Sale la febbre per la giornata del 10 settembre quando nel Festival della Zampogna di Villa Latina verrà consegnato il Premio Terra Laboris 2022, giunto alla settima edizione, al M.so Liutaio Marco Tomassi. Molti premi dall’alto contenuto simbolico ed identitario verranno consegnati ma come si sa che il principale è la cornucopia che rappresenta la Terra di Lavoro prodotto dai maestri presepiali di San Gregorio Armeno in Napoli Aldo Vucai ed Enrico Napolitano. Di seguito le foto dei precedenti premi consegnati che sono ognuno diverso dagli altri.
Chi avrà la pazienza e la bontà di leggermi penserà ma che “ci azzecca” il titolo parlando del Festival della Zampogna di Villa Latina? Ebbene “c’entra eccome se c’entra” infatti come già scritto a Coreno Ausonio con il “FESTIVAL POPOLARE DELLA TERRA DI LAVORO E DELL’ORGANETTO” in alta Terra di Lavoro tira un vento nuovo un vento antico, un vento reale, un vento sacro che viene dalla storia, una storia piena di arte, di cultura e di civiltà dalla dimensione universale, quella laborina napolitana, che qualcuno ha pensato di sotterrare come fa un fiume carsico con lo scopo di applicare la teoria di Milan Kundera ma alla fine è tornato in superfice.
Grande bella persona Pietro itri di origini laborine tra Roccasecca ed Itri che oggi vive a La Spezia che realizza opere artistiche di notevole valore che ha messo, altresì, a disposizione del“Premio Terra Laboris 2022”arricchendo il ventaglio di premi offerti al vincitore Marco Tomassi. Dopo averci permesso di pubblicare un video sul nostro canale Alta Terra di Lavoro oggi ci permette di fare la stessa cosa con un altro dedicato alle Cinque Terre che di seguito riportiamo
Molto mi chiedono ma perchè insisisti ad evidenziare che la musica popolare “nostra” è colta perchè è figlia del Regno di Napoli?spiegare in un minuto non è possibile perchè bisogna parlare diFerdinando IV, tutti gli artisti della musica popolare dovrebbero avero una sua foto nel portafogli, della nascita dei conservatori, di Lombroso che tanto danno ancora fa nel terzo millennio alle genti napolitane ma Paisiello, considerato dai contemporanei il numero 1 tra i compositori davanti anche aMozart, lo posso scomodare perchè portò a corte la zampogna scrivendo sinfonie per lo strumento di Nostro Signore, ricordo che ci troviamo nell’epoca d’oro della musica dove Napoli era il centro del mondo e dove le voci bianche, con Farinelli in testa, erano assolute protagoniste. Abbiamo scoperto che l’Italia aveva messo i fuorilegge gli Zampognari e che, non riuscendoci per via prefettizia, lo tentò relegando la Zampogna a strumento folkloristico o dei pastori ma come abbiamo visto fallendo anche questa volta. Della aristocatricità della Zampogna ne abbiamo già parlato con Marco Tomassi che ha ricostruito la Sordellina Napoletana e per aver vinto il Premio Terra Laboris 2022 e questa volta lo faremo con chi la Zampogna l’ha riportata a corte e parlo di Pietro Ricci, comunemente chiamato Piero, che l’ha rimessa sul trono con le sue ricerche, con la sua particolare costruzione, e con le sue composizioni fino a suonarla alla Scala di Milano grazie a Riccardo Muti, ricordo che il M.so è nato a Napoli per volontà della madre che presagendo la carriera musicale del figlio disse che andando in giro per il mondo con un biglietto da visita così prestigioso avrebbe avuto degli innegabili vantaggi. Il M.so Piero Ricciha molto da raccontare e ci darà l’onore di farlo martedi 29 novembre alle 21 in diretta su i nostri canali come di seguito riportiamo
Sora ricca di storia, di arte e di cultura che è stata per secoli un punto di riferimento per la Terra di Lavoro e del Regno con un cordone ombelicare che la lega a Napoli che anche se questo cordone sembra invisibile ma è invece forte e resistente. Grazie al “Comitato Sorantica“ l’entità e l’identità di Sora rimane sempre viva e proiettata al futuro facendosi guidare dal faro chiamato “storia” infatti a fianco alla creazione del percorso legato a Luigi Alonzi alias Chiavone che si confonde nel centro storico comunemente chiamato Cancèglie, da qualche anno è diventato un museo a cielo aperto di un presepe unico nel suo genere che fin dalla sua prima edizione sta riscuotendo un successo di pubblico importante per la gioia degli organizzatori e per la comunità. Di seguito una breve clip che presenta l’evento che inizia nel giorno della “Concetta” (8 dicembre) e termina il giorno della Befana (6 gennaio)