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L’ANNIVERSARIO: 18 maggio 1944, l’orrore delle «Marocchinate» e lo strano pasticcio politico sulla data del ricordo

Posted by on Mag 20, 2024

L’ANNIVERSARIO: 18 maggio 1944, l’orrore delle «Marocchinate» e lo strano pasticcio politico sulla data del ricordo

Qual è il senso di una giornata nazionale o internazionale? Quello di ricordare, celebrare e sensibilizzare su qualcosa partendo da un anniversario o una data simbolo. Ogni giornata ha il suo valore, anche il suo pubblico di riferimento più o meno vasto. 

Sovrapporre consapevolmente una nuova celebrazione su un’altra preesistente non è mai una buona idea. Perché si finisce per sminuirle entrambi e magari aprire una polemica. Soprattutto se la sovrapposizione sembra nascondere la volontà di fare un dispetto. Eppure è quello che succederà se verrà approvato il disegno di legge presentato a inizio maggio dal capogruppo al Senato di Forza Italia Maurizio Gasparri che chiede di istituire la «Giornata nazionale in memoria delle Marocchinate» il 17 maggio. Data che (casualmente?) coincide con la celebrazione della giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia.

Ma per capire il pasticcio dobbiamo spiegare l’antefatto: cosa sono le “Marocchinate”? Il termine indica gli stupri di massa e le violenze compiute ai danni della popolazione civile italiana dall’esercito francese, in maggior parte truppe coloniali marocchine, durante la II Guerra mondiale. Sì, la parola oggi suona scorretta perché identifica un crimine con un popolo intero, ma è con questa parola che questi orrori sono venuti alla luce dopo la guerra, e con questa parola, da quasi trent’anni un’associazione fa un capillare lavoro di raccolta informazioni e testimonianze storiche. Grazie all’impegno dell’Associazione italiana vittime delle marocchinate nel Lazio, dove si sono concentrati i crimini peggiori, maggio è diventato il mese del ricordo. «Quando si è iniziato a parlare di istituire una vera giornata abbiamo proposto come data il 18 maggio trovando pareri favorevoli fra le istituzioni – spiega Emiliano Ciotti, presidente dell’associazione -. La data è stata scelta grazie al parere degli storici perché il 18 maggio 1944 è il giorno in cui le truppe alleate americane, francesi e britanniche sfondano la linea Gustav che divide in due l’Italia, quella liberata dagli Alleati a Sud e quella occupata dalle truppe naziste a Nord costringendo i tedeschi alla ritirata verso le regioni settentrionali. Da quel momento, infatti, i soldati marocchini, algerini, tunisini e senegalesi che facevano parte del corpo di spedizione francese, dilagano nei centri e nelle campagne dell’alta Terra di Lavoro e non solo, e si abbandonano a violenze inaudite mentre il loro comando francese si volta dall’altra parte: si parla di decine di migliaia di donne stuprate, uccisioni, saccheggi, distruzioni in tutta l’Italia centrale. Ed è tutto documentato. La maggioranza dei crimini sono stati commessi dal reggimento di Goumiers, truppe marocchine specializzate nel combattimento di montagna».

Stiamo parlando del lato oscuro, e per anni taciuto, della Liberazione, quello che Alberto Moravia raccontò nel romanzo «La Ciociara», e che De Sica consacrò con un film memorabile che vinse due premi Oscar. Una pagina di orrore che negli anni è stata pazientemente ricostruita superando reticenze, pudore e tabù.

«Dal 2007 ci battiamo per arrivare al riconoscimento di questa giornata nazionale, anche perché parliamo di stupri come arma di guerra ed è un tema quanto mai attuale. Per questo ho trovato davvero strano che alcuni parlamentari proponessero come data il 17 – spiega Ciotti – data che non ha un particolare significato storico e soprattutto coincide con un’altra giornata celebrativa, quella dedicata alla lotta all’omofobia. Sovrapporle in Italia significherebbe non riconoscere il valore di due battaglie che meritano di essere celebrate e anzi, metterle una contro l’altra. Come si dice dalle mie parti, si finirebbe per “buttare tutto in caciara”». Tanto più che ora, in occasione dell’80esimo anniversario, si parla anche di portare l’istanza fino a Bruxelles, per arrivare all’istituzione di una giornata internazionale dedicata alle vittime di stupro di tutte le guerre, prendendo come “simbolo” storico le vittime italiane del 44. Se non fossimo certi della buonafede dei nostri politici su un tema così serio verrebbe il sospetto che il senatore Gasparri voglia retrodatare la giornata proprio per fare un dispetto all’altra celebrazione. Ma forse è solo una svista.

Proviamo a immaginare le conseguenze in Italia se si stabilisse che la giornata nazionale per ricordare gli stupri del 44 è il 17 maggio: le amministrazioni di destra (le proposte su quella data vengono da Forza Italia) avrebbero un alibi per non partecipare a iniziative sulla giornata contro l’omofobia, rifugiandosi nell’altra celebrazione, mentre quelle di sinistra si rifiuterebbero di dare spazio a una celebrazione che direbbero voluta dalla destra solo per “mettere in ombra” la giornata contro l’omofobia. Una baruffa, una caciara, per dirla alla Ciotti, non degna di un paese civile. A 80 anni esatti da quell’orrore, le vittime delle violenze del 44 sarebbero beffate e vittimizzate una seconda volta. Dopo gli abusi da parte dei soldati francesi, anche quelli dei partiti della Seconda Repubblica.

Venerdì prossimo, 17 maggio, una delegazione di autorità francesi e italiane ricorderà l’eroismo dei soldati coloniali francesi in Italia. Ci sarà anche una scolaresca alla quale è stato vietato parlare di stupri di massa. «La nostra associazione con una piccola delegazione sarà presente per un sit-in pacifico di protesta» fa sapere Emiliano Ciotti.

Ridare dignità a tutte queste donne costrette al silenzio e condannare le violenze da loro subite, senza cadere nel razzismo o nella strumentalizzazione politica sarebbe l’unico vero obiettivo.

«E’ nostro dovere far sì che ci sia una corretta informazione sui terribili fatti che hanno segnato la storia del nostro Paese» si legge nel testo della proposta di ddl presentata da Gasparri. Ecco, un primo passo sarebbe scegliere la data storicamente (e politicamente) giusta.

Elisa Messina

segnalato da erminio de biase

Sophia Loren ed Eleonora Brown, madre e figlia, nel film «La Ciociara»

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