Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

L’aborto, il papa e re Baldovino del Belgio

Posted by on Ott 5, 2024

L’aborto, il papa e re Baldovino del Belgio

«Un aborto è un omicidio, si uccide un essere umano», così ha dichiarato il Papa durante il ritorno dal suo recente viaggio apostolico in Belgio, il 46°, conclusosi il 29 settembre. Abbiamo così avuto modo di ascoltare parole di netta verità su un principio assolutamente inconfutabile e il Papa, nel farlo, ha usato parole senza pericolo di ambiguità: «i medici che si prestano a questo sono, permettetemi la parola, sicari». Quindi «su questo non si può discutere», perché «la scienza ti dice che al mese del concepimento ci sono tutti gli organi già… Si uccide un essere umano».

Non siamo più abituati, purtroppo, alla verità dei concetti, seppure evidenti come lo sono la cultura/politica a favore della vita e la cultura/politica a favore della morte.

A partire dagli ultimi decenni del XX secolo, l’assassino di una persona “in erba” è una pratica autorizzata per legge in numerosi Paesi nel mondo, soprattutto in Occidente, a discrezione della donna e nei primi mesi della gestazione. Nonostante ci sia, quindi, un’ampia diffusione di questa pratica legislativa, i dibattiti e i dubbi sulla liceità dell’aborto continuano ad essere parte integrante delle nostre società. Con l’edulcorata espressione linguistica «interruzione volontaria di gravidanza», questo tragico problema, che trafigge le coscienze, continua a circolare, e ciò avverrà fin tanto che non sarà chiara a tutti la sacro santa verità pronunciata dal Papa: «Un aborto è un omicidio, si uccide un essere umano», a cui si sono aggiunte le parole, altrettanto reali: «Le donne hanno diritto alla vita, la vita loro e la vita dei figli». Uccidere i figli significa commettere un abominio, indipendentemente da quanti mesi abbia la creatura destinata alla vita e indipendentemente dai problemi che può avere la madre. Non ha forse scandalizzato tutta quanta l’opinione pubblica l’orrenda fine dei piccoli, senza nome, che Chiara Petrolini ha sepolto in giardino a Parma? E che cosa c’è di diverso dai piccoli, senza nome, assassinati nel grembo materno?

Il viaggio apostolico in Belgio è stata anche occasione per annunciare una importante iniziativa del Pontefice: a conclusione della visita ha annunciato che avvierà il processo di beatificazione di Baldovino (1930-1993), re del Belgio dal 1951 al 1993, il quale, salito al trono in una fase di crisi politica, di cui peraltro fu costellato il suo lungo regno, affrontò la questione dell’aborto, manifestando la propria fede cattolica; non gestendola, quindi, come fatto religioso privato, ma come realtà pubblica che ha inciso sulle sue scelte a  livello nazionale. Atteggiamento ben diverso rispetto a figure di potere che dichiarano di essere cattoliche e poi si comportano come non lo fossero, pensiamo, per esempio, a molti esponenti della vecchia Democrazia Cristiana oppure a contemporanei politici.

Figlio di re Leopoldo III (1901-1983) e della regina Astrid (1905-1935), Baldovino rimase orfano a cinque anni della madre, morta in seguito ad un incidente automobilistico. Durante la Seconda guerra mondiale, la famiglia reale fu tenuta prigioniera nel castello di Laeken (1940-1944); successivamente, i sovrani furono deportati prima in un campo di prigionia tedesco e poi in uno austriaco, per essere poi liberati dagli americani nel maggio del 1945.

Con la fine del conflitto bellico la famiglia reale visse in esilio, in Svizzera, fino al 1950, quando, dopo un referendum popolare, Leopoldo III ebbe poté far ritorno in patria. Tuttavia, il referendum aveva decretato che le Fiandre erano favorevoli al Re, mentre la Vallonia era contraria. Al fine di non dividere il Paese, Leopoldo III abdicò il 16 luglio del 1951 in favore del figlio maggiore Baldovino, che all’età di 21 anni divenne sovrano e quinto Re dei belgi. Sono anni segnati dalla questione che vedeva contrapposti i sostenitori della scuola cattolica, di cui il sovrano era fautore convinto, e quelli della scuola pubblica e sono anche gli anni della fondazione della CECA (Comunità Europee del Carbone e dell’Acciaio), 1951, e della CEE (Comunità Economica Europea), 1957. Intanto, pesanti rivolte si susseguono per l’indipendenza del Congo dal Belgio. Il 30 giugno 1960 Baldovino assiste alla cerimonia d’indipendenza a Leopoldville e, al Parlamento riunito in seduta comune, dopo una inaspettata ovazione da parte di tutti i deputati congolesi, il Re espone un elogio alla colonizzazione e a quanti progetti belgi erano stati messi in atto con ottimi risultati per i congolesi in quella terra africana. 

Proprio nel 1960 sposò nella cattedrale di Bruxelles la contessa Fabiola de Mora y Aragón (1928-2014), che divenne la regina Fabiola del Belgio, la quale ebbe cinque gravidanze, ma tutte quante terminate con aborti spontanei: fu una pesante croce che la coppia reale dovette sopportare e lo fece con fede, speranza e carità. Pertanto, la successione dinastica passò al principe Filippo, classe 1960, figlio del fratello Alberto II, classe 1934.

Nel 1976, con i fondi raccolti durante i festeggiamenti per il venticinquesimo anno di regno, venne istituita la Fondazione re Baldovino con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita della popolazione sul piano economico, sociale, culturale e scientifico.

Nonostante il Belgio sia una monarchia parlamentare, dove il monarca non può esprimere pubblicamente le sue opinioni senza l’approvazione del Parlamento, Baldovino, molto amato dal popolo, ebbe sempre un’importante influenza sui governi che si susseguirono durante i suoi quarantadue anni di regno. Sotto il suo mandato il Belgio si trasformò in uno Stato federale e il suo Re difese profondamente l’unità della Nazione, benché, nell’ambito della questione linguistica, esistano delle divisioni con le due lingue ufficiali: il fiammingo e il francese. 

Il candidato all’onore degli altari, su espressa volontà di papa Francesco, fu un uomo profondamente cattolico e tutta la sua esistenza è stata testimonianza del suo credo. Nel 1990, non volendo firmare la legge favorevole all’aborto approvata dal Parlamento, espose le sue ragioni in una lettera all’allora primo ministro Wilfried Martens. Fu così che il Parlamento, applicando una particolare interpretazione dell’articolo 93 della Costituzione (art. 82 secondo la precedente numerazione), prese atto di una temporanea «impossibilità di regnare» da parte di Baldovino, promulgando, in vece del Re, il provvedimento in data 3 aprile. Il 5 aprile seguente, con una nuova constatazione della pienezza delle funzioni del sovrano, quest’ultimo fu ristabilito dal Parlamento alle proprie funzioni

Cristina Siccardi

fonte

L’aborto secondo papa Francesco e re Baldovino del Belgio – di Cristina Siccardi | Corrispondenza romana

Submit a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.