Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Pasolini e Testori, intelligenze scomode del XX secolo

Posted by on Giu 10, 2020

Pasolini e Testori, intelligenze scomode del XX secolo

Pasolini e Testori hanno avuto il coraggio di esprimere giudizi chiari, anche in contrapposizione al mainstream, come contro l’aborto. Pasolini mostrò uno sconfinato amore per il popolo, criticò i sessantottini, e capì che c’è un solo antidoto alla società che insinua falsi bisogni. Testori affrontò temi d’attualità con un linguaggio forte e carnale, testimoniando con le sue opere che c’è una verità che redime…
L’ESERCITAZIONE

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Cosa penserebbe Pasolini del movimento delle “sardine”?

Posted by on Dic 20, 2019

Cosa penserebbe Pasolini del movimento delle “sardine”?

Lungi da noi dichiararci “pasoliniani”. Lungi da noi condividere tutte le tesi di Pasolini. Siamo però convinti che anche chi dovesse pensarla molto diversamente da noi possa dire anche delle cose da condividere. E’ un fatto di natura. L’importante  -a riguardo- è conservare una certa onestà intellettuale.

Ebbene Pier Paolo Pasolini così scriveva allo scrittore Alberto Moravia nel lontano 1973:

Mi chiedo, mio caro Alberto, se questo antifascismo rabbioso che viene sfogato nelle piazze oggi a fascismo finito, non sia in fondo un’arma di distrazione che la classe dominante usa su studenti e lavoratori per vincolare il consenso. Spingere le masse a combattere un nemico inesistente mentre il consumismo moderno striscia, si insinua e logora la società moribonda.

Sono parole che vedono chiaro. Attualissime per questi tempi, dove per far digerire la massificazione del pensiero e la finanziarizzazione delle risorse, si attacca qualsiasi giusta resistenza accusandola di “fascismo”

fonte http://itresentieri.it/cosa-penserebbe-pasolini-del-movimento-delle-sardine/

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Pasolini, l’uomo ribelle, iconografo iconoclasta

Posted by on Apr 20, 2017

Pasolini, l’uomo ribelle, iconografo iconoclasta

Quando il mondo apprese la notizia del suo assassinio, all’alba del 2 novembre 1975, il nome di Pier Paolo Pasolini era legato ad un’opera cinematografica eccezionale per le sue scelte estetiche, ma anche per i suoi soggetti, in cui la violenza aveva finito per dominare. Pasolini (poeta, romanziere, cineasta, drammaturgo e pittore) moriva in una maniera che inorridiva, ma che non sorprendeva. Immediatamente nacque un mito, una leggenda, di proscritto e di martire, magnificata da un’opera cinematografica e letteraria provocante ed irrecuperabile. Da allora si sono letti i suoi romanzi, le sue poesie, si sono rivisti i suoi film, si è compresa la sua vita, ricca di avvenimenti drammatici, sotto una luce nuova, la luce abbacinante della sua morte.

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