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Il lavoro femminile nel Regno

Posted by on Mar 1, 2023

Il lavoro femminile nel Regno

Il lavoro femminile oggi è una piaga sociale e un orizzonte impossibile. L’Italia non sa garantire alle donne il diritto di lavorare. Un tempo, prima che il sud divenisse parte inattiva in Italia, il lavoro delle donne era una realtà.

A Messina esistevano rami di industria in cui le donne erano il principoale pilastro. Nell’industria tessile di Gaetano Ainmis a Messina, la condizione del personale applicato ai telai meccanici era favorita da una manodopera rivolta ad esaltare la professionalità femminile. Quella industria puntava tutto su quelle operaie tanto da esserne l’elemento operaio portante: “Vi prestavano opera: 1600 tessitrici, 50 scolare, 200 operai, 3 direttori, 6 fuochisti, 2 macchinisti, 4 incisori, 3 custodi pagandoli per salario, da un tarì a una onza. Cioè da lire 0,42 a lire 12,75 giornaliere”. Stessa condizione si riscontrava nello stabilimento tessile dei fratelli Ruggieri, il più grande cotonificio messinese:; in esso la forza lavoro era assoggettata alle operaie tessili così strutturate: ” questa industria contava fra i lavoranti cinquecento donne, novanta uomini e venti ragazzi sotto i sedici anni con una produzione annua di 30.000 pezze per 100.000 duc”. Nella città di Messina le donne non si limitavano a lavorare in fabbrica bensì, erano anche in grado di governare un’impresa. E il caso di Domenica de Angelis che nel 1842 fondava uno stabilimento per il commercio dell’uva passa con diramazioni commerciali in Francia e in Turchia. La differenza culturale sta alla base del lavoro femminile, e in quel regno pre unitario, le donne erano l’elemento principale del mondo operaio e imprenditoriale. Queste sono solo alcune notizie utili a rammentare cosa ci potete trovare nel volume Messina la capitale dimenticata, uno scrigno di memoria dimenticata dai meridionali e sconosciuta agli italiani del centro-nord. Un’occasione da non perdere per rinnovare nella memoria collettiva un tempo carico di memoria patria, quello in cui regnava il casato napoletano del Borbone. Una possibilità da dare ai propri figli, celebrando nella memoria la consapevolezza di cosa fosse stata in grado questa città se messa nelle condizioni di gareggiare nel mondo del lavoro, in quello delle imprese e in quello dell’industria.

Alessandro Fumia

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