Quando, nel 1860, il Sud venne incorporato nel Regno di Sardegna, il paese era un po’ avanti agli altri ex Stati (compreso il Regno sabaudo) nel campo bancario, commerciale – specialmente nel commercio marittimo, in quanto disponeva di una flotta mercantile seconda solo a quella inglese e a quella statunitense – e nel campo industriale (le Reali Officine di Pietrarsa fornivano locomotive, carrozze ferroviarie, motori marini, e i cantieri di Castellammare navi agli altri ex Stati).
Sull’esempio della Francia rivoluzionaria e napoleonica (1789-1815) ogni nazione assurta a Stato ha elaborato una sua retorica. C’è stata la retorica dell’Inghilterra imperiale, quella della Grande Germania, quella dell’Impero del Sol Levante, quella dell’Unione Sovietica, paese guida di tutti i comunisti del mondo.
IL BRIGANTAGGIO MERIDIONALE DAL 1860 AL 1870. PREMESSA STORICA
Sulle mistificazioni che una storiografia accademica, pre-gramsciana, ha operato nei confronti del cosiddetto fenomeno del “brigantaggio” dei contadini meridionali, svoltosi nell’arco di un decennio, ha certamente pesato il giudizio del Croce, che vi vedeva un tema troppo scomodo per il culto della mitologia risorgimentale in chiave liberal-moderata.