L’idea di questo Premio nasce dalla volontà di mettere in
risalto le eccellenze di un territorio, quello casertano-campano in
particolare, ma “meridionale” in generale, che troppo spesso non godono della
visibilità, mediatica e non solo, che invece toccherebbe alle stesse se
facessero parte dell’altra metà del territorio italiano.
Il Premio è stato imitato, sin da subito, da altri gruppi,
associazioni e organizzazioni, a testimonianza del valore e della validità dell’idea
che ne ha ispirato l’istituzione e la realizzazione.
Esso è intitolato alla Terra
Laboris, l’antica Terra di Lavoro: ubertoso territorio a nord di Napoli,
ricco di opifici e attività culturali fino al 1860 circa.
Questa precisazione … “fino
al 1860 circa”, spiega la ragione del perché, ad averlo ideato, sia stata
una Associazione che opera per la riscoperta della storia del nostro
“meridione”, di quella storia, cioè, che non fa parte dei programmi curriculari
delle scuole italiane, storia il cui oblio ha contribuito a far sì che il
Territorio ricco e fiorente1 cui si accennava prima (quello del Regno delle Due Sicilie, cioè) sia diventano
poco più che una connotazione geografica: Meridione, appunto.
Troppo lungo sarebbe spiegare, qui, le ragioni e le vie di una
tale “trasformazione” non voluta, non scelta da chi la subì.
Per questa ragione, volendo dare comunque un primo incipit a chi fosse digiuno di ogni dato
in merito, ispirandoci alle parole, che i fatti successivi dimostreranno essere
profetiche, dello storico inglese Patrick K. O’ Clery (1849-1913)…La rivoluzione – come all’epoca venivano
chiamati i fatti “unitari” che interessarono anche il regno dei Borbone – la giudicheremo non dalle parole di coloro
che l’hanno avversata, ma da quelle di coloro che l’hanno voluta, sostenuta ed
aiutata2, riportiamo, fra i numerosissimi esempi possibili, la
cosiddetta “mozione d’inchiesta” presentata, appena otto mesi dopo l’inizio
dell’ottava legislatura, da Marzio
Francesco Proto Carafa Pallavicino, duca di Maddaloni, deputato del Parlamento
italiano.
Egli, napolitano critico nei confronti dei Borbone quando
questi regnavano, divenne accusatore aspro e sarcastico del nuovo corso (anche da lui auspicato) che
i fatti messi in campo dai “nuovi regnatori” (soltanto per accennare
ad un altro, fra i tanti sostenitori pentiti della Rivoluzione: Giacinto de’ Sivo) rivelarono essere ben altro rispetto a quello che le
élite pensavano e si attendevano da esso.
Particolare interesse, per chi avesse fretta, rivestono le
parole che possono leggersi alle pagine 17 (il vero programma unitario: “Napoli starà peggio, ma noi staremo meglio”)
e 10 (le sue prime, strumentali realizzazioni…Tutto si fa venir dal Piemonte…etc.) della versione on line reperibile
qui … https://www.eleaml.org/rtfsud/napoli/Onorevoli_Signori_Proto_Maddaloni.pdf
Tutto il resto, per chi ne ha voglia, viene di seguito.
Fiorentino Bevilacqua
24.05.2019
E’ superfluo precisare…pur con le sue criticità, perché non siamo manichei come lo sono i
detrattori del “meridione” quando descrivono noi e se stessi.
Patrick Keyes O’Clery, La rivoluzione italiana, Ares editore. (O’Clery, avvocato, storico,
fu anche deputato alla Camera dei Comuni).
Dopo aver comunicato i nomi dei vincitori della quarta edizione del Premio Terra Laboris oggi pubblichiamo il programma dell’evento che si terrà alla Chiesa Rupestre di Santa Maria in Grotta a Rongolise di Sessa il 25 maggio 2019. A seguire due articoli che descrivono il luogo che per la sua sacralità trasmette delle emozioni uniche
16 e 30
Apertura Chiesa
Rupestre con visite guidate gratuite organizzate dall’associazione culturale “Ro Centimbero”
18 e 25
“Pange Lingua”
interpretato da Loredana Terrezza
18 e 30
Santa Messa
officiata da Don Goffredo Nyakairu a 160 anni dalla scomparsa di Ferdinando II di
Borbone
19 e 30
Consegna
del Premio Terra Laboris 2019 e Premio Terra Laboris Luigi Giura
A seguire intrattenimento con rinfresco preparato dall’ associazione culturale “Ro Centimbero” con intermezzi musicali a cura de la “Controra” e associazione culturale “l’Ariella”
Il Premio Terra Laboris 2019, giunto alla quarta edizione, è stato vinto dal Maestro Pasticciere Dario Saltarelli e dal Prof. Antonio De Cristofaro per la sezione tecnico-scientifico “Luigi Giura”
Dario Saltarelli per la sua ricerca costante delle essenze migliori e nascoste dei prodotti della nostra terra, quella che una volta era la Terra di Lavoro del Regno delle Due Sicilie, ha creato dei lievitati utilizzati nella pasticceria secca e in quella fresca di altissimo livello per qualità e originalità. Dario pluripremiato in tutta Europa è diventato anche ambasciatore nel mondo della Reggia di Caserta
Il Prof. Antonio De Cristofaro docente dell’Università degli Studi del Molise per il lungo, brillante lavoro di studio che ha portato all’identificazione dei segnali chimici utilizzati da insetti di interesse agronomico. Per l’applicazione pratica degli stessi e per la presenza continua e costante sul campo, al fianco di coloro che hanno sete di conoscenza per “nonaffondare inutilmente l’aratro nel seno di una terra ignota”.
Il Premio Terra Laboris 2018, che quest’anno ha visto nascere anche la sezione tecnico-scientifica, è stato consegnato al Palazzo Massone di San Lorenzello ospiti del Comune di San Lorenzello come già ampiamente informato. Di seguito tutti i video degli interventi e dei vincitori e degli intermezzi musicali.
Mattia Barbarossa 1 e 2. Il giovane liceale napoletano, già vincitore (in gruppo con altri due studenti partenopei) del concorso Lab2 Moon, risultato che lo ha visto primeggiare su circa 3.000 concorrenti di tutto il mondo, quest’anno si è ripetuto vincendo, questa volta in team con una studentessa torinese, il primo premio dell’Agenzia Spaziale Europea. Auguri Per il primo successo, è stato premiato anche dalla nostra Associazione con il Premio Terra Laboris. La speranza sarebbe quella di non vederlo costretto ad emigrare… ma in questo caso è veramente difficile che si realizzi questo auspicio, visto il tipo di ricerca e i fondi necessari. Auguri da tutta l’Ass. Id. Alta Terra di Lavoro.
La scuola dei Presepisti Napoletani sta diffondendo in tutto il mondo l’arte che Giuseppe Sanmartino ha messo nell’Olimpo delle Arti e il suo tempio è certamente San Gregorio Armeno dove si trovano le botteghe che da secoli sono uniche ed inimitabili.