IL PLEBISCITO DEL 1860 (II)
I battaglioni della guardia nazionale furono i primi a votare recandosi in drappelli ai seggi designati.[1] Al milanese prodittatore Giorgio Pallavicino fu concessa la cittadinanza per permettergli di votare. Anche Garibaldi, nizzardo, andò a votare e con lui tutti i garibaldini. Narra un anonimo autore: «Qui Garibaldi era venuto la mattina a deporre un sì pel suo re nell’urna conquistata dalle sue armi. Poi si è recato all’Albergo d’Inghilterra, per pranzarvi con un Colonnello suo amico».[2] La notizia fu confermata dal giornale Il Pungolo che scrisse:
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