Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Un Debito Storico (tratto dalla rivista “FORA” di N.Zitara)

Posted by on Ago 5, 2019

Un Debito Storico (tratto dalla rivista “FORA” di N.Zitara)

Il periodico politico Indipendenza (00185 Roma, via Carlo Alberto, 39) mi ha posto la seguente domanda:

Parli, conti alla mano, di un debito storico di oltre sette milioni di miliardi che il resto d’Italia (Roma e Milano principalmente) ha contratto con il Sud [Brevemente spiega come sei giunto a indicare questa cifra] A questo aggiungi, tra i tanti flussi di ricchezza dal Sud al Nord, alcuni visibili altri no: protezionismo agricolo ed industriale comunitario; scambio diseguale tra aree a diversa quota di capitale per addetto; uso del risparmio meridionale per finanziare gli sbocchi dell’industria padana sul mercato meridionale; esportazione di capitali (attraverso Banche, Poste, Cassa Depositi e Prestiti); concentramento al Nord del sistema assicurativo privato e a Roma di quello assicurativo e previdenziale pubblico. Puoi spiegare connessione e dinamica di questi aspetti?

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Tra il Nola Molise e i rivoluzionari del 1799 “i Napoletani” a Crotone

Posted by on Lug 26, 2018

Tra il Nola Molise e i rivoluzionari del 1799 “i Napoletani” a Crotone

Durante il Viceregno ed il Regno di Napoli le relazioni tra Crotone e Napoli furono essenzialmente quelle tra una provincia periferica e la sua capitale.
Il legame era quello relativo dell’esercizio del potere. A Napoli i Crotonesi si recavano soprattutto per ragioni fiscali, amministrative e giudiziali e per stipulare i contratti con i mercanti del luogo per piazzare i prodotti della terra e del pascolo (grano, liquirizia, formaggio, ecc.) oppure vi si trasferivano, trovandovi maggiori occasioni di lavoro o condizioni favorevoli per i loro affari e carriere (1).

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Alfonso I d’Aragona. La tattica militare di G. A. Marzano per la causa aragonese

Posted by on Gen 11, 2018

Alfonso I d’Aragona. La tattica militare di G. A. Marzano per la causa aragonese

I napoletani, ormai fedeli agli Angioini, non amarono il cambiamento né i nuovi dominatori aragonesi, ritenendoli responsabili delle loro sfortune, ma dovettero ben presto ricredersi su Alfonso, tanto che si meritò l’appellativo di Magnanimo. Alfonso aveva 27 anni ed era già il quinto re d’Aragona, quando divenne il primo re aragonese di Napoli. Il nuovo re fece il suo ingresso in città il 26 Febbraio 1443 dal Carmine e per permettere il passaggio del corteo reale fu necessario abbattere circa 18 metri di mura. Accanto a lui erano i baroni che avevano sostenuto la sua causa, tra cui Giovan Antonio Marzano, duca di Sessa e conte di Carinola.

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