Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Non è più il tempo di tacere di Vincenzo Giannone

Posted by on Feb 3, 2022

Non è più il tempo di tacere di Vincenzo Giannone

Il proceduralmente corretto, vuol dire ingannare il popolo. Si dichiara uno stato d’emergenza, che non ha fine, e tutto diventa proceduralmente corretto, ossia legale. Gli italiani devono rispettare le regole, afferma Sileri; certo, prima si fanno le regole secondo i propri fini e poi gli italiani le devono rispettare. È la politica di convenienza, ossia del politicamente corretto.

Possiamo dire che il presidente della repubblica non sia stato eletto secondo le regole? Sicuramente no. È stata una procedura regolarmente corretta[1], non c’è dubbio, salvo a vedere se il popolo ha subìto la volontà di poche figure che pensano d’avere acquisito il diritto di governare secondo i propri fini politici. Chiediamoci che cosa è diventata la politica oggi. Salvo Fratelli d’Italia, all’opposizione, che ancora conserva princìpi e ideali nazionali, tutti gli altri partiti sono agonizzanti. Non ci sono più né socialisti né comunisti, né democristiani né repubblicani, né il centro, né la destra e né la sinistra, c’è solo l’egoismo, la presunzione e la mediocrità di chi pretende di governarci. Ambiziosi senza alcun concetto di popolo, comunità e nazione, uomini asserviti al potere economico, alla ricerca continua di posizioni sempre più ambite e sempre più ricche, che calpestano tutto e tutti convinti che il popolo sia un branco di gnu che stanno solo a guardare. Sileri e Speranza sono un eclatante esempio di superbia e di ambizione.  Avrebbero dovuto dimettersi e invece sono ancora lì imperterriti a governare come per “diritto divino”. Il primo ministro Draghi è al servizio dei poteri forti, che considerano gli uomini come polli d’allevamento o afidi per le formiche? Il connubio Draghi–Mattarella è perfetto, solo il Parlamento è un’ombra che vaga nelle stanze del palazzo Montecitorio.

Le cose dette e scritte pubblicamente, come diceva Cavour, sono ad usum lectorum, vale a dire dette e scritte appositamente per quelli che le ascoltano e le leggono, ossia per gli ingenui, perché la vera politica, quella dell’intrigo, quella nascosta, quella degli atti intimi e degli accordi segreti, quella che il popolo non deve sapere e non deve conoscere, non è quella che emerge in superficie come la punta di un isberg ma quella sommersa, quella che nessuno vede e nessuno sa. Molto di ciò che si dice pubblicamente, si scrive sui giornali e si dice alla Tv è falsato e distorto perché tutto è finanziato, voluto e mantenuto in vita da chi detiene il potere economico e politico.

Nulla più è come prima, è stato detto chiaramente, e nulla più sarà come prima se non ci svegliamo da questo sonno indotto dal governo. Addio libertà. Salvo poche eccezioni, tutto è propaganda, e poiché tutti aspirano a posizioni sempre più alte e a stipendi sempre più gonfi, in quest’epoca di sfrenato benessere, dove tutto si vorrebbe avere, fama e ricchezza, ogni cosa passa in second’ordine, compresa la vera politica, intesa come amministrazione democratica della polis. Della democrazia, quella vera, è rimasto solo il nome.

Con l’estinzione dei grandi partiti politici, che nel bene o nel male avevano una loro ideologia, l’Italia è una nave senza guida che va alla deriva. Il popolo cerca con affanno un nocchiero che lo conduca in un porto sicuro, ma è continuamente ingannato e raggirato da uomini senza amor patrio e senza cultura, quella vera e non quella dei falsi sapienti, uomini intriganti e bugiardi, politicamente corretti, che considerano le elezioni politiche uno sgabello per ascendere a posizioni più alte. Con il denaro tutto si compra e tutto si corrompe, e con il ricatto (vedi il green pass) tutto si ottiene!

Apriamo gli occhi, prima che sia troppo tardi, non restiamo indifferenti, non restiamo ad assistere passivamente alla rovina dell’Italia. La pandemia è solo una scusa per gestire il potere a piacimento. Se non facciamo sentire la nostra voce ovunque, se restiamo in silenzio, vaccinati o non vaccinati, se non parliamo e non scriviamo, la pandemia finirà ma il green pass resterà e saremo per sempre ricattati e ricattabili, sudditi e non liberi cittadini.

Se oggi non parliamo, se oggi non protestiamo, se non alziamo la voce sarà la fine della civiltà e delle libertà personali, e l’inizio di un’epoca oscura. Ci mettono alla prova per vedere come reagiamo. Ci hanno messo gli uni contro gli altri per vedere se il “gioco” funziona, se il popolo si ribella o accetta e tace. Fratelli contro fratelli, figli contro genitori, amici contro altri amici. Se restiamo in silenzio sarà la fine non solo per i No vax, che a torto o a ragione difendono la libertà di tutti, ma per ognuno di noi. E se la battaglia sarà vinta, sarà grazie a quelli che non si sono fatti plagiare dalla propaganda del governo intesa a convincere con la stampa e la televisione una parte sempre più vasta della popolazione.

Da oggi, 1° febbraio 2022, si potrà vivere solo se si è in possesso del green pass. Ecco il risultato della propaganda e della nostra indifferenza e apatia. Aspettiamoci nuove limitazioni non solo per quelli che non cedono al ricatto del governo ma per tutti. Difendiamo la nostra libertà o il sorriso scomparirà dai nostri volti. Non siamo conformisti ma anticonformisti.

Se non agiamo, se non parliamo tra di noi e non ci confrontiamo, se non protestiamo e alziamo la voce, questi ministri non si fermeranno, e prima o poi ci ricatteranno allo stesso modo per altri motivi. Autotrasportatori, portuali, ferrovieri, prendete esempio dai canadesi. Non è più il tempo di convincere i no vax a vaccinarsi ma di convincere i vaccinati a non stare al gioco del ministero, a non sottomettersi alla volontà e al dispotismo del governo.

Se oggi restiamo in silenzio e abbassiamo la testa, domani non ce la faranno più alzare. Questi signori se ne infischiano della democrazia e della Costituzione, che interpretano a convenienza con il “politicamente corretto”.

1° febbraio 2022


[1] L’articolo 85 della costituzione recita: «Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni. Trenta giorni prima che scada il termine, il Presidente della Camera dei deputati convoca in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. […]». Questo articolo, di fatto, non vieta la rielezione del presidente della Repubblica ma ne limita la durata.

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