Demani ed usi civici nel Regno delle Due Sicilie
Nel Regno borbonico, le terre pubbliche venivano concesse in uso a chi le lavorava, per il sostentamento della propria famiglia, dietro pagamento al fisco della cosiddetta decima sul raccolto. Esercitando i cosiddetti usi civici e beneficiando dell’istituto dell’enfiteusi, i contadini erano detentori ed usufruttuari dei terreni demaniali, che restavano però sempre di proprietà dello Stato. Ferdinando IV di Borbone, con la Prammatica XXIV De administratione Universitatum del 23 febbraio 1792, nell’intento di farne dei piccoli coltivatori diretti, aveva disposto l’assegnazione ai contadini di appezzamenti di terra nella misura in cui essi potevano coltivarli con la propria opera.
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