Alta Terra di Lavoro

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I Borbone e le potenze europee

Posted by on Ott 28, 2019

I Borbone e le potenze europee

1799-1861

(Appunti per una storia della politica estera borbonica)

I Questa breve relazione riprende, con poche modifiche dovute alla sede ospitante, il testo presentato ad un convegno promosso dall’Istituto per la Ricerca Storica delle Due Sicilie . Intende cogliere le linee fondamentali della politica estera portata avanti dai sovrani della dinastia borbonica, prendendo come termini di riferimento due date assolutamente centrali: da una parte il 1799, anno della Rivoluzione Napoletana e vero snodo della storia meridionale, dall’altra il 1861, che vede il definitivo disfacimento del Regno, la più importante realtà politica d’Italia. Molto si è detto e discusso in proposito. La storiografia più libera, ospitata talvolta anche in sedi accademiche (penso ai preziosissimi lavori di Eugenio Di Rienzo, ad uno dei quali il mio titolo si ispira), ha già messo in evidenza molti aspetti che spiegano le ragioni del crollo. Per quel che mi riguarda, cercherò di mostrare in particolare l’intimo intreccio tra politica internazionale, politica interna, cambiamenti culturali e interessi economici in senso ampio del Regno e delle altre grandi potenze europee. Va da sé: per un’analisi dell’argomento prescelto che voglia assurgere ad un minimo di chiarezza e approfondire in misura corrispondente si richiederebbero spazi molto più lunghi di quelli che può accogliere un sito internet di divulgazione, sicché dovrò tenermi all’essenziale, pur senza rinunciare alla volontà di comprendere le grandi questioni, che si intrecciano in un gioco perverso ai danni del Regno. Non avranno un ruolo centrale, in quello che scriverò, considerazioni che rivestono invece ben altra importanza soprattutto in esempi della letteratura revisionista. Penso, ad esempio, alle influenze massoniche, che indubbiamente vi furono e furono notevoli, ma, in vista di un’indagine scientifica, avrebbero bisogno di trattazioni specifiche, soprattutto per evidenziarne le complesse articolazioni e specificità, in riferimento ai luoghi, ai tempi e alle persone. Ho parlato di impostazione scientifica. È quella che mi propongo di adottare, anche se ben consapevole dei rischi che da altocilentano corro, quando provo ad affrontare una simile tematica. Molti (lo stesso Di Rienzo) hanno ripreso quanto Croce diceva della cosiddetta “storia affettuosa”, quella che, tanto per dire, può riguardare la biografia di una persona di famiglia, in cui il coinvolgimento affettivo rischia di prevalere sul rigore dell’analisi. Lo stesso valga per ogni oggetto di studio che procuri un sussulto emotivo nel ricercatore. Così, in questo caso potrebbe agire l’affetto per un Regno che, con tutti i suoi limiti, era il “mio” Regno, quello che peraltro aveva segnato una decisa ripresa in ogni ambito della vita pubblica del Sud. Eppure, mi sforzerò di tenermi entro i ristretti limiti di un’argomentazione algida, quasi metallica, nel discutere le varie posizioni culturali o gli eventi accaduti. Cercherò di vedere le cose con tutto il rigore di cui sono personalmente capace, senza lasciarmi prendere dall’intima nostalgia per il Regno distrutto o dal rimpianto per quello che poteva essere e non è stato. Vedrò punti di forza e debolezze; cercherò di capire delle ragioni -ideali economiche geopolitiche psicologiche culturali- le quali hanno condotto ad una situazione che, se per pochi è stata provvidenziale, per molti ha assunto i toni della tragedia. Spero solo che alla fine l’ascoltatore non ne tragga l’impressione di una vicenda, quasi come in una visione organica à la Spengler, destinata al tramonto e alla morte. Tutto ciò porterebbe ad una sorta di deresponsabilizzazione, ed è invece una ricerca e un’assegnazione di responsabilità che, a mio sommesso parere, occorre portare avanti per penetrare nelle più intime fibre lo svolgimento di una storia, per aiutarsi nella spiegazione di tante attuali difficoltà che la nostra gente ancora oggi vive. La collocazione geografica Prima di ogni ulteriore considerazione, bisogna ricordare la particolare collocazione del Regno (dirò semplicemente così, intendendo per tale l’area, neppure precisata nei dettagli, su cui si estendeva il dominio della dinastia inaugurata da Carlo di Borbone). Un Regno prestigioso per la storia e la cultura, ma anche importante poiché al centro del Mediterraneo. Ora, se è vero che tra la seconda metà del XVI secolo e il XVII il Mare Nostrum aveva perso parte della sua centralità con l’incrementarsi degli scambi con le Americhe, è altresì vero che non aveva mai cessato di essere un luogo in cui si svolgevano politiche cardine di diversi Stati. Per di più, una sempre più accentuata relazione con l’Oriente, che per altro verso si verificava, ne faceva riaffermare quell’importanza che solo ad uno sguardo parziale poteva risultare irrimediabilmente perduta. Tra l’altro, proprio Napoli, nel 1724 (il riconoscimento pontificio arriva nel 1732) in età austriaca, vede la nascita, ad opera dell’ebolitano Matteo Ripa, del nucleo originario di un istituto di studi orientali (vari i nomi che ha assunto: all’inizio “Collegio de’ Cinesi”, ora “Università degli Studi di Napoli ‘L’Orientale’ ”), che nel tempo vivrà momenti di autentica gloria. Si potrebbe parlare della diffusione di quelle che saranno dette “cineserie”, o dell’influsso del pensiero su autori europei (e.g. Leibniz) etc. per far capire come il Mare nostro aveva sempre (o di nuovo) un’importanza tale da procurare ricchezza e potere, ma anche tale da scatenare appetiti. Non è per caso che, alla fine del XVIII secolo (l’inizio è del 1798), Napoleone, allo scopo di danneggiare gli interessi inglesi e nel Mediterraneo e in Oriente, si deciderà ad attaccare l’Egitto, in un’impresa che gli sorriderà in alcune fasi, ma alla fine si rivelerà per lui disastrosa, mentre per la storia culturale avrà un’importanza incomparabile (si pensi al ritrovamento della Stele di Rosetta). Bene, se il Mediterraneo è un catalizzatore di interessi, chi vive in un regno che si trova nel cuore di quel mare potrà mai vivere in pace? Se da quella posizione derivava tanta parte del benessere che i Borbone sapranno parzialmente cogliere, da quella stessa posizione derivavano i primi pericoli di sopravvivenza. Il Sud era peraltro troppo grande per fare una politica, per così dire, di piccolo cabotaggio, come un qualsiasi Ducato, ma era troppo piccolo per poter svolgere un ruolo di competitore delle grandi potenze. È qui che si giocherà parte cospicua delle disavventure di un Regno che sostanzialmente non chiedeva certo alla storia la realizzazione di una vocazione coloniale né altro che potesse offendere altri popoli. Fernando Di Mieri Fernando Di Mieri È professore invitato di “Scienza e Religione” presso l’Istituto “Scienza e Fede” dell’Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum” di Roma. È stato altresì, oltre che docente nei Licei di Stato, visiting professor presso la University of Toronto e Faculty Researcher presso la sub-faculty of philosophy, Merton College, University of Oxford. Per lunghi anni ha insegnato filosofia della scienza e cosmologia filosofica presso lo Studio Filosofico dei Domenicani d’Italia, Napoli. Ha diretto progetti di ricerca internazionali (e.g., con il supporto del Metanexus Institute, emanazione della Templeton Foundation). Le sue pubblicazioni concernono autori come Gentile, Dante, Vico, nonché problematiche di tipo teoretico. Relativamente alla storia culturale del Meridione d’Italia ha, in occasione del bicentenario, curato l’organizzazione di un convegno, nonché gli Atti relativi, su Il 1799. Ideali ed eventi nel Salernitano (Gutenberg, 1999), al quale hanno offerto i loro contributi studiosi come Cestaro, Dente, De Mattei, Di Maio, Mazzetti, Planelli, Ruffo, Viglione; ha poi curato la pubblicazione, con relativi studi introduttivi, di opere di Sanseverino, Fergola, Colangelo, che rischiavano di patire l’oblio a causa delle loro nette posizioni culturali. Di Mieri è co-direttore della “Rivista di Studi Italiani”, nonché direttore della collana “La tavola di Vico” presso Ripostes. Tra i suoi lavori in corso v’è il coordinamento, insieme con De Jorio Frisari, di un gruppo accademico di studio sulla civiltà napoletana del 1799.

Fernando Di Mieri

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Real dispaccio di Ferdinando IV di Borbone del 1792 sulla “Censuazione de’ Demani” – uno degli ultimi atti controfirmati da Giuseppe Palmieri (economista salentino del ‘700 originario di Martignano, Le)

Posted by on Ott 20, 2019

Real dispaccio di Ferdinando IV di Borbone del 1792 sulla “Censuazione de’ Demani” – uno degli ultimi atti controfirmati da Giuseppe Palmieri (economista salentino del ‘700 originario di Martignano, Le)

La foto del presente documento è tratta da Cfr : http://bocchiglieropro.blogspot.it/2014/

E’ presente anche il marchese Giuseppe Palmieri (economista salentino del ‘700 originario di Martignano, Le), nel seguente Real Dispaccio del 1792 inerente la “Censuazione de’ Demani“. Il documento è un manoscritto che reca la firma di Ferdinando IV di Borbone (1759-1825).

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A Tropea la Solenne Investitura dell’Ordine Costantiniano alla presenza della Principessa Beatrice di Borbone della Due Sicilie

Posted by on Ott 10, 2019

A Tropea la Solenne Investitura dell’Ordine Costantiniano alla presenza della Principessa Beatrice di Borbone della Due Sicilie

Si svolgerà il prossimo 26 ottobre, presso la concattedrale di Maria Santissima di Romania, a Tropea la Solenne Investitura dei neo Cavalieri e della Dame del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio della Delegazione Calabria. Si tratta di un Ordine Equestre le cui origini, per tradizione, vengono fatte risalire all’Imperatore Costantino, dopo l’apparizione della Croce a Saxa Rubra, ed è pertanto considerato uno dei più antichi ordini cavallereschi. Si propone la propagazione della Fede, la glorificazione della Croce e dà il suo contributo d’azione e di attività nelle opere di Assistenza Sociale ed Ospedaliera.
La celebrazione eucaristica sarà presieduta dall’Arcivescovo emerito di Reggio Calabria-Bova Monsignor Vittorio Luigi Mondello, Cavaliere di Gran Croce Ecclesiastica e Priore della Delegazione Calabria alla presenza di S.A.R. la Principessa Beatrice di Borbone, Gran Prefetto dell’Ordine Costantiniano.

Durante la giornata nella splendida cornice dell’importante cittadina tirrenica è previsto il conferimento della medaglia d’oro, del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, al Gonfalone della città di Tropea. L’importante onorificenza costantiniana è stata concessa dal Principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie, capo della Real Casa e Gran Maestro dell’Ordine Costantiniano “per la nobile storia di questa antica città, per il lustro dei personaggi che ne hanno avuto i natali e per il lavoro di recupero culturale ed identitario avviato dall’Amministrazione comunale e dal suo sindaco”.
In occasione della giornata sono previste una serie di iniziative culturali che verranno diramate nei prossimi giorni a suggellare la straordinarietà dell’evento. che rappresenta un importante momento di fede cristiana e di crescita culturale. Inoltre è prevista una nutrita partecipazione di cavalieri e dame che da diverse regioni del Paese raggiungeranno Tropea per la significativa giornata. Ad annunciare l’evento sono stati Don Gianpietro dei Principi Sanseverino dei Baroni di Marcellinara, delegato della Calabria, e il Grande Ufficiale Aurelio Badolati, delegato vicario della Calabria.

fonte https://www.lapiazzatropea.it/a-tropea-la-solenne-investitura-dellordine-costantiniano-alla-presenza-della-principessa-beatrice-di-borbone-della-due-sicilie-03102019?fbclid=IwAR00D9w6dGJh8J7Vl5J1OEJfsLeGg0KbBBj6fTxfcR1QyUzNhqpKAr6chy0

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Real dispaccio di Ferdinando IV di Borbone del 1792 sulla Censuazione de’ Demani – uno degli ultimi atti controfirmati da Giuseppe Palmieri

Posted by on Ago 1, 2019

Real dispaccio di Ferdinando IV di Borbone del 1792 sulla Censuazione de’ Demani – uno degli ultimi atti controfirmati da Giuseppe Palmieri

Real dispaccio di Ferdinando IV di Borbone del 1792 sulla “Censuazione de’ Demani” – uno degli ultimi atti controfirmati da Giuseppe Palmieri (economista salentino del ‘700 originario di Martignano, Le)

E’ presente anche il marchese Giuseppe Palmieri (economista salentino del ‘700 originario di Martignano, Le), nel seguente Real Dispaccio del 1792 inerente la “Censuazione de’ Demani“. Il documento è un manoscritto che reca la firma di Ferdinando IV di Borbone (1759-1825). Dal 1769 re Ferdinando pubblicò il suo primo editto in cui tracciava un vasto programma di riforme del Regno, sino al 1789, quando venne pubblicato il celebre “statuto Origine della popolazione di San Leucio”, quei venti anni sono indicati come l’”Età d’oro” dell’Illuminismo di fine Settcento, segnato da riforme giuste finalizzate al benessere del regno di re Ferdinando di Borbone; ma anche sul finire del 1700 si verificarono imponenti reazioni antigiacobine così come apparvero anche le ghigliottine antimonarchiche che di frequente occupavano le piazze delle principali città europee.

Nel 1794, a Napoli, con un processo a 270 persone, fra nobili, borghesi e clero, sospette di simpatie giacobine, si apriva la fase “reazionaria” del Regno di Ferdinando IV.
Sul Palmieri c’è da ricordare che fu tra i primi alla corte di re Ferdinando che dette avvio all’abbattimento del sistema feudale del Regno di Napoli. Nel 1783 durante la reggenza di Ferdinando di Borbone, il Palmieri fu incaricato di dirigere le dogane in Terra d’Otranto; nel 1787 fu nominato tra i membri nel Supremo consiglio delle finanze del Regno di Napoli; nel 1791 fu nominato direttore generale delle finanze del Regno di Napoli ed emanò alcune importanti leggi; come quella per la divisione delle terre demaniali del 23 febbraio 1792; promosse la realizzazione delle strade di Sora, degli Abruzzi, del Sannio e delle Calabrie; favorì l’abolizione del monopolio del dazio delle sete e dello zafferano … Sul Palmieri qui altre informazioni.
Il seguente real Dispaccio è uno degli ultimi atti controfirmati dal nostro Palmieri. il quale morirà nel gennaio 1793.

Ferdinando IV Dei Gratia Rex – D. Pietro Paolo Ramon Brig. De Reali Eserciti di S. M. D. G., e Governatore di questa provincia di Calabria Citra. = Magnifici Amministratori dell’Università de’ rispettivi luoghi di questa provincia vi significamo come è pervenuta a Noi il seguente Real Dispaccio = Doppo la pubblicazione del Real Esito per la Censuazione de’ Demani, essendo pervenuti al Re de’ ricorsi di varie Università, che de’ particolari, promovendo con essi de’ dubj, di cui han chiesto lo rischiaramento S. M. per togliere dalle populazioni quella sinistra idea, che il privato fine, il vantaggio particolare han fatto concepir loro sull’esecuzione del mentovato Editto, ha comandato, che i Presidi faccino noto alle Università tutte delle rispettive province di esser stato il medesimo formato per gli impulsi del Paterno suo Real Animo sempre intento a’ procurare a’ suoi sudditi ogni possibile sollievo per cui vuol quello eseguito. Ed affinché nella di lui esecuzione si produca la maggiore esattezza; E’ sua Real volontà che da ogni Università si eleggano sei deputati, i quali propongono quanto stimano di doversi praticare, senza intanto procedere ad atto alcuno, ma bensì attendere la Sovrana Determinazione. Il Consiglio di Finanza lo partecipa nel suo Real nome ai V.S.Illustissimi per lo adempimento di sua parte. Napoli 14 maggio 1792 = Giuseppe Palmieri = Sig. Preside di Cosenza = Che però abbiamo spedito il presente col quale dicemo, ed ordinamo a Voi sudetti di dovere eseguire tutto e quanto col trascritto Real Dispaccio viene Sovranamente stabilito, il presente torni a noi colla dovuta relata da farsine da rispettivi cancellieri locali, e come il presente corriere porta quattro circolari, ed un solo si è ordinato il pagamento del pedatico, per non gravare le Università, ed all’incontro dovendo trattenere per l’esarazione della copia che debbano esararsi da cancellieri, e quelli diretti alle Corti da’ Mastrodatti delle medesime, li pagherete per ragioni di mora grana dodici più il pedatico, atteso si manda per Real servizio di S.M. e cossi Cosenza li 30 maggio 1792 Ramon = L’Ill. Sig. Presidse col visto = Rapollo = Spadafora pro segretario vi è il sugello impresso Notificato a 18 giugno 1792“.


Altre utili info sul regno di Ferdinando IV di Borbone inerenti il Salento nel 1792 le ho trovate nel “Calendario e Notiziario della Corte” in questo ulteriore link Cfr : https://books.google.it/


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