Posted by altaterradilavoro on Lug 12, 2020
Con grande piacere ed interesse ospito questo prezioso contributo dell’amico Ugo Poletti, manager e tanghèro milanese con la passione per la storia. Buona lettura!
Il quadrumvirato italiano che aveva in mano le chiavi della sublime porta e che finanziò l’ascesa di Mussolini.
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Posted by altaterradilavoro on Lug 1, 2020
(a cura di don Luciano Rotolo, della Fondazione Francesco II delle Due Sicilie – la Fondazione ufficiale e originale dedicata a Re Francesco II con sede a Napoli nella chiesa di S. M Coeli alle Due Porte)
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Posted by altaterradilavoro on Giu 23, 2020
Tempo addietro un alto personaggio pubblico, in una dichiarazione dal tono sentenzioso ebbe ad affermare “La storia non si riscrive”. Un’espressione che mi ha colpito, vorrei dire quasi ferito, perché segno inequivocabile di una cultura deformata e deformante frutto di un sociologismo che, anche nelle sue implicazioni storico-politiche, ha condizionato pesantemente e negativamente il pensiero italiano negli ultimi tempi, come riflesso dell’onda lunga delle “verità di Stato” imposte nei paesi di quello che fu il cosiddetto “socialismo reale”, dove la parola “revisioni-smo” era sinonimo di antistato e, per quanti ne venivano riconosciuti “colpevoli” c’erano il gulag o la rieducazione coatta in istituti psichiatrici.
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Posted by altaterradilavoro on Mag 9, 2020
Dietro lo pseudonimo di Estio Leucopetro si celerebbe il foggiano Tommaso Perifano (1), liberale, amico di Liborio Romano. Oltre a questo opuscolo su Napoli avrebbe scritto, utilizzando lo stesso pseudonimo, anche “Nuove lamentazioni di Geremia”, “Garibaldi al cospetto del Secolo” e “L’Italia ed i suoi Liberali”.
Avvocato, professore di diritto in Napoli, già sul finire degli anni Trenta fu socio della Reale Società Economica di Capitanata.
In una Memoria su la Istruzione Popolare – nella tornata generale del 3o maggio 1839 – indirizzata a Gaetano Lotti, Intendente di Capitanata, scriveva:
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Posted by altaterradilavoro on Apr 21, 2020
Li Francesi però, non guadagnaron il sacco senza pagarne lo scotto, poiche o che essi ne avessero promosso l’attaco, o che il popolo Vallatano si fosse aizzato da’ furti in campagna, il fatto si è che nell’azione del Giovedì dentro Piedimonte ce ne rimasero uccisi, secondo un’ufficiale si spiegò, cento, e uno, ma con quelli che furono uccisi al Fondo, e che andiedero feriti a perire al Campo, ed altri feriti che perirono in Benevento per quanto mi disse nell’anno seguente un Missionario di S. Angiolo a Cupoli D. Antonio Fiorentino, ne perirono cento venticinque, e de’ nostri disgraziatamente, e fuori di azione sette, tra quali il sacerdote D. Luigi Cavicchia, che ebbe una fucilata alla gola, stando in finestra appiattato.
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