Parliamo del famoso canto dei briganti, “Brigante se more”, ribattezzato da qualcuno “Libbertà”, cambiando anche delle parole al testo originario pur di avvalorare la sua tesi.
Pierluigi Moschitti personaggio particolare che abbiamo avuto modo di conoscere quando ci ha concesso un’intervista qualche mese fa. Quando ci parli non capisci se gli stai antipatico o simpatico, se sta incazzato o contento, parla poco e non dice mai una parola fuori posto ma ti guarda sempre negli occhi senza abbassare lo sguardo e se una cosa non gli piace te la dice senza accampare scuse ed è per questo che capisci perché da anni, fin da quando era un semplice deejay negli anni 70, organizza, gestisce e suona per se e per gli altri eventi perchè, cosi facendo, garantisce certezza, serietà ed impegno a tutte le persone che chiedono le sue prestazioni. Come tanti musicanti che suonavano negli anni novanta, anche lui s’è convertito alla musica popolare sulla moda innescata da Roberto De Simone e Taranta Power di Eugenio Bennato e grazie alla sua bravura e serieta per anni ha suonato un po in tutta Italia creando vari gruppi musicali ma, ad un certo punto, ha capito che rischiava di diventare un apolide della musica popolare e aveva bisogno di seguire un’identità tra le tante della sua Terra, quella di Lenola e della Terra di Lavoro, e dell’antico Regno di Napoli scegliendo quella del Brigantaggio Insorgente fondando il gruppo “I Briganti dell’Appia”. Prendendo come forma di ispirazione la più famosa strada del mondo, l’Appia, Pierluigi con il gruppo cantano e suonano pezzi legati al brigantaggio insorgente e musiche identitarie e tradizionali dei territori dove passa l’antica strada romana. Questa primavera sono stato a sentire un loro concerto nel piccolo ma bel teatro di Sperlonga che ripropongo integralmente di seguito
Nel 1967 l’incontro tra Roberto De Simone con un gruppo di giovani interessati ad una nuova proposta della musica popolare, Giovanni Mauriello, Eugenio Bennato e Carlo d’Angiò, determina la nascita della Nuova Compagnia di Canto Popolare, della quale diviene l’animatore, il ricercatore e l’elaboratore dei materiali musicali. A questo primo insieme si aggiungono, in un secondo momento, Patrizia Schettino, Peppe Barra, Patrizio Trampetti e in seguito Fausta Vetere che sostituisce la Schettino.
Roberto De Simone è nato a Napoli il 25 agosto 1933, ha studiato pianoforte e composizione con Tita Parisi e Renato Parodi, iniziando una brillante carriera pianistica, ma dedicandosi, successivamente, maggiormente all’attività di compositore, musicologo, drammaturgo, regista ed etnomusicologo.
Secondo Enzo Striano, autore di un bellissimo romanzo (“Il resto di niente”), che su caldo suggerimento della buonanima di mio padre ho letto, Eleonora de Pimentel Fonseca prima di salire sul patibolo di Piazza Mercato pronunciò queste parole: “Forsan et haec olim meminisse juvabit” (Forse un giorno di queste cose gioverà il ricordo).