Posted by altaterradilavoro on Nov 18, 2019
Ma non è il solo grande nome: tanti i personaggi che, fra ‘700 e ‘800, portarono il Regno delle Due Sicilia a competere nel campo dell cultura con le maggiori potenze dell’epoca: Vincenzo Bellini nella musica, Pugliesi, Landolina e Mangiameli nelle scienze; Tranchina nella medicina; Malvastra nel diritto romano; Bivona nella botanica; Ferdinando Lucchesi Palli nell’economia; Tarallo, Bertini, Morso, nelle opere storiche, scienze e musica, Gaetano Filangeri, Filippo Iuvara, Antonio Genovesi, Ferdinando Galiani, Giacomo Della Porta, Pietro Giannone, Mario Pagano e così via
di Giovanni Maduli
vice presidente del Parlamento delle Due Sicilie-Parlamento del Sud (Associazione culturale), e componente della Confederazione Siculo-Napolitana
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Posted by altaterradilavoro on Mag 28, 2019
Intorno
alle iniziative del governo sull’autonomia si è sviluppato un dibattito che si
nutre però di molte omissioni e di non poche strumentalità. Nel Sud Italia si
respira una atmosfera che legge il discorso dell’autonomia come un segno
antimeridionalista. Questo, si dice, si riscontra anche nella assenza di
informazione su quello che, qualunque sia il giudizio che si voglia dare, si
realizza nel Sud del Paese da un punto di vista storico, politico, culturale,
strategico. Riporta il Servizio studi della Camera dei Deputati:
“Il tema del riconoscimento di maggiori forme di autonomia
alle Regioni a statuto ordinario, ai sensi dell’articolo 116, terzo comma,
della Costituzione, si è imposto al centro del dibattito a seguito delle
iniziative intraprese da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna nel 2017. Dopo
aver sottoscritto tre accordi preliminari con il Governo a febbraio 2018, su
richiesta delle tre regioni, il negoziato è proseguito ampliando il quadro
delle materie da trasferire rispetto a quello originariamente previsto. Nella
seduta del 14 febbraio 2019, il Ministro per gli Affari regionali ha illustrato
in Consiglio dei ministri i contenuti delle intese da sottoporre alla firma.
Nel frattempo altre regioni hanno intrapreso il percorso per la richiesta di
condizioni particolari di autonomia”.
Quello
che segue è la cronaca di un appuntamento che il Movimento Sud
e Civiltà ha
tenuto a Napoli il 25 maggio scorso. Un ricordo di Ferdinando Secondo, Re delle
Due Sicilia dal
1830 al 1859, nel quale sono emerse posizioni che, al di la delle condivisioni
o meno (per molti di coloro che si oppongono la storia andava da una parte e i
Borboni dall’altra…ndr), meritano di essere descritte. E
questo in assenza di informazioni dalla stampa e dalla televisione nazionale
pubblica e privata.
Sud
e Civiltà. Un ricordo di Ferdinando Secondo, re delle Due Sicilie
A
Napoli c’è stato un convegno “diverso”. Stranamente diverso. Incominciando
dall’inizio: una Santa Messa nella Chiesa di Santa Chiara. Nel luogo che
testimonia, con i monumenti angioini, la nascita, nel Duecento, di Napoli
Capitale di un Regno e, con la cappella dedicata ai Borbone, la fine di questo Regno sei secoli
dopo. È stato sabato scorso, nella sonnacchiosa, piovosa
vigilia delle elezioni europee. Tanta gente era accorsa, nonostante il maltempo.
C’era
dell’entusiasmo e la sensazione che stava accadendo qualcosa di nuovo, quando
ci si è spostati nella maestosa Sala Maria Cristina,
nella cittadella monastica di Santa Chiara. C’erano già stati tanti convegni
tradizionalisti a Napoli, a Gaeta, a Civitella, nelle Calabrie, in Sicilia,
dappertutto nelle terre dell’antico Regno (anche nel Basso Lazio, che ne faceva
parte, come testimonia l’indefessa attività di Claudio Saltarelli).
Ma
stavolta c’era la consapevolezza di qualcosa che non sarebbe potuto essere
tenuto nascosto, cancellato dalla Stampa e dalla TV locale e nazionale. C’era
la testimonianza del diffondersi di una consapevolezza che raccoglieva, in una
sorta di summa,
l’azione di tanti che si sono dedicati a ricordare il passato di una grande
civiltà calpestata, svilita, calunniata, con la speranza di farla risorgere.
Dall’azione
precorritrice di Silvio
Vitale negli anni Sessanta, alla costituzione, nel
Novantatrè, con Riccardo
Pazzaglia, in una riunione in un ristorante sotto Castel
dell’Ovo, del Movimento Neoborbonico. Tanti, da allora, quelli che si sono
dedicati allo studio sulle carte degli archivi finalmente aperti, tanti i libri
nuovi e la ristampa di quelli che riportano il diario dei giorni della fine.
Merito anche del coraggio di Case Editrici, come, tra le altre, “Controcorrente”
(a Napoli, in via Carlo De Cesare), fondata dal compianto Pietro Golia, e la
napoletana “ Il
Giglio” (a via Crispi 36).
I
nomi delle strade annullano la storia della città. Come il corso Vittorio
Emanuele II, (ma primo Re d’Italia), una strada rispettosa della natura, che
segue le linee morbide delle colline. Si chiamava corso Maria Teresa, dal nome
della Regina, ed era stata costruita per volontà del Re Ferdinando II di
Borbone, al quale, appunto, è dedicato questo convegno.
Un Re, si scrive nell’invito, “Difensore
del popolo contro sfruttatori e usurai. Si batté per la prosperità e
l’indipendenza della Patria. Calunniato per 158 anni dai nemici del Sud, i
popoli delle Due Sicilie gli rendono un commosso omaggio. E promettono di
riprendere con determinazione la sua battaglia per la grandezza e la dignità
del Sud”.
Ecco,
in questo convegno, più che in altri, non c’è stata solo una rievocazione
storica, che si è avvalsa anche dell’intervento di valenti musicisti,
l’insegnamento missionario, la manifestazione di coreografici figuranti (quali le guardie borboniche di Marco
Mauriello). C’è stata la determinazione di non sopportare più
in silenzio la propaganda contro il Sud, che si attua proditoriamente anche da
parte di quelle strutture che dovrebbero promuoverlo. Moderatore del Convegno è
stato lo scrittore Gianni
Turco, che è riuscito a mantenere i discorsi di tutti i
relatori nel limite dei quindici minuti.
“Vita
e opere di un grande Re” è stato l’argomento trattato dal direttore
scolastico Vincenzo
Giannone, che è riuscito a dare il nome del nostro Re ad una
scuola. Lo scrittore Vincenzo
Gulì ha parlato de “L’età d’oro dell’industria del
Sud”, il presidente onorario del movimento Sud e Civiltà Guido Belmonte del
“1848: un Re nella tempesta”, lo scrittore Maurizio di Giovine de “Le opere
militari”, lo scrittore Gaetano
Marabello de “La difesa dell’indipendenza della Patria”. Ha
concluso il convegno il suo organizzatore, il presidente di Sud e
Civiltà Edoardo
Vitale, il magistrato illustratore, editore e direttore de
“L’Alfiere”, una rivista storica cartacea ben scritta ed
elegantemente impaginata.
Vitale
ha parlato di Ferdinando II come “Il difensore del popolo”. Unitevi a noi. – ha
detto -. “Siamo lanciatissimi ed ora nuovi eventi, nuove avventure, nuove
battaglie … vogliamo la rinascita del Sud. Unitevi a noi. Insieme apriremo
un’esaltante pagina di storia”.
C’è
stata anche una raccolta di firme: una
petizione pubblica al Sindaco di Napoli Luigi De Magistris
perché conceda la cittadinanza onoraria di Napoli all’attuale direttore
della Reggia – Museo e del Real Bosco di Capodimonte (di fondazione
borbonica) Sylvain
Bellenger, per avere svolto il suo compito con grande competenza,
intelligenza ed amore per Napoli: un napoletano esemplare.
Moltissimi
hanno firmato, molti altri avrebbero voluto firmare ma la raccolta era
riservata ai soli residenti napoletani. Questi altri potranno rivolgersi
all’architetto Paola Pozzi, che raccoglie firme con change.org.
di Adriana Dragoni
fonte http://www.agenziaradicale.com/index.php/cultura-e-spettacoli/eventi/5837-un-ricordo-di-ferdinando-secondo-re-delle-due-sicilie
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