Posted by altaterradilavoro on Apr 4, 2020
tra i novatores napoletani, i filosofi del fare e non delle chiacchiere, ci fu Ferdinando Galiani che capì che la ricchezza di una società, comunità non passava attraverso la patrimonializzazione delle ricchezze o delle rendite ma attraverso la circolazione della moneta, la moneta più circola e più la ricchezza aumenta e si distribuisce. I liberali che auspicavano la modernità ma che ci hanno regalato il modernismo e, come disse il grande Zitara, lo sono ma con le cose degli altri, e i borghesi che alla fine hanno creato il borghesismo e l’unico cosa che hanno a cuore e accumulare ricchezze e protezione, che però devono fare altri, dei propri averi hanno fatto ben altro. Chi attuo le teorie del Galiani e dell’altro grande , Genovesi, attraverso Ludovico Bianchini fu Ferdinando II di Borbone creando uno stato che ancora oggi è preso ad esempio, per gli addetti ai lavori, come il migliore modello possibile. Grazie anche al lavoro del Dr. Ubaldo Sterlicchio, di seguito riportato, possiamo apprezzare la politica illuminata, umana e lungimirante di Ferdinando II. Bastava che fosse vissuto una decina di anni in più e dopo la sconfitta dei francesi a Sepang, con la conseguente crisi del modello economico giacobino, che la grandiosa visione economica di Ferdinando II figlia del Genovesi, del Galiani, del Filangieri e attuata dal Bianchini fosse risultata quella vincente.
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Posted by altaterradilavoro on Apr 1, 2020
Nel 1860, i lerci invasori nordisti se pensavano che, con la sconfitta dell’Esercito delle Due Sicilie, la conquista del Reame era cosa fatta, fecero male i conti. La tempesta vera era ancora di là da venire, acerba, sanguinosa, crudelissima, tale che il Mack Smith poté affermare: “i morti superarono quelli di tutte le guerre del risorgimento messe assieme“, parole quasi con certezza veicolate da un discorso di Francesco Saverio Nitti: “Ed è costata assai piú perdita di uomini e di danaro la repressione del brigantaggio di quel che non sia costata qualcuna delle nostre infelici guerre dopo il 1860” (Basilide del Zio: il brigante Crocco, Polla editore).
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Posted by altaterradilavoro on Mar 11, 2020
Non è vero che il Regno delle Due Sicilie nella prima metà dell’Ottocento fosse una sorta di terra cara solo al demonio.
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Posted by altaterradilavoro on Mar 3, 2020
Premessa breve
A scanso di equivoci vogliamo chiarire un punto che ci preme molto: l’aver pubblicato per dieci anni la Rivista elettronica “FORA…” non ci dà alcun privilegio interpretativo.
Gli articoli e le opere pubblicate da Zitara sono gli unici depositari del suo pensiero, quindi al di là degli aggiustamenti editoriali (o rimaneggiamenti che dir si voglia) da essi bisogna partire.
Noi siamo solo dei testimoni di una parte del suo percorso di conoscenza e di divulgazione della storia del nostro paese, dove per paese intendiamo le Provincie Napolitane.
In questa relazione abbondano le citazioni, in quanto il nostro intendimento è invogliare alla lettura e alla ricerca personali. Non ci siamo limitati a citare solamente testi di Zitara perché il modo migliore di onorarne la memoria è di continuare il suo lavoro di scavo, per dimostrare una verità ovvia, ammessa però solo da pochi: sono in tanti a conoscere la storia reale di questo paese, se viene tenuta nascosta è solo per convenienza o per viltà.
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Posted by altaterradilavoro on Mar 2, 2020
Sul protezionismo in generale, il sistema protezionista delle due Sicilie, la crisi della produzione meridionale all’indomani dell’espansione del sistema doganale piemontese. Il drenaggio di risorse come fattore di accumulazione capitalistica.
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