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L’antica fiera di santa Maria della neve a Cassino e la festa dell’Assunta

Posted by on Ago 16, 2021

L’antica fiera di santa Maria della neve a Cassino e la festa dell’Assunta

Le fiere che annualmente si svolgevano sul territorio erano innumerevoli e prendevano il nome, quasi sempre, dal santo di cui ricorreva la festività in quel dato giorno; a Cassino, in tempi ormai lontani, ogni stagione aveva la sua fiera: il 17 gennaio la fiera di “Santantuono” o S. Antonio Abate, a primavera quella di S. Benedetto, un’altra si faceva a S. Antonio, poi ad agosto, infine a S. Francesco.

Ora qui da noi non se ne fanno praticamente più. L’ultima di cui si ha memoria nel dopoguerra a Cassino era quella di “Santantuono”.Un appuntamento, che richiamava grandi folle a Cassino, fino all’anteguerra, era quello di agosto, quando, tra il 12 ed il 15 si svolgevano importanti manifestazioni civili e religiose: la fiera di S. Filomena, il 12, l’Incoronazione dell’Assunta, il 14, e la festa dell’Assunta, il 15.A proposito della fiera di S. Filomena, va ricordato che essa fu l’erede di un’altra antichissima fiera, quella di S. Maria della Neve, che per un certo tempo fu quasi una fiera ballerina, essendone stata spostata più volte la data.Fino al 1810 la fiera di S. Maria della Neve si svolgeva a S. Germano (oggi Cassino) il 5 agosto. In quello stesso anno, per evitare la sovrapposizione con quella di S. Stefano, che si svolgeva nella vicina Cervaro la prima domenica dello stesso mese, ne fu decisa la “traslocazione” al 15 di agosto, giorno in cui ricorreva la festa più importante di S. Germano, quella dell’Assunta.

Ricordiamo che nel 1810 siamo in pieno regime napoleonico, che aveva voluto la soppressione degli ordini religiosi, compreso quello benedettino, mostrando scarso interesse per le questioni di religione delle popolazioni.Ma sorsero presto problemi: le cerimonie religiose, sempre molto frequentate, con le messe, le processioni e i riti solenni, interferivano con la trattazione degli affari che si svolgeva all’esterno delle chiese durante la fiera. Per questa ragione vi furono contrasti tra i rispettivi comitati organizzatori.Dopo la restaurazione borbonica si venne alla determinazione di eliminare la sovrapposizione spostando, ovviamente, la fiera.Il 1816 il sindaco di S. Germano, Carlo Tomasso, chiese al Sotto Intendente del Distretto di Sora (da cui il Circondario di S. Germano dipendeva), il nobile Capece Minutolo, di concedere lo spostamento della fiera di S. Maria della Neve dal 15 al 13 agosto: in tal modo si aveva una vera e propria “tre giorni” durante la quale S. Germano diventava meta di migliaia di pellegrini, per la venerazione della miracolosa effigie dell’Assunta, e di una moltitudine di pastori, contadini e commercianti, che agli affari univano l’occasione di adempimenti religiosi.

Ma tra la richiesta del sindaco e il suo accoglimento il passo non fu breve: la burocrazia allora non scherzava. Come oggi!Il Sotto Intendente di Sora, nel mese di luglio, prima di decidere oltre, volle sentire il parere dei comuni che gravitavano su S. Germano entro il raggio di otto miglia (dodici chilometri).Questi non furono tutti solleciti ad esprimere il loro parere: l’ultimo a rispondere fu il sindaco di Vallerotonda il 6 ottobre.In data 11 novembre 1816 il Sotto Intendente girò la richiesta all’Intendente della Provincia di Terra di Lavoro, cui apparteneva il Distretto di Sora. Questi, ripetendo pari pari la formulazione del sotto Intendente, il 18 gennaio 1817, inoltrò la richiesta al Segretario di Stato e Ministro dell’Interno Tommasi. Qui la procedura si fa più celere: l’11 febbraio 1917, a Napoli, Re Ferdinando firma il decreto di accoglimento della richiesta, questo viene notificato dal Segretario di Stato all’Intendente di Terra di Lavoro il 12 marzo. Finalmente il 21 dello stesso mese il Sotto Intendente ne dà escuzione.Non possiamo sapere per quanto tempo abbia continuato a sopravvivere la fiera di S. Maria della Neve. È certo che appena un secolo dopo in sua vece si svolgeva, come già detto, quella del bestiame di S. Filomena.***Nell’Archivio di Stato di Caserta al fascicolo relativo allo spostamento della fiera di S. Germano sono allegati i pareri dei comuni del circondario; naturalmente furono tutti positivi, con una sola riserva da parte del comune di Piedimonte: “purché non venga fissata nella terza Domenica di Agosto, giorno in cui si celebra in questo Comune la Fiera del Glorioso Santo Emidio”.Nella foto ottocentesca il mercato del sabato nell’area di S. Antonio

Emilio Pistilli

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