Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

ANTICHI POPOLI ITALICI PREROMANI

Posted by on Apr 12, 2024

ANTICHI POPOLI ITALICI PREROMANI

LE INVASIONI INDOEUROPEE

L’archeologa Maria Gimbutas ha identificato gli Indoeuropei con una cultura guerriera dell’età del bronzo (4000 – 2000 a.c.), che chiamò i Kurgan, dal nome delle sepolture a tumulo in cui venivano seppelliti i principi insieme a mogli, concubine, schiavi e seguito di corte, con un eccidio di massa, usanza diffusa in molte civiltà orientali.

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GARIBALDINI AD AQUINO di COSTANTINO JADECOLA

Posted by on Apr 5, 2024

GARIBALDINI AD AQUINO di COSTANTINO JADECOLA

Prese il via dalla campagna di Aquino la spedizione nell’agro romano del 1867 dei “volontari del Sud”, cui diedero il proprio contributo due patrioti dimenticati: Pasquale Pelagalli e Aristide Salvatori. La spedizione si concluse con la disfatta di Mentana.

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I luoghi del potere provinciale nell’alta Terra di Lavoro tra Repubblica napoletana, regime borbonico e Unità d’Italia

Posted by on Mar 25, 2024

I luoghi del potere provinciale nell’alta Terra di Lavoro tra Repubblica napoletana, regime borbonico e Unità d’Italia

La storica provincia di Terra di Lavoro fino al 1927 ha fatto parte integrante della Campania e, fino al 1861, aveva seguito le vicende storico-politiche dei sovrani e delle autorità napoletane. In tale contesto, per l’area ubicata nella parte più settentrionale della provincia compresa tra il confine abruzzese e il mar Tirreno e cioè tra Sora e Gaeta passando per Cassino, appare interessante andare ad indagare, seguendo, chiaramente, i mutamenti negli ordinamenti dettati dai vari regimi succedutisi nel corso degli ultimi due secoli, quali siano stati i luoghi del decentramento subprovinciale relativamente al potere amministrativo, al potere fiscale, al potere giudiziario e al potere politico e i motivi che indussero le autorità del tempo a prescegliere tali luoghi, nonché effettuare una disamina della rappresentanza politica e amministrativa espressa dal territorio.

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ARGENTINO D’ARPINO LA PIETRA BORBONICA TORNA ALLA CASA DEL PADRE

Posted by on Mar 16, 2024

ARGENTINO D’ARPINO LA PIETRA BORBONICA TORNA ALLA CASA DEL PADRE

Argentino D’Arpino, uomo vero, napolitano e borbonico vero al cui cospetto dobbiamo tutti inchinarci, è tornato alla casa del Padre percorrendo i campi elisi partendo dalla sua Sora. Quanti “fintaiuoli” ci sono nel fantomatico mondo borbonico e quanti, a parole, affermano di servire la causa mentre invece se ne servono, cosa che non ha mai riguardato Argentino che ha speso una vita per perorare la causa napolitana con tanta passione ed energia cominciando tanti anni fa quando quasi nessuno conosceva la storia del Regno delle Due Sicilie. Argentino ha sempre concepito l’identitarietà non come una passione ma come una vera missione che lo ha portato a compiere una vera e propria impresa, quella di percorrere metro-metro il confine tra lo stato Papalino e quello Regnicolo partendo Terracina per terminare a Civitella del Tronto che è durato anni fino ad arrivare alla pubblicazione del testo “Testimoni di Pietra”. Presente quando abbiamo commemorato, in forma solenne, l’eccidio di Isola Liri del 1799, presente come ospite d’onore in molti nostri convegni e lo ricordo con grande affetto quando nella sua Sora abbiamo messo in scena lo spettacolo “Voci, Suoni e Canti dei Briganti in Terra di Lavoro”. Qualche anno fa fu abbattuto il cippo di confine ubicato sulla casilina tra Arce e Ceprano e dopo aver sollecitato il comune di Arce a rimetterlo a posto senza avere nessuna risposta, chiamo Argentino per chiedere come fare e dopo poche ore mi richiama dicendomi che di li a poco tutto sarebbe tornato a posto grazie al Sindaco di Ceprano. Un uomo di Pietra che la prima cosa che farà quando sarà davanti a Pietro, ne sono certo, è quello di chiedergli dove sono le Pietre con la bandiera del Regno scolpite perchè vuole sedersi li. Grazie per tutto Argentino e noi autenticamente napolitani cercheremo con tutte le nostre forze di innaffiare, concimare e far crescere il seme che hai sotterrato per far nascere l’albero pieno di Gigli.

Claudio Saltarelli

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