Alta Terra di Lavoro

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AZ. GALARDI CON VINO TERRA DI LAVORO AL PREMIO TERRA LABORIS 2019

Posted by on Giu 11, 2019

AZ. GALARDI CON VINO TERRA DI LAVORO AL PREMIO TERRA LABORIS 2019

Per gli organizzatori del Premio aver avuto tra le aziende partecipanti una che utilizza il nome “Terra di Lavoro” è stato un onore oltre che un piacere ma. in questa caso, c’è stata anche una forte emozione perché tra i protagonisti della prestigiosa azienda c’è anche la Sig.ra Allegra Selavaggi figlia del sommo Roberto Maria Selvaggi. Di seguito breve scheda dell’azienda con foto a corredo.

Grande Giornata quella del 26 maggio 2019 in quel di Rongolise dove s’è consegnato il Premio Terra Laboris giunto alla quarta edizione e tra le aziende partecipanti c’era anche la prestigiosa Azienda Agricola Biologica Galardi che ha tra i suoi prodotti un’eccellenza assoluta nel mondo dei Vini, il Vino Terra di Lavoro che non è un dei tanti Vini di pregio prodotti in Italia e nel Regno ma è il “Vino”, non fosse per altro perché è custode del più antico Vino del pianeta nato nella Magna Grecia e amato dai Romani, il Falerno.

GALARDI

DESCRIZIONE AZIENDALE

LA STORIA

L’origine dell’azienda di famiglia risale alla seconda metà dell’800. I terreni di proprietà, boschi di castagno, impianti di ulivi e vigneti, si estendono sul versante occidentale del vulcano di Roccamonfina verso il golfo di Gaeta.

Nel 1991 nasce la Galardi per l’avvio del progetto di produzione di olio di oliva e vino rosso di qualità ad opera di Roberto Selvaggi, Maria Luisa Murena, Francesco Catello, Dora e Arturo Celentano. Provenienti da ambiti professionali diversi, iniziarono la Galardi come un gioco, ma ben presto il crescente successo ed il progredire degli impegni che la vigna richiedeva consolidano nel tempo questa unione.

Per il nuovo corso della produzione vitivinicola l’azienda, sin dall’inizio, ha scelto di affidarsi alla consulenza dell’enologo Riccardo Cotarella. Il primo intervento ha riguardato il recupero dei vecchi vigneti ed in seguito la realizzazione dei nuovi impianti. La prima vendemmia del vino Terra di Lavoro è del 1994.

Dal 1997 l’azienda, favorevolmente inserita in un ecosistema particolarmente equilibrato, ha scelto di applicare in campo i dettami dell’Agricoltura Biologica.

La Galardi ha progressivamente innestato nuovi vigneti e ad oggi la produzione conta circa 30.000 bottiglie l’anno ed una piccola selezione dedicata a Magnum e Doppie Magnum.

Il Terra di Lavoro è realizzato sin dal principio con un blend di uve aglianico e piedirosso, 80% e 20% rispettivamente, ottenute da una attenta coltivazione dei vigneti ispirata alla qualità.

IL TERRITORIO

I vigneti preposti alla produzione del Terra di Lavoro si estendono su 10 ettari e sono esposti a sud ovest fra i 400 e 500 m s.l.m. immersi tra bosco di castagno, castagneti e uliveti.

Si inseriscono a metà quota di un vulcano, a diretto contatto con il mare distante una manciata di chilometri e da una vallata particolarmente ventosa (Cassino e la valle del Garigliano).

FILOSOFIA

La Galardi ha deciso di realizzare una sola etichetta conferendo anno dopo anno i massimi livelli di qualità al Terra di Lavoro. Nella filosofia dell’azienda permane l’importanza fondamentale di produrre un vino con uve all’altezza delle aspettative. L’attenzione al territorio e alle caratteristiche del terreno sono gli elementi che guidano le scelte dell’azienda anche in vista di progetti futuri.

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SESSA A. / RONGOLISE – Premio Terra Laboris 2019, il maestro pasticcere Saltarelli e il professore De Cristofaro si aggiudicano la quarta edizione

Posted by on Mag 28, 2019

SESSA A. / RONGOLISE – Premio Terra Laboris 2019, il maestro pasticcere Saltarelli e il professore De Cristofaro si aggiudicano la quarta edizione

SESSA AURUNCA / RONGOLISE (Matilde Crolla) – L’Associazione Identitaria Alta Terra di Lavoro, presieduta da Claudio Saltarelli, l’Associazione Culturale ‘Ro Centimbero’ e il Comitato Luigi Giura hanno consegnato il premio ‘Terra Laboris 2019’, giunto alla quarta edizione, al Maestro Pasticciere Dario Saltarelli e al Professore Antonio De Cristofaro per la sezione tecnico-scientifico “Luigi Giura”. Dario Saltarelli per la sua ricerca costante delle essenze migliori e nascoste dei prodotti della nostra terra, quella che una volta era la Terra di Lavoro del Regno delle Due Sicilie, ha creato dei lievitati utilizzati nella pasticceria secca e in quella fresca di altissimo livello per qualità e originalità.
Dario pluripremiato in tutta Europa è diventato anche ambasciatore nel mondo della Reggia di Caserta Il Professore Antonio De Cristofaro docente dell’Università degli Studi del Molise per il lungo, brillante lavoro di studio che ha portato all’identificazione dei segnali chimici utilizzati da insetti di interesse agronomico.
Per l’applicazione pratica degli stessi e per la presenza continua e costante sul campo, al fianco di coloro che hanno sete di conoscenza per “non affondare inutilmente l’aratro nel seno di una terra ignota”. I premi sono stati consegnati sabato scorso presso la Chiesa Rupestre Santa Maria in Grotta di Rongolise di Sessa. Presenti all’evento anche i membri l’associazione ‘Ariella’ di Cellole, presieduta da Biagio Palladino. Il sodalizio cellolese ha voluto omaggiare i due vincitori di quest’anno con dei lavori realizzati dal socio, Armando Calenzo (la foto in basso). “Premiare Dario è stato veramente un orgoglio infinito- ha dichiarato a tal proposito Palladino-, a lui che riceve premi e riconoscimenti in tutto il mondo, abbiamo voluto comunicare tutto il nostro affetto e la nostra stima. Abbiamo a lui conferito anche la tessera onoraria della nostra associazione”. Ricordiamo che Dario Saltarelli rappresenta veramente un’eccellenza del territorio. Il maestro pasticcere ha ricevuto due volte le tre stelle oro a Bruxelles, è ambasciatore del panettone campano nel mondo, nel 2019 il suo panettone è stato giudicato il migliore d’Italia.

fonte http://www.macronews.it/?p=11536

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Premio Terra Laboris e il Comitato Luigi Giura

Posted by on Mag 27, 2019

Premio Terra Laboris e il Comitato Luigi Giura

Per il secondo anno consecutivo, il nostro Comitato ha avuto il piacere di consegnare il premio itinerante “Alta Terra di Lavoro” giunto alla 4^ edizione. La cerimonia si è svolta ieri, sabato 25 maggio, a Rongolise di Sessa Aurunca (CE) ed è iniziata con una visita guidata alla Chiesa Rupestre di Santa Maria in Grotta. Situata su un colle, la Chiesa è costituita da due cavità intercomunicanti ricavate in un banco di tufo . Particolarmente interessanti gli affreschi alle pareti del piccolo santuario a testimonianza dell’importanza di questo complesso rupestre e la sua fruizione continua nel tempo. Il programma ha previsto una messa a 160 anni dalla scomparsa di Ferdinando II di Borbone. Il Vice presidente, Luca Salvatore, ha consegnato il Premio Luigi Giura al Prof. Antonio De Cristofaro, Ordinario di Entomologia all’Università degli Studi del Molise. Dopo la cerimonia della premiazione, la serata è proseguita con un gustoso rinfresco e con intermezzi musicali del gruppo musicale “Controra” e dell’Associazione “Ariella”. L’evento è stato interessante e coinvolgente, nonostante una dispettosa pioggerellina. Un sincero grazie a Claudio Saltarelli, Presidente dell’Associazione Identitaria Alta Terra di Lavoro e all’associazione “Ro Centimbero” per la visita guidata e l’ospitalità. Arrivederci al prossimo anno per la 5^ edizione del Premio.

Comitato Luigi Giura

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Premio Terra Laboris 2019

Posted by on Mag 26, 2019

Premio Terra Laboris 2019

L’idea di questo Premio nasce dalla volontà di mettere in risalto le eccellenze di un territorio, quello casertano-campano in particolare, ma “meridionale” in generale, che troppo spesso non godono della visibilità, mediatica e non solo, che invece toccherebbe alle stesse se facessero parte dell’altra metà del territorio italiano.

Il Premio è stato imitato, sin da subito, da altri gruppi, associazioni e organizzazioni, a testimonianza del valore e della validità dell’idea che ne ha ispirato l’istituzione e la realizzazione.

Esso è intitolato alla Terra Laboris, l’antica Terra di Lavoro: ubertoso territorio a nord di Napoli, ricco di opifici e attività culturali fino al 1860 circa.

Questa precisazione … “fino al 1860 circa”, spiega la ragione del perché, ad averlo ideato, sia stata una Associazione che opera per la riscoperta della storia del nostro “meridione”, di quella storia, cioè, che non fa parte dei programmi curriculari delle scuole italiane, storia il cui oblio ha contribuito a far sì che il Territorio ricco e fiorente1 cui si accennava prima (quello del Regno delle Due Sicilie, cioè) sia diventano poco più che una connotazione geografica: Meridione, appunto.

Troppo lungo sarebbe spiegare, qui, le ragioni e le vie di una tale “trasformazione” non voluta, non scelta da chi la subì.

Per questa ragione, volendo dare comunque un primo incipit a chi fosse digiuno di ogni dato in merito, ispirandoci alle parole, che i fatti successivi dimostreranno essere profetiche, dello storico inglese Patrick K. O’ Clery (1849-1913)…La rivoluzione – come all’epoca venivano chiamati i fatti “unitari” che interessarono anche il regno dei Borbone – la giudicheremo non dalle parole di coloro che l’hanno avversata, ma da quelle di coloro che l’hanno voluta, sostenuta ed aiutata2, riportiamo, fra i numerosissimi esempi possibili, la cosiddetta “mozione d’inchiesta” presentata, appena otto mesi dopo l’inizio dell’ottava legislatura, da Marzio Francesco Proto Carafa Pallavicino, duca di Maddaloni, deputato del Parlamento italiano.

Egli, napolitano critico nei confronti dei Borbone quando questi regnavano, divenne accusatore aspro e sarcastico del nuovo corso (anche da lui auspicato) che i fatti messi in campo dai “nuovi regnatori” (soltanto per accennare ad un altro, fra i tanti sostenitori pentiti della Rivoluzione: Giacinto de’ Sivo) rivelarono essere ben altro rispetto a quello che le élite pensavano e si attendevano da esso.

Particolare interesse, per chi avesse fretta, rivestono le parole che possono leggersi alle pagine 17 (il vero programma unitario: “Napoli starà peggio, ma noi staremo meglio”) e 10 (le sue prime, strumentali realizzazioni…Tutto si fa venir dal Piemonte…etc.) della versione on line reperibile qui … https://www.eleaml.org/rtfsud/napoli/Onorevoli_Signori_Proto_Maddaloni.pdf

Tutto il resto, per chi ne ha voglia, viene di seguito.

Fiorentino Bevilacqua

24.05.2019

  1. E’ superfluo precisare…pur con le sue criticità, perché non siamo manichei come lo sono i detrattori del “meridione” quando descrivono noi e se stessi.
  2. Patrick Keyes O’Clery, La rivoluzione italiana, Ares editore. (O’Clery, avvocato, storico, fu anche deputato alla Camera dei Comuni).
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