Posted by altaterradilavoro on Giu 13, 2021
La reazione armata delle popolazioni del Regno di Napoli – organizzate in gran parte nell’esercito della Santa Fede – contro la Repubblica Napoletana del 1799, va inserita nel più ampio contesto del così detto Triennio Giacobino (1796-1799) o, cambiando angolo di visuale, dell’Insorgenza (1796-1815), cioè dell’insieme delle sollevazioni contro-rivoluzionarie e antinapoleoniche in Italia.
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Posted by altaterradilavoro on Mag 24, 2021
Fondata nella seconda metà dell’anno Mille, è la suggestiva testimonianza di un passato ricco di storia
I resti archeologici dell’abbazia benedettina sono situati in località Terravecchia di Sant’Eufemia (Torrevecchia) e rientrano in un ampio parco immerso negli uliveti a pochi passi dal vicino sito archeologico di Terina, antica colonia greca.
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Posted by altaterradilavoro on Apr 13, 2021
Dopo i contrasti, per questioni economiche, del 1840 tra il Regno delle Due Sicilie e il governo inglese, Ferdinando II si isolò rafforzando il regime autoritario all’interno del suo regno. Così il 25 luglio del 1844 fece fucilare i ribelli fratelli Bandiera e altri sette compagni nel vallone di Rovito, nei pressi di Cosenza.
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Posted by altaterradilavoro on Mar 5, 2021
CAPITOLO III
L’«ETÀ D’ORO» DI FERDINANDO
La prima cosa che si sente dire di Ferdinando IV, successore di Carlo VIII al Regno di Napoli, è che fu incolto e grossolano. Infatti, cominciano col dire i suoi biografi, ebbe come precettore il Principe di San Nicandro, grande cavalcatore, grande schermitore, grande bevitore ma affatto versato nelle buone maniere, nelle lettere e nelle arti. Nulla si dice di Padre Francesco Cardel, dotto e pio gesuita tedesco che ne curò la formazione spirituale e intellettuale né peraltro si ricorda che l’educazione alla politica e agli affari di Stato glie la diede il toscano Bernardo Tanucci, nientepopodimeno.
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Posted by altaterradilavoro on Mar 4, 2021
Carlo VII e il regno insperato
Fra i tanti italiani sparsi nelle corti d’Europa, ce ne fu uno, proprio a Madrid che, nella generale decadenza dei regni cattolici, riuscì a riportare la Spagna, anche se ancora per poco, alle antiche glorie: Giulio Alberoni, piacentino che, dalla protezione della piccola corte dei Farnese che gli avevan permesso di studiare, giunse ad essere primo ministro di Filippo V. Questo sacerdote mitissimo e geniale, che da umilissime origini salì, poi, fino alla porpora cardinalizia, rimasto sempre fedele e grato ai suoi benefattori, quando il suo sovrano restò vedovo e volle risposarsi, fece in modo che la scelta cadesse su Elisabetta, unica erede del Ducato di Parma e Piacenza.
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