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I RIVOLUZIONARI CILENTANI DEL ’48 VERI EROI O…………………..

Posted by on Apr 20, 2020

I RIVOLUZIONARI CILENTANI DEL ’48 VERI EROI O…………………..

Cari amici di Alta Terra di Lavoro, ogni cosa nella vita se viene affrontata con impegno passione e serieta’ rischia di diventare un servizio  utile alla societa’, cosa che e’ successa al Blog dell’Ass.Id. Alta Terra di Lavoro.

Grazie alla mia curiosita’ di guardare i fatti storici da ambedue i lati mi sono incuriosito su alcuni personaggi facendo l’ elenco corposi dei liberal giacobini del Vallo di Diano In Cilento considerati padri della patria. Leggendo le loro biografie mi sono accorto che si faceva una certa propaganda forzata pur di cercare di enfatizzarli come personaggi che si sono prestati alla causa dell’ abbattimento della casata borbonica affinche’ ci fosse un taglio netto con il vecchio regime e trionfassero i principi di liberta’ che essi volevano portare in zona appoggiando  qualsiasi personaggio che fosse disposto a organizzare il colpo di stato contro i Borbone. Ma esaminiamo attentamente questi personaggi giu elencati perche’ lo facevano, quali erano i veri interessi e chi avevano dietro.

Tutti proprietari terrieri o appartenenti a famglie benestanti che come e’ risaputo venivano tassati dai Borbone a favore dei contadini e frenati nelle loro ambizioni contro l’ arricchimento e prepotenze nei confronti dei meno abbienti che venivano protetti da quel re che si basava su principi cristiani dove il vangelo era al primo posto e il profitto al servizio del essere umano ( prerogativa degli ancien regime ) e non viceversa, cosa che avverra’ con le ideologie liberali.

I valori delle monarchie in nome di Dio sono praticamente stati distorti e ridicolizzati dalle propagande giacobine che predicavano le LIBERTE’ alla francese e gli stessi preti appartenenti a quelle ideologie piantavano gli alberi della liberta’ che rappresentavano l’ opposto del crocifisso ovvero l’anticristo tanto e’ vero che e’ risaputo che le ideologie mutuate dalla Rivoluzione Francese avevano distrutto chiese e ucciso sacerdoti che si rifacevano alla tradizione, in pratica si voleva creare un mondo che, con la scusa di creare democrazie, costituzioni e parlamenti in nome del popolo ma gestite dai ricchi che  non vedevano l’ora di togliersi di torno quel Re garante del popolo e creare un mondo di ipocrisia, di poveri, di guerre, di appiattimento culturale, di manipolazione mentale, di degrado culturale che tendesse ad una societa’ che era nata solida piena di valori e tradizioni ma doveva diventare liquida corrotta tendente al nichilismo piu’ assoluto  dove i pricipi demoniaco satanisti la facessero da padrone e tutti questi personaggi sotto elencati hanno contribuito a questo sfacelo intellettuale che e’ quello oggi gestisce le nostre menti.

Che e’ quello gestisce le menti delle masse inconsapevoli che si lasciano trarre in inganno dal vitello d’ oro di biblica memoria che non e’ altro che la materializzazione del demonio che nel momento in cui si toglie la sua maschera dorata nei esce il mostro che fagocita l’ uomo in un sol boccone distruggendolo e bloccandone la sua anima nella tensione e nel viaggio verso l’ infinito o Dio.

Ennio Apuzzo

Il nostro viaggio nel Cilento comincia con la famiglia Mazziotti di Celso di Pollica

Mazziotti di Celso

I Mazziotti, baroni di Celso, sono un’antica famiglia del Cilento, residente anche a Napoli, nota anche per l’attivismo politico dei suoi membri contro l’assolutismo borbonico.

I Mazziotti di Celso ( frazione di  Pollica) erano i baroni piu’ accaniti contro i Borbone dal 1799, grandissimi latifondisti, implicati costantemente nelle rivoluzioni dal 99, 20 , 28, 48, avevano nel palazzo Mazziotti a Napoli la sede del del comitato segreto di Napoli, finazieranno anche Pisacane. Ancora oggi detengono il potere a Roma.

Gherardo Mazziotti (Celso, 1775 – Napoli, 1854), fu un esponente della famiglia politicamente impegnato, con aperte simpatie giacobine. Rientrato nel Regno di Napoli dall’esilio, ebbe incarichi pubblici sia durante la Repubblica napoletana del 1799, sia in seguito, durante il cosiddetto decennio francese. Magistrato, divenne deputato nel parlamento scaturito dalla rivoluzione del 1820, prima di essere arrestato nel corso della reazione borbonica e costretto a lasciare il Regno delle Due Sicilie per un esilio nello Stato pontificio che avrà termine col ritorno in patria nel 1837.

Nicola Mazziotti, fratello di Gherardo fu ufficiale sotto il re Gioacchino Murat ed esponente rivoluzionario nei moti del 1820: fu condannato a morte a Napoli nel 1821. L’altro fratello, Pietro fu inizialmente diseredato dal padre Ferdinando perché sposato ad una donna di umile condizione e si trasferì a Stella Cilento[14]; fu coinvolto nei moti cilentani del 1828: arrestato dai Borboni, morì di tifo nelle prigioni di Salerno il 12 marzo 1829[14]

Pietro Mazziotti (Celso 1781 – Salerno, 1829), fratello di Gherardo e padre di Francesco Antonio, coprì uffici pubblici sotto i francesi, e la Restaurazione (nel 1815 fu nominato giudice di pace a Pollica). In documenti pubblici e privati gli è costantemente attribuito il titolo di barone[15], già posseduto dal padre Ferdinando. Nel 1828, accusato di complicità coi rivoltosi del Cilento, fu arrestato nel palazzo di Celso e morì il 12 marzo 1829 in prigione a Salerno dopo aver contratto il tifo.

Giovanni Battista Mazziotti (1766 – Napoli, 1850), fu anch’egli titolare di cariche pubbliche nella Repubblica Napoletana del 1799. Deportato nel 1800, fu poi commissario di polizia durante il decennio napoleonico e fino al 1819. Partecipò ai moti del 1820 e fu imprigionato fino alla sua deportazione nel 1825 sull’isola di Favignana.

Francesco Antonio Mazziotti (Stella Cilento, 19 ottobre 1811 – Napoli, 29 gennaio 1878), barone di Celso, figlio del barone Pietro Mazziotti[14] fu condannato a morte in contumacia dopo i moti del 1848 e costretto all’esilio in Genova[14]. Dopo l’unità d’Italia fu deputato del Regno[14]. La baronessa Marianna Mazziotti, che per nascita apparteneva alla famiglia Pizzuti, di Montecorvino Rovella fu anch’essa un’eroina risorgimentale[16].

Andrea Mazziotti di Celso (Roma, 31 dicembre 1966) è un politico italiano.

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