Opera documentata della spedizione dei Millee dei suoi effetti postunitari
Quali mezzi usò Cavour nel 1860 per realizzare l’Unità d’Italia? Realmente i pochi volontari guidati da Garibaldi riuscirono a sconfiggere l’esercito borbonico? Vittorio Emanuele II ridonò alle popolazioni del Regno delle Due Sicilie la libertà e la giustizia? Per rispondere a queste domande, Giannone ha confrontato numerosi autori che furono attori o spettatori della spedizione dei Mille e della rivoluzione italiana del 1860 e ha ricostruito parte del retroscena politico che portò alla conquista del Regno delle Due Sicilie. L’opera è un’interessante lettura storica per tutti coloro che vogliono conoscere o approfondire le vicende della spedizione dei Mille e gli effetti prodotti nel primo sessennio postunitario dal nuovo assetto politico-costituzionale sulle condizioni di vita delle popolazioni dell’ex regno borbonico. Attraverso la testimonianza di numerosi scrittori sincroni, con stile semplice e coinvolgente, il lettore è condotto alla scoperta di verità nascoste che permisero a Garibaldi di conquistare la Sicilia e il Regno di Napoli.
Vincenzo Giannone è un dirigente scolastico in quiescenza, si è laureato nel 1975 presso la Facoltà di Magistero dell’Università degli Studi di Salerno con una dissertazione su L’Arcivescovo Antonio Salomone e la condizione del Clero a Salerno durante il primo decennio post unitario.
Padula Vincenzo nacque ad Acri (CS) il 25 marzo del 1819 da Carlo Maria e da Mariangela Caterino. Vincenzo apparteneva a una famiglia della buona borghesia meridionale, suo padre era medico e sua madre, donna molto colta, proveniva da una famiglia di tradizione murattiana.
Convegno importante organizzato dall’Ass.Id.Alta Terra di Lavoro sulla caduta di Gaeta che ha registrato un importante successo sia attraverso il canale youtube dell’associazione che sulla pagina ufficiale facebook.
Vincenzo Giannone è un “omino” che quando lo vedi per la prima volta pensi che è uno dei tanti simpatizzanti del mondo identitario legato al Regno delle Due Sicilie che presenzia convegni ed eventi con aria disinteressata ma già dopo poco ti rendi conto della sua grandezza e dello spessore umano che è racchiuso dentro di se.
Ritornando alla domanda iniziale diUmberto De Rosa sul perché le scuole nella neonata colonia del Regno Savoiardo allargato e chiamato Regno d’Italia furono portate allo sfascio e alla disintegrazione basta cominciare a leggere l’interpellanza parlamentare di F. Ricciardi, parliamo di un giacobino mazziniano, avvenuta il 20 di maggio 1861 per cominciare a trovare delle risposte ed è solo una delle tante testimonianze.
tratto dalla seconda edizione del 2020 “la Garibaldite” di Vincenzo Giannone da (pag. 799 a pag. 815)
Dopo la sconfitta di Napoleone I e l’avvenuta restaurazione del 1815, il Piemonte registrava sul libro del debito pubblico un debito di 4.805.472,62. Nel 1831 Carlo Alberto contrasse un prestito di 25 milioni e nel 1834 un altro di 20. Altri piccoli impegni furono contratti nel 1841 e nel 1844, e dal 1815 al 1847 il debito raggiunse 135 milioni.