Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Uno studio seicentesco sugli artisti napolitani recensito da Gianandrea de Antonellis

Posted by on Mar 1, 2024

Uno studio seicentesco sugli artisti napolitani recensito da Gianandrea de Antonellis

Il sacerdote e poligrafo Camillo Tutini (1594-1666) è noto, più che per la sua attività spirituale, per la sua opera di ricerca e, all’interno di questa, più che per gli iniziali studi agiografici su figure della Chiesa campana (San Gianuario – ovvero Gennaro –, San Gaudioso vescovo di Bitinia e l’omonimo vescovo di Salerno, Santa Fortunata e suoi fratelli, San Biagio), è ricordato per il suo attentissimo lavoro storiografico sui Sedili napolitani (Dell’origine e fvndatione de’ Seggi di Napoli, del tempo in che furono instituiti, e della separation de’ Nobili dal Popolo, 1644).

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Dio e Cesare, la religione cristiana e i Borbone

Posted by on Feb 24, 2024

Dio e Cesare, la religione cristiana e i Borbone

Nei Vangeli (1) si narra che, per cogliere in fallo Gesù, alcuni farisei gli posero questa subdola domanda: «Maestro… ci è lecito o no pagare il tributo a Cesare?», ma Egli, evitando il trabocchetto tesogli, fornì loro questa meravigliosa risposta: «Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio». 

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Breve storia della Rivoluzione nelle Due Sicilie da Carlo di Borbone a Francesco II

Posted by on Feb 13, 2024

Breve storia della Rivoluzione nelle Due Sicilie da Carlo di Borbone a Francesco II

BIELLA – Le Due Sicilie tornarono ad essere un Regno indipendente, retto dalla dinastia borbonica, che le liberò dalla condizione di Vice regno,  nel 1734 grazie alla vittoria del giovane Don Carlos, figlio di Re Filippo V di Spagna, sugli austriaci: a parte il breve Viceregno austriaco, le Due Sicilie uscivano da due secoli di Vicereame spagnola il quale non fu un “paradiso in terra , ma di certo lontano da quella immagine di miseria e di degradazione che ci viene comunemente offerta. «Tale giudizio merita di essere attenuato non poco», ha scritto Ruggero Moscati ( I Borboni d’Italia, E.S.I., Napoli 1970, p. 74). Fondamentale per la conoscenza della Napoli spagnola è l’opera di FRANCISCO ELIAS DE TEJADA , Nápoles Hispánico, 5 voll., Montejurra, Madrid e Siviglia 1958-1964.

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