Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Tra storia e mito

Posted by on Giu 23, 2020

Tra storia e mito

Tempo addietro un alto personaggio pubblico, in una dichiarazione dal tono sentenzioso ebbe ad affermare “La storia non si riscrive”. Un’espressione che mi ha colpito, vorrei dire quasi ferito, perché segno inequivocabile di una cultura deformata e deformante frutto di un sociologismo che, anche nelle sue implicazioni storico-politiche, ha condizionato pesantemente e negativamente il pensiero italiano negli ultimi tempi, come riflesso dell’onda lunga delle “verità di Stato” imposte nei paesi di quello che fu il cosiddetto “socialismo reale”, dove la parola “revisioni-smo” era sinonimo di antistato e, per quanti ne venivano riconosciuti “colpevoli” c’erano il gulag o la rieducazione coatta in istituti psichiatrici.

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Garibaldi: Negriero

Posted by on Gen 20, 2020

Garibaldi: Negriero

Questo era l’”eroe” del risorgimento: un negriero, cioè un trafficante di schiavi. Esaltato da tutta la storiografia imperante come il paladino della libertà, come il “liberatore” delle popolazioni delle Due Sicilie, “l’eroe dei Due Mondi” invece aveva anche campato trasportando schiavi cinesi (coolies). Cosí come poi ha ridotto le popolazioni del Sud in questa Italia fatta unita al solo vantaggio della dominazione savoiarda e delle lobby di potere che le sono succedute fino ad oggi.

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MARIA SOFIA DI BORBONE LA REGINA IN ESILIO

Posted by on Gen 1, 2020

MARIA SOFIA DI BORBONE LA REGINA IN ESILIO

Alle otto del mattino del 14 febbraio 1861, dopo la firma della Capitolazione della piazzaforte di Gaeta, che aveva, gloriosamente, resistito per circa otto mesi all’assedio dei Piemontesi, Francesco II e Maria Sofia, ultimi sovrani Delle Due Sicilie si imbarcavano sulla fregata francese Mouette per raggiunge Roma,luogo del loro esilio.

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SIAMO BRIGANTI DI PINO APRILE

Posted by on Dic 26, 2019

SIAMO BRIGANTI DI PINO APRILE

Al Sud c’erano i briganti; i piemontesi li eliminarono (grazie, nè?). È quello che avevo sempre creduto e mi era stato insegnato, ma quasi di sfuggita e malavoglia, pure a scuola, come non fosse il caso di rinnovare un’antica vergogna. E non mi dispiaceva: avevo visto le foto seppiate dei cadaveri di malandrini e delle loro donne, nudi come selvaggi (ma denudati dai civilizzatori); le teste mozzate da inviare a lombrosiani ricercatori di caratteri e fisionomia del perfetto delinquente (meridionale, ovvio, per natura). Nel film ci era toccata la parte del cattivo.

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