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CONSIDERATE NEL PARLAMENTO DI TORINO-DA’ DEPUTATI DELLE PROVINCIE MERIDIONALI (XV)

Posted by on Dic 17, 2023

CONSIDERATE NEL PARLAMENTO DI TORINO-DA’ DEPUTATI DELLE PROVINCIE MERIDIONALI (XV)
Tornata de’ 24 gennaio

Il deputato Nicotera chiede schiarimenti al ministro dell’Interno intorno a un grave fatto, avvenuto in Napoli: «Varie lettere da questa città recarono, che la sera di mercoledì 15 corrente mese furono arrestati dalle guardie di pubblica sicurezza diciannove mendichi e condotti alla Questura.

Questi mendichi, intirizziti dal freddo, ed affamati domandavano pane e fuoco; ma non ne ebbero. Ed uno di loro, Luigi Creola, di anni 60, fu all’indomani trovato morto. — Non bastandomi l’asserzione, delle lettere volli meglio appurare il fatto. Lessi i giornali, e nel numero 103 del Nazionale, giornale moderato e sussidiato dal governo, lessi, quanto siegue»: — (Legge un brano del Nazionale, in cui è detto, che dopo di essersi combattuto l’accattonaggio, deesi ora difenderlo per imprevidenza dell’Autorità, essendovi mancanza di locali, per ricoverare i poveri, ed essendo costoro lasciati languire d’inedia: il Nazionale soggiunge che il denaro, che dovrebbe impiegarsi a questo santo scopo, impiegasi invece a difendere atti, che non ammettono scusa, né discolpa.) — L’oratore chiede in nome dell’umanità al ministro, che dia sollecite riparazioni, e che spieghi il significato delle ultime marcate parole del Nazionale. Conchiude col dire, che questo non è, che uno de’ moltissimi sconci dell’amministrazioni, sconci a’ quali si sarebbe posto riparo, se si fosse dato luogo ad una inchiesta parlamentare.

Ricasoli presidente de’ ministri risponde, che non appena ebbe ragguaglio della morte del mendicante Creola, chiese circostanziata informazione alle Autorità Napoletane, che comunicherà alla Camera appena le riceverà: Quanto al Nazionale, non è vero che sia sussidiato dal Governo.

Al che il deputato Nicotera replica: «spiacemi dover contraddire alle parole del signor ministro, ma il generale Cialdini, luogotenente a Napoli, sospese non ha guari, non so se temporaneamente, il sussidio al Nazionale.»

Tornata del 4.° aprile 1862.

Il deputato Lovito insiste sempreppiù, perché, non sieno ulteriormente prorogate le interpellanze già da gran tempo annunziate da lui su le tristi condizioni delle provincie meridionali, e precipuamente sul cosi detto brigantaggio.

In appoggio di Lovito l’altro deputato Ricciardi si unisce, e desidera che tali interpellanze si facessero in seduta serotina, e segreta, soggiungendo: che cosi si ovvierebbe a varj inconvenienti; non si farebbero conoscere certe cose, delle quali potrebbero giovarsi i nemici, e si potrebbe, senza timore, scendere a que fatti minuti e personali, necessarii ad esporsi in cosi delicata quistione; ma che non è conveniente far conoscere al pubblico. ()

A questa ultima proposta si oppone il deputato De’ Blasiis, sostenendo: «che il paese deve essere informato di ciò che trattasi nella Camera; che tenerlo al bujo intorno a cose importanti come questa, farebbe cattiva impressione.»

«Ma il deputato Ricciardi replica persistendo su la convenienza della discussione segreta; PERCHÉ DOVENDOSI PARLARE de’ SOPRUSI DELLA AUTORITA’ MILITARE, si potrebbe offendere la suscettibilità dell’esercito.»

Ad altre contrarie osservazioni, è respinta tale proposta della tornata segreta.

Continuando poi la discussione. su questo interessante tema, il deputato duca S. Donato accenna dispettosamente, che deputati del napoletano non hanno tutti la stessa opinione intorno alle misere condizioni di quelle provincie, «mentre alcuni di loro le credono felicissime (ironia) ; e ripete, che tali deputati hanno su di ciò opinioni disparatissime; perché ve ne sono alcuni, che fino a jeri (cioè fino alla formazione del ministero Rattazzi) credevano, che fossero felicissime e ben amministrate. Il deputato Bonghi ritenendo a lui diretto il sarcastico eufemismo del deputato S. Donalo, risponde che «nessuno ha creduto felici le provincie napoletane, né aggi, né jeri; ma parecchi possono credere, che il miglior modo di sanarne le piaghe non sia quello di sciupare in ciarle il tempo dell’assemblea.»

Dopo questo incidente, alcuni deputati accorgendosi del pericolo delle interpellanze in esame, pregano il Lovito a ritirarle; e questi vi condiscende; ma vuole ripigliarle per conto suo l’altro deputato Minervini. Vi si oppone il deputato Valerio, e Minervini esclama che le interpellanze su le cose napoletane sono necessarie; né la Camera può rifiutare di ascoltarle.»

Impegnatasi una nuova quistione, su di ciò, Lovito dichiara, che se debbono effettuirsi le interpellanze, egli e non altri debbo farle.

Per far terminare la seria e compromessiva vertenza il deputato piemontese Boggio propone votarsi l’ordine del governo puro e semplice.

Al che il deputato Ricciardi altamente protesta, che se ai votasse tale ordine del giorno «egli uscirà cubito dalla Camera; riserbandosi il diritto di tornarvi per mettere di nuovo in campo, a tempo, opportuno, la quistione delle provincie napoletane.»

Difatti egli esce dalla sala, vedendo effettivamente votare l’ordine del giorno puro e semplice.

I giornali ministeriali di Torino nel rendere conto di questa tempestosa tornata, non sanno dissimulare la gravità della situazione, e dicono: «nessuno crede le provincie napolitane in condizioni felici e normali; ma chi le vuol sanare deve venire con proposte chiare, e non chiedere che gli si dia licenza di fare pettegolezzi, o sproloquii di cose, come per le interpellanze di Lovito che hanno fatto naufragio. 

fonte

https://www.eleaml.org/ne/stampa2s/1862_DURELLI_condizioni_regno_Due_Sicilie_parlamento_torino_2019.html#Tornata_de_28_febbraio_1861_n_8._Atti

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