Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

ALESSANDRO PAGLIARI UN MOSTRO CHE SUONA LA FISARMONICA IN ALTA TERRA DI LAVORO

Posted by on Giu 3, 2023

ALESSANDRO PAGLIARI UN MOSTRO CHE SUONA LA FISARMONICA IN ALTA TERRA DI LAVORO

La Terra di Lavoro tante volte abbiamo detto che è la provincia più antica d’Italia e forse d’Europa ma è anche l’erede della mitica Campania Felix e se il suo simbolo è la “cornucopia” ricca dei prodotti della terra e perchè testimonia la sua fertilità unica e irripetibile e, altresì, anche la ricchezza in campo culturale, artistitico e teologico che affonda le sue radici nella notte dei tempi dando un contributo importante alla creazione della civiltà mediterranea ed europea. La Terra di Lavoro ha anche beneficiato l’essere la costola prediletta della capitale della cultura, Napoli, con cui ha avuto uno scambio continuo e reciproco di nozioni ed informazioni con la parte alta, attuale sud lazio, che da qualche decennio, purtroppo, ha dimenticato le sue origini e ignorato le sue radici inpoverendosi sempre più in coicidenza con la nascita della provincia di Frosinone in cui è stata inglobata. Per fortuna ancora ci vuole qualche secolo per non dire millennio, affinchè si possa modificare il patrimonio genetico dei laborini dell’alta Terra di Lavoro dove nascono ancora eccellenze in campo culturale ed artistico che non assorbono cultura ma la producono nutrendo il resto del mondo. Se ciò accade ancora lo dobbiamo anche grazie ad un ragazzo, figlio d’arte, che suona la fisarmonica che dopo averlo ascoltato per la prima volta penso che sia un mostro e parlo di Alessandro Pagliari da Capodichina tra Atina e Belmonte Castello in alta Terra di lavoro. In molti mi hanno parlato del talento e della bravura di Alessandro che oggi ha 20 anni e a 14 già era campione del mondo ma non riuscivo per un motivo o per altro ad ascoltarlo ma per fortuna. domenica 21 maggio ad Atina al Palazzo Ducale Cantelmo, ci sono riuscito e davanti ad una sala che ha registrato il tutto esaurito, la mia curiosità è stata soddisfatta. Come ripeto spesso non sono un intenditore di musica ma cerco di ascoltarla con molta attenzione e se mi emoziona voglio capirne il motivo e andare oltre il semplice ascolto per conoscere, nel limite del possibile e con i miei limiti, l’uomo che c’è prima dell’artista perchè sono convinto che nulla nasce dal caso e dal solo talento. Quella sera ho sentito dire per la prima volta “Fisarmonica a bassi sciolti” e visto suonare la fisarmonica in maniera sublime o forse era la fisarmonica che suonava Alessandro chissà, ma certo sono rimasto incantato, forse sarò rimasto condizionato dalle parole che qualche minuto prima Alessadro Parente mi ha detto parlandomi del giovane musicista, che non riferirò, sul suo aspetto umano, ma da come ha suonato si comprendeva che dietro quello strumento non c’era solo Alessandro ma tutta una famiglia, un onore e piacere aver conosciuto il papà Enzo, che gli ha permesso di sostenere e supportare il suo innegabile talento con il lavoro, il duro lavoro che fin dalla giovane età sostiene. Sarò sicuramente prigioniero dal mio amore per la Terra di Lavoro ma dietro la musica di Alessandro c’era anche la nostra Terra, la nostra cultura, la nostra arte e la nostra identità napolitana perchè la morbidezza di quel suono ha il suo marchio di fabbrica inconfondibile. Come mio solito anche quella sera ho registrato il concerto integralmente e Alessandro mi permette di pubblicare 5 pezzi, colgo l’occasione per ringraziarlo dimostrando ancora una volta che l’umiltà appartiene ai grandi, per ascoltarlo basta cliccare di seguito

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QUATTRO CHIACCHIERE CON GLI “ARIANOVA”DI PIGNATARO MAGGIORE

Posted by on Giu 1, 2023

QUATTRO CHIACCHIERE CON GLI “ARIANOVA”DI PIGNATARO MAGGIORE

Continuiamo a viaggiare nel Regno per incontrare e chiacchierare con chi ha recuperato con la ricerca e successivamente con la rappresentazione in scena, cultura ed arte identitaria e tradizionale dall’antica genesi e questa volta torniamo in Terra di Lavoro andando a casa degli Arianova di Pignataro Maggiore. Siamo partiti dall’alta Terra di Lavoro incontrando Fulvio Cocuzzo, siamo scesi a Mondragone per vedere Andrea Nerone per poi arrivare a Pignataro Maggiore a casa degli “Arianova” che hanno in comune i capelli bianchi a testimonianza del fatto che negli anni 70, queste tre entità, cominiciarono a girare le campagne laborine ed archivi per recuperare voci, canti e suoni della musica popolare che se non fosse stato per loro sarebbero sparite e perse per sempre. Anche gli “Arianova” cavalcarono, avevano ancora i pataloncini corti, la tigre, che Roberto De Simone fece uscire dalla gabbia, della ricerca e della musica popolare che negli 60 e 70 inondò le passioni di quei giovani che avevano voglia di recuperare un passato barbaramente vilipeso da chi pensava che rappresentasse “uno scuorno” per chi voleva a tutti i costi vivere e diffondere il modernismo e ostacolo al riscatto sociale. Nell’ascoltarli ci renderemo conto che in comune con i suddetti artisti e che hanno operato nel vivaio più florido e che è quello delle campagne, che, anche se inconsapevolmente, ci hanno fatto comprendere le differenze tra la “World Music” e la Musica Popolare Napolitana e hanno utilizzato un metodo di ricerca meticoloso e scientifico, meglio dire che continuano, che gli ha permesso di non disperdere l’enorme lavoro svolto e renderlo fruibile artisticamente al loro numeroso pubblico. Spesso ho parlato di come la borghesia ha cercato in tutti i costi di cancellare la civiltà e la cultura popolare anche attraverso la ridicolizzazione della musica popolare facendola passare per folcloristica e a Pignataro Maggiore questo fenomeno emerge con grande evidenza infatti pur essendo la Città della Musica agli “Arianova” non vengono riconosciuti i giusti meriti e non sono sostenuti nella loro attività che tanto lustro stanno dando a Pignataro stesso e a tutta la Terra di Lavoro come al Regno bollandoli come i “musicanti che vogliono fare i musicisti” ma purtroppo per loro nulla e nessuno li fermerà e dovranno sopportarli, per fortuna nostra, per molto tempo ancora. Artisticamente gli “Arianova” sono sempre in continua evoluzione nel pieno rispetto della Tradizione attraverso l’Identità e se come sonatori il loro livello è molto alto come possiamo trovare in altre realtà, come cantori però hanno creato una forma polifonica a più voci che li rende unici e inimitabili dando un ulteriore conferma che la Musica Popolare del Regno non ha eguali perchè colta. Per conoscerli e meglio vi diamo appuntamento a Venerdi 2 giugno alle ore 21 come di seguito riportiamo.

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PIERO RICCI SPIEGA COME COSTRUISCE LA SUA ZAMPOGNA

Posted by on Mag 25, 2023

PIERO RICCI SPIEGA COME COSTRUISCE LA SUA ZAMPOGNA

Qualche mese fa abbiamo avuto l’onore e il piacere di ospitare per la rubrica “Musicanti e Cantori in Alta Terra di Lavoro” il M.so Pietro Ricci, in arte Piero, un artista musicale dalle intuizione geniali che gli hanno permesso di riportare a Corte la zampogna e farla entrare nel terzo millennio attraverso la porta principale. Ascoltandolo nella suddetta trasmissione e vedendolo suonare, abbiamo visto emergere la sua aristocratica arte musicale figlia anch’essa del “700 napoletano” ma grazie alla sua disponibilità abbiamo la possibilità di conoscere anche la sua arte di artigiano che gli ha permesso di costruire una sua personalissima zampogna e per capire come fa vi diamo appuntamento a venerdi 26 maggio alle 21 come di seguito riportiamo

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IL CAMMINO DEI BRIGANTI NE PARLIAMO CON LORENZO BERARDINETTI

Posted by on Mag 22, 2023

IL CAMMINO DEI BRIGANTI NE PARLIAMO CON LORENZO BERARDINETTI

In pochi conoscevano l’esistenza di Sante Marie in abruzzo nonostante è un luogo dall’enorme storia scritta in secoli di vita per non dire millenni, se non altro per la sua ubicazione posta al centro della penisola italica quindi porta tra il Mediterraneo e l’Europa. La nostra ignoranza comincia a cadere quando si cominciano a studiare gli antichi confini tra il Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio anche grazie alla volontà di Argentino D’Arpino che ha recuperato con una ricerca sul campo durata molto tempo, i cippi di confine tra Terracina e Civitella del Tronto e quando il Comandante Giovanni Salemi decide di voler recuperare, dandogli il giusto “onore delle armi”, la figura del Carlista Josè Borjes che partendo dalla Spagna voleva ridare a Francesco II di Borbone il Trono del Regno invaso e conquistato dalla “Canaglia Piemontese”. Il compianto Giovanni trovò una valida e solida sponda nel Sindaco di Sante Marie Lorenzo Berardinetti che intuendone l’opportunità, capì che recuperando e promuovendo una storia di dimensione universale vissuta nella sua comunità, poteva rilanciare il suo territorio anche dal punto di vista economico partendo dalla cultura e dalla storia. La lungimiranza di Lorenzo e l’amore che ha per la sua terra, lo ha portato a considerare la vicenda di Borjes come punto di partenza facendo nascere il Museo del Brigantaggio ma soprattutto permettendo la nascita de “il cammino dei Briganti” che è diventato un percorso che ospita migliaia di persone ogni anno. Dopo aver parlato del “Grande Cammino dei Briganti” e del “Cammino di Chiavone” martedi 23 maggio alle 21 Lorenzo Berardinetti insieme a Luciana Orlandini, ci farà conoscere “il cammino dei Briganti di Sante Marie” come di seguito riportiamo

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1799 LA GRANDE INSORGENZA-LAZZARI E SANFEDISTI CONTRO L’OPPRESSIONE GIACOBINA CON FRANCESCO MARIO AGNOLI

Posted by on Mag 11, 2023

1799 LA GRANDE INSORGENZA-LAZZARI E SANFEDISTI CONTRO L’OPPRESSIONE GIACOBINA CON FRANCESCO MARIO AGNOLI

Nel 1999 ci fu un esercito intellettuale e politico con risorse finanziarie enormi pagate con le nostre tasse e capeggiato da Gerardo Marotta, che inondo per un anno intero la cultura nazionale con l’apologetica narrazione della Repubblica Napoletana che 200 anni prima ebbe la sua farsesca e breve vita. Molti ufficiali di questo esercito, come Bassolino e Napolitano, appartenevano ad un partito che quando si chiamava PCI, “schifavano” la Repubblica da Operetta, così la etichettò il Capecelatro, perché ritenuta la rivoluzione della borghesia e dei capitalisti mentre l’unica che contava era quella bolscevica perché del popolo e invece di occuparsi del dramma che stava vivendo il Banco di Napoli che si stavano pappando con le ricette preparate dallo Chef Carlo Azeglio Ciampi, si misero ad esaltare e ad omaggiare i traditori giacobini napoletani che divennero cittadini della Repubblica Madre Francese. Ci fu, altresì, anche un piccolo ma agguerrito esercito di guerriglieri sanfedisti che con la preparazione, la ricerca e la capacità di scrittura sfornarono dei saggi storici insorgenti di grandissimo spessore che tanto infastidì la vulgata dominante giacobina. Uno di questi è Francesco Mario Agnoli, che già abbiamo ospitato in una precedente trasmissione, che grazie alla casa editre Controcorrente del compianto Pietro Golia, ha pubblicato un saggio sulle vicende di quel semestre del 1799 nel Regno di Napoli che è diventato un punto di riferimento per tanti appassionati e studiosi del periodo e venerdì 12 maggio ’23 alle ore 21, a distanza di 24 anni, Francesco Mario Agnoli ci spiegherà perchè       

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QUATTRO CHIACCHIERE CON ANNA CINZIA VILLANI PRINCIPESSA DELLA MUSICA POPOLARE SALENTINA

Posted by on Mag 8, 2023

QUATTRO CHIACCHIERE CON ANNA CINZIA VILLANI PRINCIPESSA DELLA MUSICA POPOLARE SALENTINA

Abbiamo girato tutto il Regno per conoscere le realtà artistiche e culturali di ogni territorio e alla fine abbiamo compreso che la nostra musica e il nostro teatro anche se vengono definiti popolari, sono di un livello estremamente superiore alla media da definirli senza ombra di dubbio colti. Già abbiamo spiegato che questa superiorità artistica la si deve alla grande tradizione della musica e del teatro napoletano che ha nutrito e s’è nutrito delle forme artistiche del suo territorio, ma se analizziamo l’aspetto antropologico la nostra arte popolare custodisce dentro di se la civiltà del mediterraneo e dell’epica omerica che il popolo imparava, viveva e trasmetteva con i cantastorie e con i racconti degli anziani davanti ai camini. Per trasmettere alle generazioni successive la cultura popolare si usava il teatro, gli aforismi e la musica, la famosa “musica popolare” che anche se viene accumanata alla etnomusica o alla World Music non ha nulla a che vedere con queste categorie infatti la nostra “musica popolare” oltre ad essere devozionale, non ha mai rappresentato la lotta di classe o un popolo che protestava e si lagnava ma rappresentava la durezza della vita dei campi, delle lotte per la sopravvivenza, del dolore a seguito dei lutti e cantati con il lamento e litanie figli della lirica dell’epica dove “vita e morte” erano considerati funzionali per il raggiungimento della vita eterna e non certamente per la ricerca della immortlità perchè da noi come si sa, nasce prima il mito e poi la storia. Una grande tradizione dove sopravvivono ancora con orgoglio identità antiche, è certamente quello che troviamo in Salento che grazie alla grande opera di ricerca e alla bravura di artisti autoctoni che si ergono a paladini a protezione della loro terra e della loro musica, è stato capace di cavalcare la tigre che prima gli NCCP e poi i Musicanova, che gli hanno dato l’impulso decisivo, hanno liberato dalle gabbie. La famosa “Pizzica” è diventata un fenomeno di costume e sociale da far diventare il Salento la Woodstock del mediterraneo che si rinnova ogni anno diventando,altresì, un volano per l’economia non soltanto locale ma anche nazionale. Di questo fenomeno ne parleremo con una Principessa della Musica Popolare Salentina che porta il nome di Anna Cinzia Villani, un nome che conoscono in tutto il mondo grazie alla sue capacità di artista e di ricercatrice, per ascoltare cosa ci dirà vi diamo appuntamento a martedi 9 maggio alle ore 21

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