“LA VANDEA ITALIANA” NE PARLIAMO CON MASSIMO VIGLIONE
Basta leggere il numero di saggi, studi e ricerche di (Massimo Viglione – massimoviglione.net) per capire chi è Massimo Viglione. In pochi in Italia hanno studiato e trattato come lui le insorgenze italiane e la controrivoluzione dal 1796 al 1815 e non è un caso che un titolo di un suo lavoro porta il nome di “Vandea Italiana”. Il Prof. Massimo Viglione non ha bisogno di ulteriori presentazioni e lo ringraziamo per l’intervista che ci ha concessa venerdi 4 febbraio 2021 e per vederla basta cliccare il link di seguito
Dopo aver sentito l’interessantissimo excursus storico nel dialogo fra voi cultori di storia presenti nel video, e letto pure il puntuale commento del Prof.Castrese Schiano, mi chiedo come potremmo mai oggi noi uscire dal pantano melmoso in cui ci troviamo a vivere, che, pur avendo radici e motivazioni diverse, sembra riportarci in identiche condizioni di caos totale aggravate dall’ansia e dall’incertezza psicologica, culturale e ambientale… e sembra volatilizzarsi ogni ancora mentre si fa sempre piu’ diafana la fiducia in chi regge governi e in chi propina ancore di salvezza, imponendoci vaccini artefatti e regole di comportamento… Ciascuno riflette… sono passati due/tre secoli dai fatti oggetto della vostra dotta conversazione sulle lotte di potere…. e noi, senz’armi, di nessun tipo, percepiamo intimamente che non sono situazioni nuove… l’incertezza anche oggi e’ sovrana, e noi vittime forse di enormi interessi contrastanti. caterina ossi
“La Vandea italiana” – Intervista col professor Massimo Viglione
Mai lezione di storia, tenuta in maniera così informale, riuscì a dimostrare meglio l’inesistenza di fratture tra passato e presente. E ciò dovrebbe far ricredere tutti coloro che si meravigliano che ancora oggi si continui a parlare di avvenimenti accaduti da oltre due secoli, come la Rivoluzione francese del 1789; l’insorgenza della Vandea del 1793; la Repubblica Napoletana e l’insorgenza del popolo del 1799; il Risorgimento e la ribellione dell’intera popolazione del Mezzogiorno tramandata poi come “brigantaggio” dal 1860 per oltre un decennio; ecc. Ma, se, con la raccomandazione di non perdere di vista quanto verificatosi in quei “lontani” periodi della storia, si guarda a quello che sta accadendo oggi, non sarà difficile, non dico, trovare delle similitudini, ma addirittura delle uguaglianze, tanto che momenti, ritenuti così lontani e così ininfluenti reciprocamente, possono ad-dirittura sovrapporsi.
Cosa proponevano, infatti, i sedicenti “liberatori” del 1789, 1799, 1860? “Libertà, Uguaglianza e Fraternità”. Solo che la libertà era quella imposta da loro, come la sostituzione dell’albero della li-bertà alla croce; l’eliminazione della religione; l’introduzione di un nuovo calendario; una tessera per distinguere gli “allineati” dai “non allineati”. L’uguaglianza sarebbe stata raggiunta quando anche i dissenzienti sarebbero stati costretti ad uniformarsi ai limiti imposti a tutta la società; e ciò avrebbe reso tutti “fratelli” nella sventura.
Cosa avviene oggi? Che dopo un’intera esistenza spesa onestamente per maturare il diritto ad una pensione, se non si è in possesso di uno speciale documento rilasciato a chi, obtorto collo, ha dovuto allinearsi,non si può accedere in banca per prelevare i propri soldi. L’obbligo del pagamento elettronico poi, permette a qualunque creditore – tramite istituti a ciò preposti – di accedere ai miei risparmi anche per crediti inesistenti (sarò io a dover dimostrare di non avere alcun debito nei ri-guardi del sedicente creditore); consente a chi è interessato di sapere tutto di me: quanto spendo per il cibo, per le medicine, per lo svago, ed avere, quindi, ulteriori elementi per aggiustare il tiro e mo-dificare – se ce ne fosse bisogno – il pensiero unico globale nel quale sta irreggimentando l’intera società. Dell’attacco alla religione, alla cultura ed alle tradizioni, inutile parlarne. Si è arrivati al punto di togliere il crocifisso dalle pareti dei luoghi pubblici; di eliminare il presepe;di non poter più scambiarsi gli auguri di Buon Natale o di Buona Pasqua. Ultimamente sono circolate delle proposte di non inserire nemmeno più il sesso sui documenti di riconoscimento, in attesa che l’interessat/ di-venut/ adult/ decida dove collocarsi. Non si possono neanche più connotare gli aggettivi, per evitare il sessismo, per cui – se non già in atto – fra poco si dovrà intervenire anche sui vocabolari.
Il costante ricorso alla disinformazione e l’arma del terrore psicologico artatamente cavalcati da chi detiene il potere – due degli elementi sovrapponibili con quelli del passato – stanno elimi-nando anche i rapporti interpersonali all’interno degli stessi nuclei familiari, allontanando sempre di più gli uni dagli altri e rendendoli più deboli, più insicuri, più vulnerabili.
Castrese Lucio Schiano – 05 febbraio 2022