Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

3 C’’E UNA GIOIA NEL CUORE NAPOLI‘E TORNATO CAMPIONE (XI)

Posted by on Lug 15, 2023

3 C’’E UNA GIOIA NEL CUORE NAPOLI‘E TORNATO CAMPIONE (XI)

“Scorsa estate”

La numerazione di questi capitoletti salta dal 9 all’11: il 10 non c’è e non si tocca: è cosa solo di Diego!

E’ certo che se la scorsa estate qualcuno mi avesse detto che io adesso stavo scrivendo tutto questo ben di Dio lo avrei preso minimo, minimo per pazzo.

Invece è esattamente così dunque: AMMENN!

Ah, a proposito di Diego, comunico che all’esito di tutto quanto sopra lo stadio partenopeo, già San Paolo, poi momentaneamente ed istantaneamente San Palo (in occasione di Napoli 1 inter 0 del primo indimenticabile Napoli di Sarri), di seguito istituzionalmente Maradona, oggi è definitivamente, “vox populi, vox Dei”, SAN DIEGO, perché evidentemente in tutto ciò che quest’anno è accaduto non non esserci anche lo zampino (forse pure qualcosa in più!) della manodedios!

brigante Martummè

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Napoli e Calabria, due luoghi uniti nel cuore d’origine (III)

Posted by on Lug 13, 2023

Napoli e Calabria, due luoghi uniti nel cuore d’origine (III)

Invece la storiografia ufficiale del razzismo unitario bandisce tale verità, passandolo come un carnefice. L’abate Domenico Sacchinelli che aveva seguito Ruffo e l’insorgente popolo con il ruolo di Segretario dell’Armata sanfedista ci dà la sua opinione veritiera: “Tutte quelle sanguinose battaglie date dall’armata del Cardinale, raccontate dagli scrittori Coco (Cuoco), Botta e Colletta, con incendi e saccheggi delle città di Cosenza, di Rossano, di Paola ecc. furono tutte favole sognate da’ detti scrittori”.

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MOZART NON VENNE RICEVUTO ALLA CORTE DI NAPOLI ALESSANDRO PARENTE SI

Posted by on Lug 11, 2023

MOZART NON VENNE RICEVUTO ALLA CORTE DI NAPOLI ALESSANDRO PARENTE SI

Leggendo il titolo certamente qualcuno penserà che non ci sto tanto con la testa e certamente sotto certi aspetti è così, ma facendo i dovuti e rigorosi distinguo qualcosa di vero c’è infatti più di 200 anni fa il padre di Mozart volle portare il suo pargolo a Napoli perché mentre in Europa di maestri di Musica si potevano contare in un solo palmo della mano nella capitale della Cultura ce ne erano più di 300 che potevano far crescere il figlio dal punto di vista artistico, questa è la versione ufficiale ma forse…, anche se Ferdinando IV si rifiuto di riceverlo a corte per ascoltarlo affermando “sai quann uagliunciell a napule ce stanno che sann sonà meglio de is!!!”. Poco incise nella carriera artistica di Mozart il diniego del Re e nonostante le molte zone d’ombra, la sua stella brilla ancora oggi di luce intensa mentre Alessandro Parente da semplice sonatore d’organetto proveniente da Coreno Ausonio in alta Terra di Lavoro, insieme al suo caro nipote Laerte Scotti e ai suoi ragazzi della “Scatola del Vento”, ha suonato alla corte di Carlo Faiello a Napoli nei pressi di Santa Chiara.
Alessandro ha mietuto successi in tutto il mondo anche al fianco di celebrità come Battiato o Branduardi ma sapeva perfettamente che per chiudere il cerchio e sentirsi pienamente appagato come artista doveva passare per Napoli, il motivo Riccardi Muti lo ricorda spesso, e portare l’organetto nella capitale della Musica e della Cultura per mettere un punto fermo e indelebile nella sua carriera e far conoscere lo strumento gitano ai napoletani sotto un altra veste. Alessandro da tempo aveva in testa questa cosa e nonostante la mille difficolta e le tante volte che sembrava saltasse tutto, non ha mollato e con la “capa tosta” tipica degli aurunci, dei corenesi e dei laborini il 18 di giugno s’è esibito con i suoi ragazzi a Napoli incurante dell’infelice collocazione temporale. Già ho ringraziato Alessandro Parente per le belle parole che mi ha riservato all’apertura del concerto dove ha voluto, prima di ogni cosa, iniziare narrando la storia della sua terra, della sua gente e della sua famiglia partendo con un assolo suonato con l’organetto di 90 anni fa che appartenva a “Zi Vicienz” che da eroe di guerra diventò un grande “sonatore” d’organetto ispirando la carriera di Alessandro che con molta pazienza ha programmato la serata come lui voleva, senza incertezze e paure pur sapendo di stare nel luogo più cinico e spietato al mondo per gli artisti facendo sfoggio di tutta la sua aristocraticità tipica dei contadini e pastori della sua terra che se durante la settimana si spaccavano la schiena per il duro lavoro, la domenica andavano a messa vestiti eleganti e con il fiore all’occhiello vissuti in un’ epoca quando non avevano bisogno di essere comunisti per essere rispettati e stimati. Personalmente ne ho visto molti di concerti della “Scatola del Vento” ma quello di Napoli ha rasentato la perfezione, sarà stata l’aria napoletana, sarà stato che hanno suonato dove si sono esibiti i grandi della musica mondiale di ogni epoca ma tutti i ragazzi erano concentrati attenti a seguire il loro m.so, Alessandro, con Laerte Scotti che da buon capitano ha arricchito il concerto mettendosi a disposizione dei più giovani e sciorinando degli assoli che ha lasciato incantati. Una menzione a parte la merita Daniele Sepe ospite d’onore della serata che s’è messo a servizio dei ragazzi prima che con il suo Sax e con la sua musica, con il carico umano apparso fin da subito dimostrando grande affetto e stima verso i suoi cari amici , non c’è niente da fare l’umiltà appartiene ai grandi. Prima di invitarvi a vedere il concerto integrale del 18 di giugno 2023 una parola va all’altro protagonista della serata che con grande umiltà s’è messo a sedere come normale spettatore per godersi lo spettacolo e che senza di lui “La Scatola del Vento” non sarebbe arrivata a Napoli e parlo di Carlo Faiello che dopo i zampognari ha vinto un’altra scommessa          

Claudio Saltarelli

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Napoli e Calabria, due luoghi uniti nel cuore d’origine (II)

Posted by on Lug 11, 2023

Napoli e Calabria, due luoghi uniti nel cuore d’origine (II)

Le province napolitane assistettero tristemente alle spoliazioni culturali, ai saccheggi e alle ruberie degli invasori francesi e dei collaboratori giacobini e non ebbero altre alternative se non quello di ribellarsi all’occupazione di manu militari violenta, a partire dalla Calabria che, prendendo spunto dall’eroismo patriottico dei lazzari di Napoli compiuto nelle tre giornate del 21-23 gennaio del 1799, si oppose alla tirannia giacobina grazie all’impresa del cardinale riformatore Fabrizio Ruffo, il quale sbarcò a Catona nel febbraio e si mise in marcia con il suo esercito del popolo, composto ovviamente da contadini, borghesi, ex-militari napolitani, ex-delinquenti e tutti gli abitanti che non riconoscevano le idee della Francia e dei collusi giacobini.

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Napoli e Calabria, due luoghi uniti nel cuore d’origine

Posted by on Lug 10, 2023

Napoli e Calabria, due luoghi uniti nel cuore d’origine

L’amore verso la terra è diventato un sentimento comune per tutti coloro che l’hanno vissuta e continuano a viverla fino in fondo, arrivando a conoscere i suoi valori soprattutto morali. Sebbene potrebbe favorire la manifestazione di un certo patriottismo, quel sentimento che fa muovere a ogni individuo alla ricerca di fatti e di verità che né la sua scuola né il suo governo si permisero di inserirli sui libri di cultura, preferendo l’inganno anziché la realtà.

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