Il Gran Cortese (e il grandissimo don Ferdinando)
Nel mio precedente articolo su Giulio Cesare Cortese, elencandone gli scritti, ho omesso quello che, molto probabilmente, è il suo indiscusso capolavoro: La tiorba a taccone,[1] una raccolta di sonetti in Napoletano il cui autore, ufficialmente, sarebbe un tal Felippo Sgruttendio de Scafato che, secondo quelli che sono convinti della sua effettiva paternità, non è altro che lo pseudonimo anagrammatico di Don Giuseppe Storace D’Afflitto, un uomo di lettere pressoché sconosciuto. Tanti altri studiosi, invece, e sono i più, affermano con certezza che dietro quel nome si celi lo stesso Giulio Cesare Cortese.
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