Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

“Una d’arme, di lingua, d’altare”? Considerazioni sull’identità italiana pre- e post-risorgimentale

Posted by on Lug 20, 2020

“Una d’arme, di lingua, d’altare”? Considerazioni sull’identità italiana pre- e post-risorgimentale

Una gente che libera tutta
O fia serva tra l’Alpe ed il mare;
Una d’arme, di lingua, d’altare,
Di memorie, di sangue e di cor.

conte Alessandro Manzoni, Marzo 1821


La parola Italia è una espressione geografica, una qualificazione che riguarda la lingua, ma che non ha il valore politico che gli sforzi degli ideologi rivoluzionari tendono ad imprimerle.
conte Klemens von Metternich (2 agosto 1847)

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AGNANO E IL LAGO SCOMPARSO

Posted by on Mag 28, 2020

AGNANO E IL LAGO SCOMPARSO

Attorno alla città di Napoli si articola un immenso campo vulcanico, ricco di crateri e di rilievi dalle forme coniche, paralleli alla linea di costa, che fanno dunque da ripartitore naturale delle acque meteoriche sul territorio.La Conca di Agnano è uno di questi crateri, situato tra quello degli Astroni e la Solfatara, e appartenente al sistema dei Campi Flegrei.

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Il governo dei Nobili a Napoli: Autonomismo, decentramento, partecipazione governativa dei Seggi cittadini (VI)

Posted by on Gen 11, 2020

Il governo dei Nobili a Napoli: Autonomismo, decentramento, partecipazione governativa dei Seggi cittadini (VI)

L’EPOCA DEL VICEREGNO SPAGNOLO

Carlo V, diventando re d’Italia nel 1530 sugli stati soggetti a dominazione iberica (Milano, Napoli, Sicilia), giunse a Napoli nel novembre 1535. La città accolse in trionfo l’illustre ospite; si formarono due cortei di accoglienza che andarono incontro all’imperatore ed un’unica cavalcata entrò in città, passando sotto archi di trionfo, con rappresentazioni allegoriche, per il Duomo, i seggi, il tribunale di S. Lorenzo e Castelnuovo. Parteciparono ai festeggiamenti il baronaggio, il clero (con l’arcivescovo Carafa), il governo del municipio (con il sindaco, il principe Ferrante Sanseverino). Gli eletti offrirono all’imperatore le chiavi della città, che restituì a loro dicendo che stavano “in bone mani de vassalli soi fedelissimi”.

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