NON CHIAMA GLI ALUNNI TRANSGENDER CON IL NOME CHE VOGLIONO/ Licenziato prof: “la scuola mi ha tradito”
Licenziato perché rifiuta di chiamare gli studenti con il nome da trans prescelto da loro e vuole chiamarli con il nome di nascita, il caso di un insegnante americano
Un insegnante di 28 anni, John Kluge, è stato licenziato dal liceo dove lavorava, la Brownsburg High School nello stato dell’Indiana, perché insisteva a chiamare i suoi studenti con i nomi di battesimo e non con quelli scelti al momento di cambiare sesso. Secondo Kluge i responsabili della scuola negli ultimi tempi hanno cominciato una politica sempre più repressiva nei confronti dei docenti che rifiutano i nomi scelti dagli studenti trans. L’insegnante e i responsabili erano riusciti a trovare una forma di compromesso: chiamarli semplicemente per cognome (come peraltro in Italia si fa sempre, o almeno si faceva, per evitare una controproducente familiarità che ha portato, come si vede ormai quasi ogni giorno, a qualunque mancanza di rispetto nei confronti dei docenti). Sembrava tutto a posto, ma alla fine dell’anno scolastico Kluge è stato richiamato e gli è stato comunicato che dall’anno prossimo avrebbe dovuto adeguarsi alla regola imposta: chiamare i ragazzi per nome, quello che loro avevano scelto.
QUANDO UNO STUDENTE PUO’ CHIEDERE DI ESSERE CHIAMATO COME VUOLE
Secondo un promemoria dell’Indiana Family Institute, gli studenti devono avere un consenso scritto da parte di entrambi i genitori e di un dottore per poter usare il nome di preferenza transgender a scuola. Adesso il liceo dice che il docente si è dimesso di sua spontanea volontà, mentre lui replica dicendo trattarsi di falsità e di voler ancora lavorare in quella scuola. Il motivo di tutto questo? Secondo quando riporta il quotidiano locale Indianapolis Star, Kluge sostiene che questo atteggiamento della scuola va contro il suo credo religioso e viola i suoi diritti costituzionali: “Mi costringono a incoraggiare gli studenti in quello che ritengo sia uno stile di vita pericoloso. Mi sta bene insegnare loro altre credenze religiose o laiche, ma il fatto di obbligare gli insegnanti a parlare in un certo modo è una cosa spaventosa”. Kluge ha fatto ricorso, il suo caso verrà esaminato dalal scuola il prossimo mese di luglio.
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