Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

La negazione di Dio (II)

Posted by on Set 13, 2023

La negazione di Dio (II)

Il mito del Sud arretrato

Il Meridione possedeva una flotta mercantile pari ai 4/5 del naviglio italiano ed era la quarta del mondo, ne facevano parte più di 9800 bastimenti per oltre 250mila tonnellate ed un centinaio di queste navi (incluse le militari) erano a vapore.

Quando si sottolinea l’inadeguatezza del sistema viario meridionale al momento dell’unità si omette di parlare dei trasporti marittimi e dei commerci via mare che erano sviluppatissimi.

Nelle Due Sicilie ci fu l’istituzione del primo sistema pensionistico in Italia (introdotto nel 1813 con ritenute del 2 % sugli stipendi degli impiegati statali).

Il sistema industriale napoletano?

“Sarebbe difficile fare il totale di tutte le espressioni denigratorie messe in circolazione in Italia e fuori, e a tutti i livelli della pubblica informazione, per svilire il ricordo dei Borbone di Napoli. “Il protezionismo borbonico” è una di queste, e viene solitamente impiegata per sottintendere che il repentino crollo del sistema industriale napoletano e, in genere, della manifattura meridionale, dopo l’unificazione statale piemontese, va addebitato alla precedente politica”
[Nicola Zitara – Fora]

Quando si sottolinea l’inadeguatezza del sistema industriale meridionale al momento dell’unità gli accademici lo liquidano come un inconsistente parto della politica protezionistica borbonica.

Su questa perla sull’arretratezza del Sud vi consigliamo la lettura di uno degli ultimi interventi di Nicola Zitara su Fora in questo sito.

La questione meridionale

Per trovare le cause di questa perla – la cosidetta questione meridionale – gli storici accademici si sono spinti fino all’epoca romana!
Leggetevi l’intervista che Del Boca – presidente dell’Ordine Nazionale dei giornalisti e autore di “Maledetti Savoia” – rilasciò al periodico Due Sicilie nel 2001.

“La questione meridionale nasce col risorgimento ed è questione irrisolta, perché il Nord è sceso al Sud ed ha rubato tutto quello che era possibile rubare. Siamo nelle condizioni di un signore che ha una borsa di soldi in mano, che mentre sta per andare ad aprire un suo negozio, viene aggredito da un rapinatore che lo picchia, lo spoglia, gli porta via tutto quanto e lo lascia lí mezzo morto. Questa è la situazione del Nord col Sud. Poi passano gli amici del rapinatore e vedono questo qui per terra, stracciato, lacero che chiede aiuto e dicono: “ma terrone di merda, brutto, sporco, buttato per terra cosí, non hai dignità”. E questo qui si è fatto venire un complesso d’inferiorità, perché, cornuto e mazziato, aveva i quattrini per andare a fare una cosa, glieli hanno portati via e adesso ha vergogna a rivendicare quello che era legittimamente suo. Questa è la lezione che il meridionale deve imparare, cioè buttare via le paure, non per una rivincita, ma per conoscere psicologicamente cosa è successo davvero. ” [Lorenzo del Boca – Due Sicilie, 2001]

Il declino economico del MezzogiornoNon esiste declino postunitario in quanto il Sud arriva al momento dell’unità senza un apparato produttivo moderno. Questa perla comincia a sfaldarsi anche nella storiografia di sinistra e questo ovviamente ci fa grande piacere. Infatti se si esclude Nicola Zitara, la revisione storiografixca è stata appannaggio di studiosi di destra o cattolici.

Queste cose non sono scritte nei libri della storia d’Italia perché la vera storia d’Italia ancora non è stata scritta; né è necessario essere filoborbonici per occuparsene; trovo nel prezioso lavoro del prof. Aldo Di Biasio, docente di storia nell’Università di Napoli e di idee politiche sicuramente non di destra, La Questione Meridionale in Terra di Lavoro (Napoli, 1976), precisa conferma a quanto ho appena detto: “Quella che era la più vasta, la più popolata, la più ricca, la più produttiva provincia del regno delle Due Sicilie, con la sua agricoltura fiorente e le sue manifatture prestigiose, la prediletta dimora estiva dei sovrani, l’area più fornita di infrastrutture dell’intero Meridione, anche per il crollo degli investimenti pubblici e un insostenibile aggravio del sistema fiscale doveva diventare una delle più depresse e diseredate aree del nuovo Regno d’Italia, ricca solo di pauperismo e di disoccupazione“: a parlare è il prof. Carlo Zaghi, anch’egli esponente illustre della sinistra italiana, nella prefazione al citato lavoro di Di Biasio

fonte

https://www.eleaml.org/sud/futuro/perle.html#negazione

1 Comment

  1. Questo breve articolo e’ il concentrato di offese con cui si è voluto deliberatamente eliminate il Regno delle Due Sicilie, il più evoluto, ricco e dinamico dell’epoca che perciò suscitava l’invidia incontrollabile e la bramosia degli altri stati europei esistenti all’epoca, Inghilterra perfida Albione in testa!…Si tengano oggi le loro pantomime con cui ci dilettano nelle loro invariabili ricorrenze successorie… Noi siamo altro!.. consapevoli dell’ affronto subito ma memori della nostra storia, ne saremo sempre orgogliosi e guardiamo al futuro da costruire. caterina

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