Li chiamavano “briganti”
LI CHIAMAVANO BRIGANTI: echi d’insorgenza postunitatia nelle province meridionali
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Read MoreCon le precedenti esposizioni di alcuni diari del duca d’Alessandro si è approfondita la ricerca, ancora in corso con il dr. Fulvio Izzo, sul probabile collegamento tra le “fronde” legittimiste, legate alla decaduta monarchia borbonica, ed i nascenti movimenti anarco-socialisti, in lotta per la rivoluzione popolare e contro la instaurata monarchia italiana.
Read MoreI contadini di Bronte credevano ingenuamente che Garibaldi potesse liberarli da antiche servitù ma non sapevano che le terre che avevano occupato erano degli inglesi, perciò il Generale sollecitato dall’‘italianissimo’ siciliano Crispi mandò a Bronte il più feroce e spietato dei suoi luogotenenti, il ligure Nino Bixio famoso a Genova per fallire diverse volte come armatore che il 10 agosto 1860 nella piazzetta del convento di San Vito fece una strage dei presunti capi della protesta, senza nemmeno prendersi la briga d’un processo per stabilire se fossero davvero responsabili della rivolta.
Read MoreUno studio che affronti il rapporto tra il clero e il brigantaggio meridionale postunitario nelle principali zone regnicole continentali, richiede la consultazione di una vasta gamma di fonti e di una diversificata tipologia di archivi.
Read MoreI dati biografici di caporal Cosimo, stralciati da un elenco alfabetico di briganti del 1866 appartenenti ai circondano di Cerreto, ci dicono che Giordano Cosimo fu Generoso, alto 1,70, nero di capelli e di baffi, di colorito bruno, è nato il 15 ottobre 1839. Di intelligenza perspicace pari alla instancabilità del mal operare, fu capo della reazione a Pontelandolfo, Campolattaro, Casalduni ed altri limitrofi comuni; commise dal 1861 al 1863 molte rapine e delitti nei comuni di Guardia Sanframondi, Morcone e Solopaca insieme con il capobanda Luciano Martino (1).
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