Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

COLPO D’OCCHIO SU LE CONDIZIONI DEL REAME DELLE DUE SICILIE NEL CORSO DELL’ANNO 1862 (V)

Posted by on Nov 24, 2023

COLPO D’OCCHIO SU LE CONDIZIONI DEL REAME DELLE DUE SICILIE NEL CORSO DELL’ANNO 1862 (V)

3.° ESERCITO

SUE TRISTI CONDIZIONI: – PERDITA

DI FORZA MATERIALE 

Per gli elementi eterogenei intrusi fra le truppe piemontesi trasformate in esercito italiano, e pe’ turpi esempii di defezioni, e tradimenti fomentati su taluni noti capi dell’armata delle due Sicilie, è scaduta l’antica virtù e disciplina del soldato; peggio ancora pel mestiere di sgherro commessogli ad esercitare sul territorio napoletano divenuto generalmente reazionario.

Read More

La teoria della guerra giusta in Francisco de Vitoria e il dibattito sulla conquista

Posted by on Nov 20, 2023

La teoria della guerra giusta in Francisco de Vitoria e il dibattito sulla conquista

Potremmo affermare, molto sommariamente, che esistono tre grandi tradizioni o dottrine sulla guerra che si intrecciano e si intersecano, ma che possono essere analiticamente distinte: le dottrine che affermano la guerra come qualcosa di “necessario”, inerente alla natura delle cose e delle vicende umane, qualcosa che è parte costitutiva dei rapporti umani e perciò, in certa misura da essi inestirpabile; le dottrine che, pur condividendo fino a un certo punto la tesi della inevitabilità della guerra, si pongono il problema della sua limitazione e delle condizioni del suo esercizio, e che compongono la lunga tradizione della “guerra giusta” e infine le dottrine che sono contrarie alle guerra in ogni sua manifestazione e difendono la sua abolizione verso la prospettiva della pace, se possibile, … perpetua.

Read More

La caccia sul Matese tra storia e tradizione di Rosario Di Lello (II)

Posted by on Nov 20, 2023

La caccia sul Matese tra storia e tradizione di Rosario Di Lello (II)

L’attività venatoria, durante il Medioevo, venne dovunque svolta per necessità più che per svago.

Per quanto attiene il Matese, giova ricordare che il territorio subì le invasioni barbariche, le incursioni saracene, le continue lotte feudali. Avvilite da condizioni di indigenza e di penuria alimentare, le popolazioni, costrette da motivi di sicurezza al ricorrente pendolarismo pianura-montagna, riscoprirono nel fiume e nel lago, nel bosco e nell’acquitrino, inesauribili riserve di cibo. Il contadino-pastore, dunque, tutelato dal principio consuetudinario che la selvaggina era “res nullius”[1], dovette, per poter sopravvivere, saper trarre profitto dai lacci, dalle reti e dalle panie, non meno che dall’aratro e dallo stazzo in tempo di pace.

Read More