Storie del brigantaggio post-unitario nei Picentini (V)
“Altri indizi urgentissimi di colpabilità così per Sebastiano De Cristofaro come pel figlio Salvatore e per Domenico Faino sorgevano dalle dichiarazioni di Nicola Mele di Mattia e di Fioravante D’Ascoli di Antonio di Giffoni, tant’è che indussero l’autorità di P.S. di arrestarli tutti e tre per denunziarli al potere giudiziario. A carico di Liborio Falconieri che ritrovasi coi briganti, di Rosario De Cristofaro altro figlio di Sebastiano, ora militare per servire tre mesi, e di Pasquale Faino da Montella gravi manifestazioni venivano fatte dal nominato Mele Nicola di Mattia, il quale disse che già da molti giorni prima del ricatto aveva sentito dire che i briganti bazzicavano sui Piani di Giffoni, e che egli aveva sospettato che erano in relazione col massaro De Cristofaro Sebastiano, essendo costui amico o compare del Manzi, vi aveva avuto quella relazione in occasione dei ricatti fatti dal Manzi del figlio del Sign.Elia Visconti di Giffoni, e del noto Inglese.
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