Commento al 7 settembre 1860 di Fiorentino Bevilacqua
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Quando ero ragazzino, mi avevano insegnato a guardare a Garibaldi come ad un eroe, un salvatore che era venuto a liberarci. In casa, però, c’era un carissimo prozio che, nato nel 1880, fischiettava spesso una canzoncina le cui parole, da egli rivelatemi, dileggiavano Garibaldi.
La cosa non mi tornava: se Garibaldi era stato un nostro benefattore, perché quell’anziano lo sbeffeggiava? O era sbagliato quello che mi avevano insegnato a scuola, oppure era nell’errore il prozio!
Non capivo, ma rimasi dell’idea che avessero ragione a scuola.
…
Poi, leggendo e studiando, capii che tutte le “medaglie”, comprese quelle storiche, hanno due facce.
E fu così che rivalutai la posizione del caro prozio.
Fiorentino Bevilacqua