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I Notandissimi Secreti dell’Arte Profumatoria

Posted by on Nov 12, 2023

I Notandissimi Secreti dell’Arte Profumatoria

Breve storia del Profumo

Il profumo è oggi un prodotto sempre presente nelle toilette e tra gli oggetti per la cura del corpo. Alla lungi da essere un semplice orpello, ha accompagnato l’uomo nel suo lungo cammino.

L’Oriente è stata la prima vera culla della profumazione, tanto che il naturalista Plinio il Vecchio ne attribuiva l’invenzione ai persiani.  E’ poi nell’Antico Egitto che il profumo vede il suo  trionfo, come attestato dai rinvenimenti archeologici nei vari siti. Geroglifici di Luxor tramandano la ricetta, purtroppo parziale, di un profumo sacro agli dei: il Kyphi. Si doveva trattare più che altre di un incenso o comunque un preparato solido spalmabile. Dello stesso Dioscoride indica ben dieci ingredienti, Plutarco sedici, Galeno quindici. E’ invece grazie ai greci che nella realizzazione delle misture profumate viene inserito l’utilizzo dell’olio di oliva che permetteva alle essenze vegetali e animali di essere fissate. E’ invece con la regina Cleopatra che il profumo, da oggetto applicato nel sacro, diviene elemento di seduzione. Oggi è stato anche in parte riprodotto un profumo utilizzato nel periodo della Regina. Due ricercatori dell’Università delle Hawaii, Robert Littman e Jay Silverstein infatti, scavando da anni nel sito di Tell-El Timai, l’antica città di Thmuis,  hanno ritrovato alcuni reperti di quella che doveva essere la casa di un mercante di profumi.  Ebbene, all’interno di quello che poteva essere il laboratorio, tra anfore ampolle recuperate, si sono rintracciati alcuni degli ingredienti utilizzati per i profumi come la mirra, il cardamomo, l’olio d’oliva e la cannella. Il profumo ottenuto, decisamente intenso e speziato, è oggi custodito nelle sale National Geographic Museum a Washington DC.

Con la caduta dell’Impero romano, la cultura dell’igiene personale e dell’ambiente decaddero mentre l’arte “profumatoria” fu ad esclusivo appannaggio degli arabi che gettarono le basi di quella “Scienza della profumazione” inventando, ad esempio, l’alambicco e mettendo a punto la tecnica della distillazione: Il procedimento attraverso il quale le molecole odorose racchiuse in un fiore o in una resina potevano essere trasportate dal vapore, per poi essere mescolate con altre sostanze da distillare con una qualità d’acqua normalmente pari a cinque volte il loro peso. Il tutto veniva poi così portato ad ebollizione in modo tale che l’acqua si trasformasse in vapore che così si caricava di olii essenziali. Successivamente convogliato tramite un collo di cigno in una refrigeratore il vapore si condensava in un vaso di decantazione. In questa maniera, per differenza di densità, l’olio essenziale veniva facilmente separato dall’acqua e raccolto. Forse il primo “profumo” moderno, e la leggenda celata in esso, fu l’acqua di Ungheria. Si narra che nel 1370, raggiunti i settantadue anni, la Regina ungherese soffrisse di terribili dolori reumatici. Un alchimista si  mise prontamente all’opera per cercare un rimedio per la sovrana a base di erbe tra cui  rosmarino e lavanda. Elisabetta iniziò ad usare il preparato accompagnando il rituale con particolari preghiere. Si narra che, dopo poco tempo, non solo la sua salute migliorò ma divenne così bella che conquistò anche l’amore del granduca di Lituania, Carlo Alberto.

Il profumo “francese” dell’alchimista René Bianco

Sebbene ancora oggi il profumo “francese” sia di moda, la sua diffusione si deve ad una sovrana italiana, Caterina Sforza de’Medici, signora di Imola e Forlì. Fu lei a scrivere, alla fine del 1400, un libro di ricette di acque profumate, cosmetici e rimedi naturali, dal titolo Experimenti della excellentissima signora Caterina da Forlì, composto da quattrocentosettantuno ricette che illustrano anche procedimenti per combattere le malattie e per conservare la bellezza del viso e del corpo. Con le sue formule singolari ed enigmatiche, il ricettario ci fornisce interessanti informazioni, oltre che sugli usi e costumi del tempo, anche sullo stato delle conoscenze scientifiche del XV secolo. Parte delle ricette furono pubblicate nel 1933 da Costa Pietro, nel suo Ricettario di Bellezza. Una volta sposata con Enrico II di Francia la sovrana portò con sé in Francia il suo profumiere Renato Bianco, noto come René le Florentin, che divenne ben presto famosissimo a Parigi per i suoi profumi.

La leggenda vuole che Renato Bianco fosse un trovatello allevato nel convento di Santa Maria Novella a Firenze come garzone e assegnato in seguito come aiutante di un frate alchimista che lo iniziò ai segreti della distillazione delle erbe. Alla morte del maestro rimane unico depositario di quest’arti attirandosi le invidie degli altri frati. per sua fortuna, come detto, Caterina Dei Medici, rimasta affascinata dalla sua maestria, lo nomina suo profumiere. I suoi preparati divennero presto un must per l’aristocrazia parigina che li utilizzava per coprire il cattivo odore dovuto alla mancanza d’igiene e che contribuirono anche alla nascita di una miriade di novelli profumieri. Secondo alcune leggende, però, oltre che abile profumiere, Renè era anche potente stregone. Si narra che avesse inventato una sostanza con cui impregnava la biancheria e che reagendo al calore del corpo e il sudore, una volta indossata, diveniva simile a un potente acido, scorticando e ustionando la pelle, e che portava alla morte tra atroci sofferenze. Leggendari sono anche sono i guanti profumati imbevuti di veleno regalati a Jeanne d’Albret madre di Enrico IV, che ne provocarono la morte. Purtroppo dei suoi profumi si sono perse le ricette con l’esclusione dell’Eau de la Reine, ovvero “l’Acqua della Regina”, di Caterina.

I Secreti Italiani

A partire dal XIV secolo la produzione di profumi diventa un must italiano. Firenze e Venezia divennero polo di produzione di profumi. In realtà il mestiere del profumiere non era ancora nato. Almeno fino al 1500 vi erano i muschieri, ovvero venditori di guanti con aggiunta di profumi per togliere l’odore della concia delle pelle. E’ solo nel 1551 che tale categoria di merciai ottennero l’esclusiva della vendita dei prodotti dell’arte profumaia. Iniziano a diffondersi i libri dei Secreti, raccolte delle più disparate ricette tra i quali ricordiamo i Secreti di Alessio Piemontese, uno pseudonimo per Girolamo Ruscelli, umanista e cartografo. Si tratta di ricettari alchemico-tecnologici che ebbero un enorme successo, ristampati per oltre due secoli e tradotti in numerose lingue (francese, inglese, tedesco, latino, olandese, spagnolo, polacco, danese). Ebbene, un terzo dei Secreti del Piemontese era dedicato all’economia domestica e  a come realizzare profumi, saponi e cosmetici. Si diffondono così ricettari e trattati che iniziano ad interessarsi alla fabbricazione di acqua e paste profumate, saponi e altri manufatti che iniziano a essere così venduti nelle principali città italiane. Vengono riportate e proposte centinaia di ricette che promettono bellezza, fascino nonché effetti salutari lungo una linea sottile che separa arte, scienza e magia. Forse il primo trattato monotematico sulla profumeria è dato alle stampe da Giovanni Recaldini nel 1674 e scritto da Giovan Ventura Rosetti, si tratta dei secreti nobilissimi dell’arte profumatoria. Altra pubblicazione storica è I segreti della signora Isabella Cortese nei quali si contengono cose minerali, medicinali, artificiose et alchemiche del 1561.

 Come detto, in Italia, Venezia ebbe un ruolo importantissimo nella diffusione in Europa dell’uso del profumo e delle essenze profumate, anche grazie ai suoi scambi commerciali con l’Oriente e al sistema di comunicazione delle mude. Si trattava di linee mercantili percorse annualmente da convogli navali che prendevano il nome dalle principali regioni nelle quali operavano. Troviamo così la Muda di Siria, Muda d’Egitto, etc…Tra i prodotti più preziosi commercializzati vi erano spezie come chiodi di garofano, noce moscata, maggiorana, zenzero, agrumi, nonché materie prime di origine animale come il muschio, l’ambra grigia e il Zibetto, così rare e ricercate e venivano acquistati a qualunque prezzo da chi potesse effettivamente permetterselo.

Il profumo nell’età moderna

La nascita della moderna arte profumiera avvenne a cavallo fra il Seicento ed il Settecento con l’ammodernarsi delle profumerie europee e la nascita di nuovi prodotti commerciali come per esempio l’acqua di Colonia del profumiere italiano Giovanni Maria Farina, evoluzione dell’Aqua Mirabilis del piemontese Giovanni Paolo Feminis. Nascono nuovi centri produzione come la profumiera di Grasse (grazie alle estese coltivazioni di fiori) che iniziarono a sfruttare anche le numerose essenze provenienti dalle colonie europee ed in particolare con l’utilizzo della vaniglia. Si può chiudere la storia del profumo nel 1921, ovvero con Coco Chanel, ovvero con il passaggio dal profumiere-alchimista allo stilista di moda. I profumi vengono prodotti in serie, nascono i grandi magazzini e nascono i primi prodotti di sintesi grazie allo sviluppo della chimica organica. 

Andrea Romanazzi

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