Alta Terra di Lavoro

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Lello Traisci, cantore del Volturno

Posted by on Gen 16, 2022

Lello Traisci, cantore del Volturno

Grazie al lavoro di ricerca e di composizione abbiamo deciso di dedicare un numero speciale della nostra newsletter alla storia della musica popolare, curata dal maestro Lello Traisci. L’autore, ancorato ai forti valori della cultura operaia e popolare della sua città di origine (centro storico di Napoli). Ora abita e vive a Castel Volturno, lavora al centro di accoglienza dei migranti di Capua sta continuando un intenso quanto originale lavoro di ricerca sulle origini e tradizioni legate alla musica popolare.      

                                                                                                                         

In questa raccolta abbiamo pubblicato le prime ricerche che risalgono dalle antiche radici dell’epoca degli osci nel piano campano, passando per quella greca e romana, per risalire alle fasi angioina-aragonese fino al 1600. Ne viene fuori uno spaccato veramente stimolante  di divulgazione storica e di conoscenza delle radici e tradizioni più profonde a cui sono legate la nostra storia, la nostra memoria ed identità di popoli meridionali. Lello lavora in un centro di Capua per accoglienza e formazione di immigrati e soggetti deboli. Nel tempo libero si dedica non solo allo studio ma mette in pratica le sue ricerche in maniera molto professionale con la composizione di tammorriate (una delle espressioni più tipiche e tradizionali della nostra musica, insieme con la tarantella). In più ha attivato un gruppo dal titolo emblematico “’Na tammorra ‘mprovvisata”, con il quale si sforza di diffondere e far conosce anche nelle nostre terre le sue musiche e composizioni. Tra le altre, mi piace ricordare alcune composizioni in particolare: come la cantata dedicata alle matres matutae del Museo Campano, quella al dio Volturno e a S. Castrese (uno dei due santi patroni di Castel Volturno, di origine africana) e infine quella dei braccianti, un inno al lavoro duro dei campi ed alle lotte contro lo sfruttamento.                                            

In questa fase Lello sta lavorando ad una ampia ricerca storica, che già viene presentata attraverso un programma su Youtube dal titolo “La storia della nostra musica popolare” 1 parte, con la collaborazione per la produzione di Antony Luzzo e di Lello Mengoni come presentatore. Inoltre, sta partecipando ad una nuova raccolta su cultura e tradizioni nel Mezzogiorno, con una parte ampia dedicata alla musica popolare, che è in via di pubblicazione su una antologia. Infine, segnaliamo che le sue composizioni stanno avendo un buon successo sui vari social, dove  possono essere seguite ed ascoltate, in particolare su Youtube e sulla sua pagina FB.                                       

Personalmente ringrazio Lello che con il suo lavoro di ricerca ha fatto crescere in me la curiosità e l’attenzione verso un’arte ed una cultura, quella della canto e della musica popolare, che finora avevo un poco trascurato. Come ci ha ricordato ieri su Il Mattino Ruggero cappuccio: “nel panorama delle nostre attività ce n’è una nobilissima che discende direttamente dai ritmi del creato: la musica”. Per questi motivi auspico che anche da parte delle istituzioni e delle associazioni del territorio ci possa essere pari interesse verso un autore e verso le sue opere, che possono aiutarci a capire le nostre radici culturali. Senza trascurare il fatto che la sua musica (come quella di tanti artisti) assume un valore particolare in questa fase, di tipo terapeutico: può essere uno ottimo strumento di socialità e di svago per aiutarci ad uscire da un momento difficile per tutti/e, per cercare di ripartire con la cultura e con nuove forme di coesione sociale a tutti i livelli.

La musica ed il folklore di Lello Traisci cantautore                                                                                                          

Si può definire una vera e propria riscossa del folklore del Volturno, l’ originale iniziativa dell’artista etnofolk Lello Traisci, che comincia il 2022 con un eccellente iniziativa di divulgazione e sinergia fra realtà commerciali e culturali del luogo. L’artista campano residente in Castel Volturno, che lavora come operatore all’accoglienza presso una cooperativa sociale di Capua, per onorare anche col nuovo anno il suo impegno per la tutela e la salvaguardia delle antiche tradizioni musicali e culturali del basso casertano ha coinvolto alcune attività commerciali come: la Tabaccheria De Vita in piazza S. Tommaso d’Aquino e il negozio Va’ Piano Social Shop in piazza dei Giudici e Mater Parade al corso Gran Priorato di Malta 88 tutte a Capua. L’idea è stata quella di omaggiare i clienti delle attività col nuovo cd musicale autoprodotto dal ricercatore e cantore delle tradizioni locali.
E’ cosa ben saputa che il cantautore Traisci da anni si dedica ad una attenta e scrupolosa ricerca musicale e culturale della zona del basso Volturno, collaborando attivamente con numerose pubblicazioni in sinergia con altri ricercatori e scrittori.                                                                                                

L’ispirazione nasce grazie alle tradizioni e alle tante storie raccolte attraverso le interviste  alle persone anziane del territorio. In questo modo in chiave musicale popolare ci regala nuovi brani che parlano dei tempi antichi. Questo nuovo CD è un vero omaggio alla città di Capua perché la copertina di un rigoroso bianco e nero ci mostra una Mater Matuta (le antiche statue di tufo grigio rinvenute nei pressi dell’antico casale Patturelli nel 1845 e che oggi troviamo a Capua al Museo Campano in una esposizione unica al mondo). Sono intensissime le attività artistiche di Lello Traisci: sia come solista che in collaborazione lo troveremo sul web in numerose pagine a lui dedicate, oltre che in una sua pagina Youtube, dove è possibile scaricare gratuitamente i suoi video musicali ed anche dei brevi format di cultura popolare.                                                                       

Il suo impegno per il nuovo anno è di divulgare al massimo questo nuovo lavoro di ricerca e di composizione e di riuscire a fare dei concerti in luoghi di cultura come librerie, musei e magari le scuole per far conoscere e tutti questo genere musicale che spesso erroneamente viene etichettato come musica di nicchia. Per questi egli ci rivolge un appello a non perdere le nostre tradizioni a diffonderle il più possibile, perché solo conoscendo la nostra storia potremmo affrontare dignitosamente il futuro, anche per ripartire con la cultura come coesione sociale civile. In occasione delle feste natalizie, il cantautore Lello Traisci con i suoi collaboratori di ricerca  (il prof. Lello Mengoni , Antonio Lusso e Rocco Donatelli) si sono inventati un nuovo format “Natale con noi“. Si tratta di un breve video dove ci racconta la storia e gli aneddoti di quattro brani che spesso ascoltiamo durante i giorni che precedono il Natale ma di cui ormai non conosciamo più il loro nascere e l’importanza che avevano per i nostri predecessori. Da qui è nata la brillante idea di documentarsi e scavare tra vari libri ed opuscoli disseminati per la nostra regione, tracciando una brave ma significativa storia di questi brani, con l’ impegno di  studiarli e di farli conoscere in una sua interpretazione. Il primo brano è Quanno nascette Ninn,  scritto da Sant’Alfonso Maria de Liguori nel 1754 per far sì che il popolo potesse cantare nella lingua che comprendeva: un brano destinato alla liturgia cattolica nel periodo natalizio.                                                                                             

In effetti si pensa che sia il primo canto cattolico scritto in napoletano.
A. M. de Liguori era un avvocato affermato, figlio di una facoltosa famiglia ed aveva studiato musica per cui riuscì a comporre questo capolavoro, decidendo anche di riproporlo in italiano apportando qualche variazione sia al tema musicale che al testo, Così nacque Tu Scendi dalle stelle…… A 30 anni A. M. de Liguori divenne prete e poi vescovo di Sant’Agata de Goti. In effetti egli ha composto molti altri brani in napoletano per le varie liturgie, fu proclamato santo per le sue innumerevoli opere di carità per aiutare i bisognosi, donando tutto ciò che era in suo possesso e invogliando chi possedeva ricchezze a fare lo stesso.                                                                                                   

Un altro brano proposto ed eseguito da Traisci è A ‘nferta, che ha origini antichissime e viene collocato nella zona della costiera sorrentina, ma di cui non si conosce chi sia il compositore, anche se il testo viene attribuito ad un certo Prospero Cafiero. Il genere del brano è una zingarata con testo composto da 3 settenari e un quaternario, mentre la melodia è in 6/8 ed è composta da 70 strofe. Il brano si cantava come buon augurio per il muovo anno. La tradizione vuole che si andasse in giro a cantare questa canzone per ottenere un offerta da nobili, commercianti e datori di lavoro con il lancio di una pietra ai piedi della persona a cui si voleva augurare un buon anno. La fama raggiunta di questo brano fu tanta che venne inserito nella famosa commedia La cantata dei pastori.                                                                                                                                                                                                   

Il terzo brano è una poesia del noto Ferdinando Russo scrittore e poeta napoletano, che si distinse da altri poeti del tempo per la sua caratteristica di scrittura popolare e schietta molto vicina agli intercalari popolari. Egli ha scritto noti testi di canzoni del repertorio classico napoletano come: Scetate, Tammurriata Palazzola, Serenata a Pusilleco. Il nostro cantautore è rimasto  colpito in particolare da questa ultima poesia, che  col tempo è stata musicata e spesso durante le festività natalizie la ascoltiamo in qualche kermesse musicale con il titolo “A Madonna d’ è mandarine”. L’altro canto è Madonna de la grazia, un canto molto antico che rappresenta il modo di appropriarsi dei canti della liturgia cattolica da parte del popolo cantandoli in dialetto.                                 

Bisogna dire che le feste del Natale e della Pasqua sono le ricorrenze più sentite da parte del popolo per il loro significato legato alla rigenerazione della vita. Infatti, nella cultura popolare il Natale coincide con il solstizio d’inverno, in quanto anticamente – secondo il calendario giuliano – il 25 dicembre veniva considerato il giorno in cui nasceva i sole. Non a caso ai tempi dell’imperatore Aureliano in questa occasione si celebrava il rito pagano del sol invictus, ovvero la celebrazione del sole. Il Natale è soprattutto una festa legata all’intimità della famiglia e viene celebrata con rituali che affondano le loro radici nel più antico sentimento religioso. E’ grazie ad artisti come Lello Traisci che si continuano a tramandare queste antiche ed affascinanti notizie, che vengono riproposte con la loro arte attraverso i canti che ascoltavano e cantavano i nostri nonni. In questo modo oggi riusciamo pur con molte difficoltà a mantenere viva la nostra tradizione.
Per vedere il format basta collegarsi sulla piattaforma YouTube e cercare Natale con Noi 2021 (sul canale Rocco Donatelli). https://youtu.be/YdDLNRaO-oE    Oltre a tutto ciò Lello Traisci ci presenta anche il suo ultimo lavoro il CD “Graffiti Popolari“, una raccolta con tre brani inediti più i precedenti brani che lo hanno reso noto nel territorio ed oltre. La copertina del CD già parla da sé con un rigoroso bianco e nero e con una splendida immagine di una Mater Matuta a cui il nostro autore da tempo dedica studi e ricerche per poi donarci meravigliosi brani.                               

**Pasquale Iorio, le Piazze del Sapere

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