Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

COLPO D’OCCHIO SU LE CONDIZIONI DEL REAME DELLE DUE SICILIE NEL CORSO DELL’ANNO 1862 (II)

Posted by on Nov 21, 2023

PREFAZIONE

Un anno, o piuttosto un secolo, di dodici mesi si compie, lasciando all’anno, o al secolo, che lo segue uno stato sociale in Italia, e più particolarmente nelle provincie meridionali, che non ha nome in alcuna lingua perché in alcuna storia non se ne trova un analogo.

Egli è un composto, diciamo meglio, una confusione, in cui la licenza il dispotismo, il delitto, la stoltezza, l’orgoglio, la umiliazione, l’arroganza, la codardia, l’atrocità, il ridicolo, si urtano, si uniscono, si combattono, si confondono.

In questo stato desolantissimo, in cui sono ridotti dieci milioni di uomini del napoletano, fra mille gridi discordanti, e gementi, una voce domina, ed è universale; e questa voce di un popolo fremente, è voce molteplice e complessa, in cui vi ha del rancore, e dello stupore, dello abbattimento e della indignazione, del sarcasmo e della minaccia, dell’odio e della rassegnazione, e finalmente della saggezza ancora, e della speranza.

Questa voce parla da per tutto, e da per tutto si sente dire, come un giorno nella Francia: – «ove siamo noi? dove corriamo noi? Cosa è arrivato alla terra che ci sostiene? piuttosto siamo noi ancora su la terra, che ci sosteneva? D’onde viene, che ora essa trema e fuma ed arde sotto i nostri piedi?» Chi ha in 28 mesi acceso questo vulcano e cosa ne deve uscire? La libertà si prometteva, tutte le

libertà; la libertà individuale le carceri e le segrete rigurgitano e sono mancate per l’immenso numero de’ detenuti; la libertà della stampa,… e violenze di fatto e processi e condanne sono imposte al pubblico pensiero; la libertà de’ culti…. le croci si abbattono, le chiese si profanano, gli altari e il sacro tabernacolo si spogliano, i vescovi ed i preti s’incarcerano e si bandiscono; la libertà di coscienza… e si manomettono gli agricoltori perché dal loro aratro pende un rosario; la libertà nazionale… ed il governo così detto italiano l’ha completamente distrutta la libertà delle opinioni… mentre si dice al popolo del napoletano «tu non solo non devi parlare, ma né pur dolerti; tu non devi rammentare alcun che del passato…!».

Né ci si dica esser questa una crisi transitoria, perché sono ventotto mesi e dura ancora, e durerà, perché i napoletani non potranno rassegnarsi al servaggio nel quale sono caduti. – Né si ripeta, che non si possa passare senza scosse dallo antico regime all’ordine novello, alle nuove istituzioni; perché questa sentenza appartiene a que’ grandi institutari dei nuovi ordinamenti, che chiamano ordine ed instituzione l’arbitrio degli arresti, la vessazione delle notturne scalate, Io scandalo delle indecenti perquisizioni, il dispotismo degli interrogatorii, la infamia delle fucilazioni di migliaia di uomini senza giudizio, e tutta la stretta giustizia de’ mezzi termini: – questa sentenza appartiene a’ servitori di Casa Savoia, che tengono il re per ridere e per piangere, cui si adula e si dileggia, si saluta e s’insulta, si incensa e mettesi in caricatura e la vita del quale trascorre nel trangugiare periodicamente gli oltraggi, umilmente orgoglioso di questa suprema vergogna!! La rassegna de’ fatti raccolti in questo colpo d’occhio su le condizioni del reame delle due Sicilie nel corso del 1862, diranno assai meglio di noi della posizione delle Provincie meridionali.

15 gennaio 1863.

fonte

https://www.eleaml.org/sud/stampa2s/01_Colpo_d_occhio_su_le_condizioni_del_reame_delle_due_Sicilie_nel_corso_del_1862.html

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