliaia di morti; la ricostruzione in tempi record del paese con i soldi dei cerretesi anticipati dal duca Marzio Carafa e dal fratello Marino.
La nascita, a seguito della ricostruzione, di scuole di artigianato di valore (fabbri, falegnami, stuccatori, pittori e, soprattutto, ceramisti) e, in contemporanea all’acquisizione della sede vescovile, quella degli intellettuali. Lo storico Rotondi scrive che dal 1700 al 1799 operarono in Cerreto 58 avvocati e 21 medici mentre il vescovo Baccari dice che in media i preti erano “cento all’incirca”.
Ricco di fonti, molte andate perdute, ma di ostica lettura il lavoro in italiano ottocentesco del Rotondi, di facile comprensione e altrettanto pieno di notizie documentate quello del Maccacane.
Ambedue, però, necessariamente, non aggiornati.
Recenti studi, ad esempio, dell’Università Vanvitelli di Caserta, pubblicati nel 2020, hanno prospettato la possibile presenza di un villaggio pre-protostorico, risalente a 5500 anni fa, alle falde della collina che conduce alla Leonessa o Morgia Sant’Angelo.
I lavori archeologici del 2012, inoltre, condotti dal professor Marcello Rotili, presso il complesso detto della Torre a Cerreto Vecchia, hanno risposto a molti quesiti rimasti inevasi per secoli. Di conseguenza si è fatta finalmente chiarezza anche sull’origine della tradizione della ceramica artistica nel paese.
Ancora, sono reperibili sufficienti notizie scritte riguardo alla Grande Guerra e al primo dopoguerra ma ben poche sul periodo fascista e nessuna relativa alla Seconda guerra mondiale.
L’autore, intervistando e attingendo ai ricordi dei cerretesi più vecchi, fino al 106enne Pietro De Simone, ha potuto riportare con precisione il periodo dell’occupazione tedesca e della liberazione americana nel 1943.
Il libro si avvale della prefazione dell’eminente storico e archeologo professor Marcello Rotili ed è impreziosito e alleggerito dai disegni originali donati dalla giovane artista cerretese Angela Tammaro.
È interamente finanziato da sponsor privati: Prometeo – Di Leone San Lorenzello di Amedeo di Leone, Erbagil di Vincenzo Benevento, TETAprint di Giovanni Teta, Melotta Costruzioni di Antonio e Fabio Melotta e Edil Parente di Enzo e Libero Parente. “Le aziende che promuovono e sostengono la cultura”.
L’incasso verrà interamente devoluto all’Associazione Culturale “La biblioteca del Sannio – Biblos” con il fine dell’acquisto di libri scritti da autori sanniti o che riguardano il Sannio. Partner della Biblioteca del Sannio nella promozione culturale del lavoro è l’Istituto Storico del Sannio Telesino. Il saggio è dedicato alla memoria del primo presidente dell’Istituto, il compianto medico – scrittore dott. Michele Selvaggio.
Nel monastero delle Clarisse della Nuova Cerreto fu ritrovato un manoscritto, anonimo e senza data, riguardante il periodo in cui Suor Giulia De Marco, agli inizi del 1600, fu ospite di quelle monache nella Vecchia Cerreto.
Se nel 1951 la provincia di Benevento contava 333.200 abitanti (il massimo storico), nel 2011 è arrivata a 284.900 e nel 2021 (ultimo censimento) si è ridotta a 266.716.
18.000 persone in meno in 10 anni. Ogni anno scompaiono dal territorio del Sannio beneventano 1.800 persone, l’equivalente di un paese come Pesco Sannita (1.865 abitanti).
Il 1600 e il 1700 furono i secoli memorabili per i cerretesi, in tutti i sensi. Conobbero, infatti, il benessere, con la fiorente industria dei panni lana; la distruzione, con il rovinoso terremoto del 1688 e la rinascita, con la ricostruzione armonica e ordinata del paese.