Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Associazione Domenico Scarlatti Stagione Concertistica 2019

Posted by on Set 24, 2019

Associazione Domenico Scarlatti Stagione Concertistica 2019

29 Settembre Domus Ars Via Santa Chiara 10 New Directions Piano Guitar, di Max Fuschetto

La poetica di New Directions Piano Guitar tocca anche la riflessione sul pensiero musicale africano che attraversa da sempre il lavoro di Max Fuschetto. È solo uno stereotipo che la musica africana coincida col ritmo (Gerard Kubik). Tutt’altro. Africa è un percepire originale del fenomeno del suono, un sentire che sconfina in un universo simbolico che rappresenta il mondo nella sua totalità: linguaggio, segno grafico, relazioni umane, natura, consapevolezza storica. E poi quella esplorazione originalissima del tempo e dello spazio realizzata attraverso il movimento.

In New Directions Piano Guitar continua il lavoro avviato Con Secret Shadows del Sùn Ná del 2015, e poi in Mother Moonlight 2018, l’ idea di una riflessione di timbri, di una polifonia di registri, di una continuità originale tra corde, il pianoforte e la chitarra elettrica, è stata premiata dall’attenzione di networks internazionali come la NDR Kultur di Amburgo e la Funkhaus radio di Berlino.

Domenica 29 Settembre, nel prestigioso cartellone dell’associazione Domenico Scarlatti diretta dal musicista compositore e musicologo Enzo Amato, un nuovo capitolo di quest’avventura sonora si realizzerà alla Domus Ars di via S. Chiara a Napoli con Enzo Oliva al piano & Pasquale Capobianco (Osanna) alla chitarra elettrica.

Biglietti da 10 e 5 euro.

Max Fuschetto

è considerato dalla critica (Amadeus, Il Giornale della Musica, La Repubblica, Il Manifesto, NDR Kultur, Rumore, Il Mattino di Napoli, Il Corriere della Sera, ecc) e dal pubblico uno dei compositori più originali del panorama musicale contemporaneo di estrazione colta.

Enzo Oliva

Si è distinto in numerose competizioni nazionali ed internazionali, tra cui il Concorso “Vittorio Gui” di Firenze, insieme al violoncellista Danilo Squitieri, con cui collabora stabilmente, ed il XX Concorso “Ennio Porrino” di Cagliari; nel 2007 la casa discografica “Idyllium” ha pubblicato un CD live con la sua esecuzione, in prima assoluta, del concerto per pianoforte e orchestra di Gino Palumbo diretto da Pietro Mianiti, e nel 2017 l’Italian Word Beat ha pubblicato “Mother Moonlight”, un album in cui esegue musiche inedite del compositore campano Massimiliano Fuschetto. Tiene regolarmente concerti in Italia ed all’ estero come solista, con orchestra e in differenti formazioni da camera, collaborando con le prime parti di alcune tra le più importanti istituzioni sinfoniche italiane ed europee.

Pasquale Capobianco, Guitar

ha suonato con Pino Daniele (Tutta n’ata storia 2014), PFM, Nuova Compagnia Di Canto Popolare, Alan Sorrenti, Corrado Rustici, Banco, New Trolls, Le Orme, David Jackson è il chitarrista dell’attuale formazione degli Osanna.

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Le sinfonie di Mozart che forse non sono di Mozart: “Quella firma per oscurare l’italiano Luchesi”

Posted by on Ago 24, 2019

Le sinfonie di Mozart che forse non sono di Mozart: “Quella firma per oscurare l’italiano Luchesi”

Dalla Jupiter alla Parigi, le opere che potrebbero essere state composte da altri autori, ma attribuite al genio di Salisburgo. Lo studio di Luca Bianchini e Anna Trombetta: “Chi acquistava la musica ne deteneva i diritti, compreso quello d’attribuirla ad altri, vincolando al silenzio il vero autore”

La Jupiter, la Haffner, la Posthorn, la Parigi, la Praga. Sono tra le sinfonie di maggior successo di Wolfgang Amadeus Mozart. Ma che potrebbero non essere di Mozart. Almeno secondo due ricercatori italiani e studiosi della Wiener KlassikLuca Bianchini e Anna Trombetta che stanno per pubblicare il risultato delle loro ricerche ventennali, Mozart, la caduta degli dei, una biografia critica di Mozart che mette a fuoco “i punti contraddittori della sterminata bibliografia mozartiana: li verifichiamo e li analizziamo”. Su Mozart è stato scritto di tutto, le biografie si sprecano, ma come fa notare il ricercatore e musicologo Luca Bianchini “ciascun biografo ha provato a dipingerci una figura diversa del genio di Salisburgo, rendendo evidente – com’era nello spirito del Romanticismo e dei movimenti nazionalistici del Novecento – quanto di grande e di bello vi fosse contenuto”.

Il loro lavoro, così come La musica del sole del direttore d’orchestra e compositore Enzo Amato, emerge che le sinfonie e serenate di maggior successo di Mozart sarebbero attribuibili ad altri. La Jupiter (Sinfonia n. 41, K 551), la Haffner (Sinfonia n. 35, K 385), la Posthorn (Serenata n. 9, K 320), la Parigi (Sinfonia n. 31, K 297), la Praga (Sinfonia n. 38, K 504) e altre opere. Mozart, scrive Amato, “in soli 35 anni di vita, considerando che nei primi cinque anni la produzione è scarsissima, scrive circa settecento lavori. Una media di ventitré lavori all’anno, due al mese per trent’anni di seguito. Durante i suoi frequenti spostamenti Amadeus passava molti giorni in carrozza: non credo che con le strade sterrate dell’epoca fosse possibile scrivere musica senza errori per giunta”.A corroborare le tesi degli studiosi sono i manoscritti presenti nel fondo musicale della Biblioteca Estense di Modena, nella quale, spiegano Bianchini e Trombetta “ci sono le parti staccate della sinfonia Jupiter, che hanno attribuito a Wolfgang Amadeus Mozart, ma che lì sono anonime. Quelle dell’anonimo autore sono del 1784 o forse precedenti. La partitura di Mozart, stessa musica, è del 1788, quindi Mozart deve aver copiato da una partitura preesistente, che risale almeno al 1784”.

Affermazioni che faranno saltare sulla sedia gli amanti del talento

austriaco e potrebbero aprire orizzonti inediti nella storiografia musicale: “Occorre considerare – aggiungono Bianchini e Trombetta – che i problemi che il fondo di Modena solleva, non si limitano alla Jupiter. Ci sono in quell’archivio modenese altre sinfonie anonime attribuite poi a Mozart e molte anonime attribuite successivamente ad Haydn”, la qual cosa potrebbe essere spiegata solo prendendo in esame alcune delle costanti che regolavano la fruizione e la diffusione musicale ai tempi del cosiddetto classicismo viennese. “La musica poteva essere acquistata da ricchi, arbitrariamente sottratta al vero autore, attribuita ai direttori a servizio dei nobili di turno. Chi acquistava la musica ne deteneva i diritti, compreso quello d’attribuirla ad altri, vincolando al silenzio il vero autore, solennizzando l’accordo col notaio”.

A far supporre che le musiche in questione potessero essere, in mezzo ad altri, anche dell’italiano (veneto) Andrea Luchesi è, oltre a diversi altri indizi, una firma autografa di Mozart sotto la quale emerge quella autografa di Luchesi, come lo stesso compositore, che per circa un ventennio fu Kapellmeister della corte di Bonn ed ebbe tra i suoi allievi Ludwig Van Beethoven, andava firmandosi: “I frontespizi dei lavori di

Modena vennero strappati. Il nome di Luchesi compare nella partitura d’una sinfonia – trattasi della summenzionata ‘Parigi’ – conservata a Regensburg, che è significativamente anche nell’archivio di Modena, ma è stato cancellato da qualcuno, che vi ha sovrapposto la firma di Wolfgang Amadeus Mozart”. Ed è a proposito di questa sinfonia che tanto Amato quanto Bianchini e Trombetta riportano la vicenda secondo la quale Mozart, una volta giunto a Parigi (nel 1777, a 21 anni) fu  cacciato dalla città poi dal barone Melchiorre Von Grimm, dopo che quest’ultimo aveva scoperto che la sinfonia di Mozart era in realtà un falso. Una serie di circostanze e di studi che, se la storia e il tempo dovessero confermare, ridimensionerebbero il numero di composizioni di Mozart, senza di certo sfiorare la grandezza del genio.

Fabrizio Basciano

fonte https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/04/03/le-sinfonie-di-mozart-che-forse-non-sono-di-mozart-quella-firma-per-oscurare-litaliano-luchesi/2579089/

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LA NOTTE DELLA TAMMORRA A NAPOLI CON L’ALTA TERRA DI LAVORO

Posted by on Ago 10, 2019

LA NOTTE DELLA TAMMORRA A NAPOLI CON L’ALTA TERRA DI LAVORO

L’Arte Musicale dell’ alta Terra di Lavoro torna alla Capitale, Napoli, dopo 2 secoli e mezzo alla Corte di Re Carlo ma questa volta non è Carlo di Borbone di Napoli ad aspettarli ma sarà Carlo Faiello, direttore artistico dell’ evento “La Notte della Tammorra” organizzato dall’ Ass. “Il Canto di Virgilio” che si terrà il 15 agosto 2019 a Napoli alla rotonda Diaz su lungomare Caracciolo.

L’evento da molti anni è diventato una tappa fissa della musica, non solo popolare, di tutta l’Italia Peninsulare, una volta Regno di Napoli, per volontà di Carlo Faiello che ha faticosamente recuperato lo spirito che animava la gloriosa festa di Piedigrotta, sostituì quella orgiastica di origine pagana pre-cristiana, che una volta l’anno e per molti secoli, accoglieva in quei pochi giorni tutti i musicanti, cantori, ballatrici e ballatori, termini che si usavano per il mondo della musica popolare, che da tutto il Regno arrivavano in pellegrinaggio a rendere omaggio alla Madonna di Piedigrotta per poi esibirsi con la loro musica e i loro balli; la Festa di Piedigrotta ha anticipato di alcuni secoli quello che oggi è l’Oktoberfest e i Festival sparsi in giro per il mondo. Carlo Faiello artista napoletano a 360 gradi illustre figlio della “Scuola Musicale Napoletana” che gli addetti ai lavori chiamano semplicemente “La Scuola”, ha dato il titolo “La Notte della Tammorra” per rendere omaggio alla sua amata città e alla sua amata terra ma ha voluto che divenisse anche un incontro tra tutte le arti musicali popolari del sud della Penisola Italica che si esibiscono in purezza prima del suo concerto. Inconsapevolmente Carlo Faiello ha ereditato, cosa vuol dire fidarsi e farsi guidare dalla propria anima che ti porta in una strada a te sconosciuta, anche il “modus operandi” dei Borbone che furono i primi che portarono i Lazzari e la Musica Popolare a Corte quando a palazzo Reale si festeggiavano la nascita degli Infanti e l’affiancarono alla Musica Importante, quella del San Carlo per intenderci confermando e rinnovando il “sacro e profano” che a Napoli ha la sua sede naturale. In pochi sanno che Ferdinando IV quando andò a Taranto per una visita diplomatica rimase folgorato dal ritmo della “PizzicaPizzica” e volle che fosse trascritta per farla diventare, come spesso ci ricorda il M.so Enzo Amato, musica “Esatta” per affiancarla alle più note “Tarantelle” e “Tammurriate”. Stessa cosa accadde quando ascoltò per la prima volta il “Salterello” di cui rimase rapito e volle che seguisse la stessa sorte della “PizzicaPizzica” facendolo trascrivere e pretese che le suddette musiche venissero suonate al suo funerale insieme alla Tarantella e alla Tammurriata “(Lettera di. FERDINANDO. QUARTO DI BORBONE a suo figlio. Francesco, dicembre 1820). …. donò al consorte e all’intero reame …… beffardo funerale alla misera …… specie di salterello campagnolo, …… tenevano spettacoli di tarantella e..”

Carlo Faiello seguendo il suo istinto di artista napoletano e grande personaggio di Cultura che non l’assorbe ma la crea, dopo che nelle precedenti edizioni ha portato a Napoli musiche del Cilento, del Salento, della Calabria, del Gargano e della Sicilia quest’anno ha voluto anche la musica popolare dell’alta Terra di Lavoro, degli Abruzzi, del Molise e dei territori che una volta confinavano con il Regno di Napoli che sono il Saltarello o Salterello e Ballarella. Gli artisti che hanno avuto il piacere e l’onore di essere stati scelti da Carlo Faiello a rappresentare l’alta Terra di Lavoro sono delle vere eccellenze che da anni spendono la propria vita nel conservare e trasmettere le vere tradizioni musicali, e non solo, del nostro territorio. I Musicanti vengono dalla Valle di Comino, in Terra di Lavoro, per l’esattezza da Villa Latina, una volta e per molti secoli Agnone, luogo che da i natali a grandi Zampognari che da tempo immemore diffondono la propria Musica in tutto il mondo che a Napoli divenne arte, avranno i nomi di Domenico Fusco alla Zampogna a Chiave, Diego Fusco alla Ciaramella, Angelo Fusco alla Zampogna, Petrilli Luca al Tamburello e Salvatore Sarda all’Organetto che indosseranno gli abiti tipici della zona con i famosi “Scarpitti” ai piedi noti anche perché indossati dai Briganti Insorgenti. Alle danze si esibiranno le “Ballatrici” che avranno il nome di Maya Tedesco, Marilena Norato, Lorenza Di Stefano e Cinzia Zomparelli. Con queste premesse, che ad alcuni possono sembrare esagerate o di parte, vi invitiamo a venire il 15 agosto ’19 a Napoli alla “Notte della Tammorra” perché non sarà un normale concerto ma una grande festa non popolana ma Popolare scritto per l’appunto con la P maiuscola dove tutti saranno protagonisti e ci sarà da divertirsi.

Claudio Saltarelli

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“Estate al Cortile” con l’Ass. Il Canto di Virgilio

Posted by on Ago 5, 2019

“Estate al Cortile” con l’Ass. Il Canto di Virgilio

COMUNICATO STAMPA

“Estate al Cortile”

Real Casa Santa dell’Annunziata – Via Annunziata 34, Napoli

Rassegna di spettacoli dall’ 8 al 18 agosto 2019

Da giovedì 8 a domenica 18 agosto, il Cortile della Real Casa Santa dell’Annunziata aprirà al pubblico il suo magnifico cancello cinquecentesco e si trasformerà ancora una volta in uno spazio dedicato alla musica e al teatro, palcoscenico di eccezione su cui si esibiranno per undici serate di seguito i grandi interpreti della tradizione classica napoletana.
Promossa e sostenuta dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, nell’ambito del programma dell’Estate a Napoli 2019, la rassegna“Estate al Cortile” è realizzata dall’Associazione Il Canto di Virgilio.
Serate di musica colta, popolare e classica si alterneranno a spettacoli teatrali offerti gratuitamente al pubblico di cittadini e turisti che potrà godersi in uno dei luoghi più suggestivi del centro storico della città, il meglio della produzione artistica della tradizione classica napoletana.

PROGRAMMA

Giovedì 8 agosto ore 21.00
Antonella Morea
“Mamma” di Annibale Ruccello
“Mamma” piccole tragedie minimali di Annibale Ruccello, regia di Geredo D’Andrea,
e’ un testo a più voci raccontate da una sola attrice :Antonella Morea. Tante mamme e la loro crudeltà, follia, le favole nere e la crisi profonda di uno status femminile, talvolta difficile e perverso. Mamme che poi via si trasformano, nei vari episodi, in figure irrimediabilmente corrotte dai mass-media, una folla di donne attorniate da ragazzini che si chiamano Deborah, Samanta, Morgan, nelle cui conversazioni si confondono messaggi personali, echi televisivi, slogan di rotocalchi; dove la pubblicità si sovrappone alle confidenze, le telenovelas alla sfera privata e gli inni liturgici alle canzonette di Sanremo. Fanno da contrappunto musicale brani famosi dedicati alle mamme. Fisarmonica Vittorio Cataldi.

Venerdì 9 agosto ore 21.00
Lalla Esposito e Massimo Masiello
” ‘E primme vase tuoje l’aggio avute io”
L’amore di un uomo e di una donna, in forma di concerto-spettacolo per uno dei più grandi geni del 900: Raffaele Viviani.
Attraverso le loro voci prendono forma i suoi innamorati,i guappi, le pro storie. …gli angeli della sua drammaturgia che chiedono una speranza (da ultimi) per continuare a sperare per vivere.
Un viaggio tra le parole e la vita di Raffaele Viviani. Attore, commediografo, compositore, poeta e scrittore italiano, egli intendeva portare in scena la verità, la miseria, l’ingiustizia, e marchiò le sue sceneggiature e le sue canzoni con una lingua scarna, aspra e tagliente, ben lontana dallo stile che faceva del teatro colto un’esclusiva delle classi più agiate, riuscendo perciò a coniugare contenuti profondi ad una possibilità di fruibilità da parte di tutti. Al piano Luigi Tirozzi

Sabato 10 agosto ore 21.00
Mario Maglione
‘E stelle ‘e Napule
Nella notte di San Lorenzo, il maestro Mario Maglione propone un concerto di canzoni classiche napoletane dal titolo ‘E Stelle ‘e Napule. Lo spettacolo promuove la magia della canzone classica napoletana. Le melodie classiche cantate da Mario Maglione suscitano forti sensazioni grazie alla sua bravura nel coinvolgere il pubblico. L’artista, accompagnato dai suoi musicisti, attraverserà e percorrerà i momenti più intensi e significativi della storia della canzone classica e popolare napoletana. Il periodo proposto, va dalla fine del ‘600 ai giorni nostri.
In questo arco di tempo, lo spettacolo evidenzierà nelle varie fasi, i percorsi e le evoluzioni di quest’arte fatale considerata patrimonio culturale mondiale.
Celebre in tutto il mondo, la canzone classica napoletana va oltre i luoghi di appartenenza, divenendo patrimonio comune e dunque linguaggio universale.
Chitarra- Michele Cordova, Fisarmonica – Andrea Bonetti

Domenica 11 agosto ore 21.00
Patrizia Spinosi
“Il mare di fronte” Cantando Napoli dall’altra parte
Se cantiamo lontano dalla nostra città ci assale quella dolce malinconia che ha caratterizzato il canto di tutti quelli che nel secolo scorso l’hanno lasciata.
Con questo concerto Patrizia Spinosi entra nelle pieghe di un repertorio di struggente passione. La stessa che infondevano gli interpreti del passato nelle loro esecuzioni, passando, dunque, per Di Giacomo, Pisano, Libero Bovio, attraversando il repertorio di Gilda Mignonette.
Quando Napoli ci appare “dall’altra parte”, quando la sentiamo e viviamo da lontano, riusciamo a mettere in un angolo la timidezza che, per pudore di tutta la retorica intorno alla città e le sue canzoni, non riesce a liberare le emozioni di chi la canta.
Ė il momento, invece, di spiegare la voce e aprire il cuore ai poeti e ai compositori senza più riserve, vivendo intimamente la “semplicità” e la forza di tutto l’amore che hanno raccontato.
La Spinosi ha maturità vocale e teatrale, una grande forza espressiva e saprà far innamorare il pubblico con ogni parola parlata, con tutte le note cantate.
Un concerto entusiasmante, che scompiglia il cuore di chi lo ascolta.
Arrangiamenti – Michele Bone’, Chitarra – Gennaro Esposito

Lunedì 12 agosto ore 21.00
Iolanda Schioppi
“TROIANE – Figlie di un Dio minore ?”
Testo di Iolanda Schioppi da Euripide Regia di Iolanda Schioppi
E’ uno spettacolo teatrale in lingua napoletana, nato da uno studio che affonda le sue radici nella storia e nelle origini del teatro. L’autrice, Iolanda Schioppi, pone le basi per una riflessione sul tempo e il suo ripresentarsi nel presente in maniera puntuale, come se l’umanità intera fosse prigioniera di un incantesimo da sciogliere. Il testo prende a pretesto il mito e la storia delle Troiane, per tessere un tessuto contemporaneo che da voce all’amore, alla vulnerabilità della condizione umana, al potere, alla distruzione, al desiderio di libertà, all’assoggettamento e al dolore struggente di chi non ha forza e voce per essere sentito o vendicato ponendo l’attenzione alla lotta contro ogni forma di dominio.
In scena con Iolanda Schioppi, Agnese Laurenza e Caterina Giugno

Martedì 13 Agosto ore 21.00
Aurora Giglio
La Notte della Posteggia Napoletana
La notte della posteggia napoletana dedicata ad una delle massime espressioni della canzone napoletana. Uno spettacolo musicale che vuole essere un riconoscimento ad un’ antica forma di spettacolo estemporaneo attraverso un vastissimo repertorio che si estende dalle più note canzoni classiche napoletane a dei veri e propri tesori della tradizione partenopea attraverso “macchiette”, momenti di poesia e non solo.
Fisarmonica – Vittorio Cataldi, Chitarra – Edo Puccini

Mercoledì 14 agosto ore 21.00
Matteo Mauriello
Soirèe Napoletana
Fantasia di versi, prosa e musica
Un viaggio attraverso storie, luoghi, canzoni e personaggi del nostro Sud che hanno segnato un’epoca, l’epoca delle emigrazioni, ma allo stesso tempo il secolo d’oro, la “belle epoque”.
La Napoli di un tempo che fu… che ci sembra così lontana, ma che invece è così vicina, così presente nei nostri sguardi, nel nostro vissuto e nei nostri animi.
“Soirèe Napoletana” traccia quindi un percorso storico di questo immortale e affascinante popolo che ha abitato vicoli, piazze, che ha dovuto abbandonare questo mare e questa terra per necessità e che ha infinitamente amato questa nostra meravigliosa città, dominatrice e dominata.
Chitarra- Sossio Arciprete, Voce- Marianita Carfora
In scena Matteo Mauriello Attore- Cantante – Chiara Di Girolamo voce – Sossio Arciprete Chitarra ed effetti – Vinceno Laudiero flauto

Giovedì 15 agosto ore 21.00
Ciro Capano & Orchestra
Suoni e Sospiri di Napoli
Recital di Canzoni Classiche Napoletane
Ciro Capano, bravissimo cantante /attore nel suo “Suoni e Sospiri di Napoli”, recital di Canzoni Classiche Napoletane, ripercorre a ritroso i fasti della canzone classica napoletana dell’Ottocento e del Novecento: da Salvatore Di Giacomo a Libero Bovio, da Vincenzo Russo a Roberto Murolo, da Ernesto Tagliaferri a Salvatore Gambardella fino a Raffaele Viviani, passando attraverso i vari stili di questi autori. II tutto è filtrato dal punto di vista di un artista che conosce l’importanza della memoria e del tenerla viva.

Venerdì 16 Agosto ore 21.00
Lello Ferraro
«Contacunte»
Miti, Storie e Leggende tratti dalla tradizione dei Cantastorie
Che sia cantata o raccontata è la favola il tema principale a cui si ispira questo concerto di musica popolare. Sui ritmi e sulle melodie che caratterizzano la nostra tradizione verranno evocati i Miti, le Leggende e i Personaggi che popolano il mondo delle nostre fiabe.
In scena il Cantastorie che, accompagnato da bravissimi musicisti, si attiverà nell’intento di stabilire una relazione con il pubblico.
Il tutto orientato alla comunicazione essenziale del racconto in musica; una narrazione di antica memoria, leggera e delicata, sempre più oscurata dai ritmi turbolenti dei mass-media odierni.
Giovanni Leonetti -chitarre e plettri; Francesco Migliaccio-Fisarmonica;
Fabio Soriano- ciaramella, flauti.

Sabato 17 Agosto ore 21.00
Fiorenza Calogero
“Vento del Sud”
Voce mediterranea inconfondibile, che nella sua ventennale carriera tra l’altro è stata tra le colonne de La Gatta Cenerentola di Roberto De Simone e di Passione di John Turturro, Fiorenza Calogero con “Vento del Sud” parla di tutto quello che il vento del Mediterraneo, grande fucina nella quale le culture sono nate fondendosi nell’accoglienza, può portare. Parla della fortuna di essere gente del viaggio e dello spostamento.
Fiorenza Calogero – Voce e percussioni, Marcello Vitale- Chitarra battente Carmine Terracciano -Chitarra napoletana


Domenica 18 Agosto ore 21.00
Enzo Amato
Neapolitanata
Arie fuori e dentro al Palazzo
Saranno protagonisti del Concerto di chiusura, Gabriella Colecchia, (una delle più interessanti voci italiane, vincitrice del prestigioso Luciano Pavarotti International Voice Competition di Philadelphia ed interprete di grandi opere in tutto il mondo che si è esibita in prestigiosi teatri tra cui il Teatro Real di Madrid, il Teatro Coliseo di Buenos Aires e il Teatro San Carlo di Napoli), il chitarrista Francesco Scelzo, ed Enzo Amato, (chitarrista , compositore e direttore d’orchestra, conosciuto per la sua immensa passione per il Settecento Musicale Napoletano).
Il Concerto ha come titolo Neapolitanata: Arie fuori e dentro al Palazzo e presenterà brani colti e popolari di Giovanni Paisiello, Niccolò Piccinni, Saverio Mercadante, Gaetano Donizetti, Gioacchino Rossini e Anonimi in voga nel Settecento al tempo dei Borbone
Gabriella Colecchia – Mezzosoprano
Enzo Amato e Francesco Scelzo- Chitarre

Tutte le sere dalle ore 20.30 alle 21.00 “ Una Partenope narrata” a cura di Antonio Faiello Show

Info : 0813425603
infoeventi@domusars.it
addetto stampa : Enrica Buongiorno

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Quando gli zar cercavano la musica di Napoli

Posted by on Lug 17, 2019

Quando gli zar cercavano la musica di Napoli

Partivano dalla Campania viaggiando mesi, in carrozza, attraverso le Alpi e i Paesi dell’Europa dell’Est. Fino ad arrivare a San Pietrobuorgo, dove nel Settecento erano tra i compositori più richiesti. Da Cimarosa ad Araja, ecco chi erano i musicisti più richiesti dalle famiglie imperiali russe Un filo diretto, in note. Che annoda Napoli e San Pietroburgo. Nel Settecento alla corte delle imperatrici Anna, poi Elisabetta e infine Caterina II c’era la musica napoletana. Artisti alla corte delle zarine, punto più alto di un mecenatismo che richiamava il Rinascimento, tra artisti, scenografi, architetti. Dall’Italia ma soprattutto dalla capitale del Regno di Napoli. In viaggio per sei, anche sette mesi verso la Russia, in carrozza, c’era da attraversare le Alpi, poi i pezzi dell’Europa dell’Est prima di arrivare nelle corti ricche, affamate di bellezza e arte. I russi cercavano Napoli. Offrivano una ricca vita di corte, compensi impensabili in altre parti del Vecchio Continente. E ci fu così un flusso di partenopei a corte. “Addirittura la tarantella veniva riscritta anche da ognuno dei musicisti del Gruppo dei Cinque. Miliij Balakirev, Cesar Cui, Aleksandr Borodin, Modest Musorgskij, Nikolaj Rimskij-Korsakov, la musica popolare russa lontana dai suoni dell’Occidente ma innamorata di quella napoletana”, spiega il Maestro Enzo Amato, musicista, chitarrista, famoso studioso della musica settecentesca e presidente dell’Associazione Domenico Scarlatti di Napoli.

Il Maestro ripercorre con noi il cammino musicale dei napoletani in Russia. Nei prossimi giorni – l’11 novembre 2015 – è in programma una sua conferenza sul tema al Centro Russo (Russkij Mir) all’Università L’Orientale di Napoli e qualche giorno dopo prenderà la parola anche all’Università La Sapienza di Roma. Perché per i russi, tanto nella capitale quanto a San Pietroburgo, la musica lirica nel Settecento parlava, anzi suonava italiano. Soprattutto napoletano. “Basti pensare che la prima opera scritta per Anna I e poi tradotta in lingua russa era di Francesco Araja, a San Pietroburgo per circa 15 anni. C’era la voglia, anche l’esigenza di europeizzarsi – continua il Maestro -. C’era anche da abbattere l’immagine di un Paese arretrato, medievale, poco incline alla bellezza dell’arte occidentale. Per questo motivo le Imperatrici non badavano a spese”. Ma Napoli non era solo il simbolo della lirica ma anche dell’architettura. “Ed è stato proprio un architetto napoletano, Carlo Rossi, figlio di una ballerina russa con papà nativo di Sessa Aurunca (provincia di Caserta) che ha progettato il Palazzo che è ora sede del Museo russo di San Pietroburgo, così come lo stesso architetto ha ideato l’assetto del Palazzo d’Inverno, la residenza degli Zar, e del Teatro Aleksandriskij” aggiunge il Maestro Amato. Araja componeva 12 opere in Russia, compresa Cefalo e Procri, interamente in lingua russa, ispirata alle Metamorfosi, il capolavoro del poeta latino Ovidio. E nelle rappresentazioni non c’erano cantanti con grande estensione vocale, quindi veniva utilizzato il coro, che caratterizzerà la produzione, lo stile delle opere russe. Dopo Araja, Tommaso Traetta. Sette anni di soggiorno alla corte di Caterina II, prima di lasciare la Russia per il clima gelido, verso Londra. E tre opere, soprattutto l’Antigona. Scriveva in italiano ma la parte recitata era omessa per consentire la comprensione al pubblico che seguiva le arie con la traduzione dei libretti in lingua russa. E dopo Traetta, Giovanni Paisiello, 11 opere in Russia e che scriverà il Barbiere di Siviglia nel 1782, precedendo Gioacchino Rossini. E poi Gaetano Andreozzi, uno dei tre musicisti di Aversa, a pochi chilometri da Napoli, assieme a Domenico Cimarosa, Niccolò Iannelli. Per la corte di San Pietroburgo, la Didone Abbandonata nel 1784 e l’anno successivo Giasone e Medea. Infine, Domenico Cimarosa, chiamato da Caterina II, 11 opere e il requiem per la moglie dell’ambasciatore italiano a San Pietroburgo, eseguita alla cappella della corte dell’Imperatrice.

fonte https://it.rbth.com/rubriche/Mosaico/2015/10/23/quando-gli-zar-cercavano-la-musica-di-napoli_533095

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