Alta Terra di Lavoro

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IDENTITA’ – INSORGENZA – APPARTENENZA 

Posted by on Apr 22, 2022

IDENTITA’ – INSORGENZA – APPARTENENZA 

     Da diversi anni la nascita di associazioni e movimenti che si propongono come obiettivo quello di ottenere una revisione della storia che ha portato alla scomparsa del più antico, esteso e coeso regno della penisola italiana dall’epoca del particolarismo dei comuni fino al secolo XIX  ha fatto diventare di uso comune termini come “identità / identitario” e “insorgenza/insorgente”: parole che, sottintendendo un senso di amore per la propria terra, proprio per questo sentimento, vengono usate molto spesso con leggerezza..

Partiamo dal termine “identità”. Esso, rifacendoci all’etimologia (idem fieri o idem facere, cioè divenire una sola cosa, immedesimarsi), dovrebbe comportare un’esatta uguaglianza fra chi si definisce identitario e la propria terra natìa. Cosa impossibile da farsi , dato che certe “licenze” sono possibili solo nel campo della poesia. Vediamo adesso se sono usati correttamente anche  insorgenza e insorgente. L’insorgenza (da in = contro e surgere = levarsi su, quindi sollevarsi contro oppressioni, abusi o violenze) è una “reazione violenta e decisa, individuale o collettiva, di protesta o di ribellione”  

     L’amore per la propria terra lo si può esprimere nei modi più diversi, secondo le inclinazioni sortite da natura. Così chi alla nascita è stato munificato di sensibilità artistica canterà la propria terra con componimenti poetici, canori, musicali o la farà conoscere con altre opere dell’ingegno.

     La propria terra, per chi ha un forte senso di appartenenza, è come una persona cara: la si ama, le si vuole bene, la si rispetta e si cerca di adoperarsi nella maniera più efficace, affinché, dovendo farla conoscere all’esterno, essa lo sia nella maniera più veritiera, in modo che chi dovesse decidere di amarla potrebbe farlo senza essere stato plagiato da false affermazioni.

     Quando, però, questa “persona” dovesse subire delle offese ingiuste e gratuite da parte di chi – anche senza esserne figlio – avrebbe il dovere, se non di amarla, quanto meno di rispettarla, sia l’amore verso di essa , che il senso di appartenenza reclamerebbero una reazione, non fosse altro che per contestare le offese e restituirle la dignità e l’onore calpestati.

     Fuor di metafora, la “persona” di cui sopra è la nostra vecchia patria, quella che con la sua ultramillenaria storia, la sua cultura e la sua civiltà avrebbe dovuto costituire vanto ed orgoglio per la nuova nazione nata con la cosiddetta “unità” e che, invece, è stata fatta oggetto delle più basse e volgari calunnie e diffamazioni, che l’hanno ridotta da “regno sovrano e indipendente”  a ultima e più depressa area della nuova identità politica.

     Ed allora è proprio per riappropriarsi di tutto il nostro glorioso, dimenticato ed oltraggiato passato che un numero sempre crescente di persone comuni e operatori culturali, non inseriti nel “sistema” perché non allineati, sta cercando di riannodare le radici recise per recuperare memoria e orgoglio. Accanto alle associazioni e ai gruppi di cui sopra, che, con un poderoso movimento revisionista stanno cercando di confutare tutte le bugie che sono state inventate sulla nostra patria, sono sorte anche associazioni  sportive, che, attraverso il calcio, si propongono di diffondere messaggi per un recupero della memoria cancellata, affinché persone che diversamente continuerebbero ad ignorare di essere discendenti di avi che sono stati sempre avanti ai loro detrattori in tutti i campi dello scibile e delle attività umane, conoscano le loro origini e non abbiano più  motivo di sentirsi inferiori o cittadini di serie B rispetto agli altri connazionali.

     Una di queste associazioni, per quello che riguarda la nostra storia, è la Nazionale di calcio delle Due Sicilie, che tra i suoi obiettivi ha quello di dar voce alle minoranze etniche e ai popoli senza Stato oltre ad adoperarsi più direttamente a rappresentare al meglio le sette regioni del sud Italia.

     Abbiamo visto che il termine identitario usato per significare la comunione spirituale tra chi si definisce tale e la propria terra non è appropriato perché non può esservi uguaglianza (o identità) fra un essere umano e un territorio. mentre i termini insorgente e insorgenza presuppongono un’azione di protesta portata avanti ad oltranza, con moti violenti e decisi molto simili ad un’insurrezione. Allora, anche volendo mettere al bando il concetto di violenza, continuo a sostenere che fregiarsi degli appellativi di insorgenti e identitari, anche se con la massima buona fede, è un’appropriazione indebita, perché – a parte qualche “torre di guardia” che si preoccupa di segnalare provvedimenti, offese, leggi e quant’altro viene impunemente messo in atto ai danni del Mezzogiorno – i vari e irriducibili individualismi che caratterizzano questi movimenti non generano alcuna reazione, non necessariamente violenta, ma quanto meno corale, per  testimoniare  presenza e  attenzione a chi briga ai danni del Sud. Quali reazioni, infatti, si sono avute quando i poeti e gli scrittori meridionali sono stati esclusi dai libri di testo delle scuole superiori? Quando degli 86 miliardi di euro dei fondi europei spettanti al Sud ne sono stati definiti “potenziali” solo 62, il che significa che molte opere già finanziate prima del PNRR verranno fatte passare come finanziate dai fondi europei, quali reazioni ci sono state? Quando si è insorti per la “spesa storica” che continuava a penalizzare il Meridione? Quando per il vaccino anti- COVID da distribuire secondo il PIL alle regioni più ricche e progredite, e quindi prima e più al Nord e poi al Sud?

     Stando così le cose, non parlerei più di identità e di insorgenza. Se infatti non si insorge quando la propria terra viene offesa e derubata, questa inerzia non fa che confermare il concetto di appropriazione indebita per chi si definisce identitario o insorgente . Appartenenza, invece, a mio avviso, è il termine più appropriato per chi  avverte amore per la propria terra, si sente orgoglioso delle proprie origini e non smette di difenderla quando viene offesa ed umiliata.

    A questo punto, se vogliamo restituire significato alle parole, dobbiamo dire che i veri ed unici insorgenti sono stati i lazzari nel 1799 e i briganti nel 1860.

Nota – Per i termini “identità”, “insorgenza”, “insorgente” è stato consultato il Vocabolario Illustrato della Lingua Italiana di Devoto – Oli

Per le etimologie è stato consultato il Vocabolario Etimologico di Ottorino Pianigiani

Castrese L. Schiano

19 apr. 2022

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