Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

1799: Rivoluzione e Contro-Rivoluzione nel Regno di Napoli.

Posted by on Giu 13, 2021

1799: Rivoluzione e Contro-Rivoluzione nel Regno di Napoli.

La reazione armata delle popolazioni del Regno di Napoli – organizzate in gran parte nell’esercito della Santa Fede – contro la Repubblica Napoletana del 1799, va inserita nel più ampio contesto del così detto Triennio Giacobino (1796-1799) o, cambiando angolo di visuale, dell’Insorgenza (1796-1815), cioè dell’insieme delle sollevazioni contro-rivoluzionarie e antinapoleoniche in Italia.

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«QUANDO NAPOLI ERA CAPITALE» di GIUSEPPE PIANELLI (X)

Posted by on Mar 5, 2021

«QUANDO NAPOLI ERA CAPITALE» di GIUSEPPE PIANELLI (X)

CAPITOLO III 

L’«ETÀ D’ORO» DI FERDINANDO

La prima cosa che si sente dire di Ferdinando IV, successore di Carlo VIII al Regno di Napoli, è che fu incolto e grosso­lano. Infatti, cominciano col dire i suoi biografi, ebbe come precettore il Principe di San Nicandro, grande cavalcatore, grande schermitore, grande bevitore ma affatto versato nelle buone ma­niere, nelle lettere e nelle arti. Nulla si dice di Padre Francesco Cardel, dotto e pio gesuita tedesco che ne curò la formazione spirituale e intellettuale né peraltro si ricorda che l’educazione alla politica e agli affari di Stato glie la diede il toscano Bernardo Tanucci, nientepopodimeno.

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«QUANDO NAPOLI ERA CAPITALE» di GIUSEPPE PIANELLI (IV)

Posted by on Mar 4, 2021

«QUANDO NAPOLI ERA CAPITALE» di GIUSEPPE PIANELLI (IV)

Carlo VII e il regno insperato


Fra i tanti italiani sparsi nelle corti d’Europa, ce ne fu uno, proprio a Madrid che, nella generale decadenza dei regni cattolici, riuscì a riportare la Spagna, anche se ancora per poco, alle antiche glorie: Giulio Alberoni, piacentino che, dalla protezione della piccola corte dei Farnese che gli avevan permesso di studiare, giunse ad essere primo ministro di Filippo V. Questo sacerdote mitissimo e geniale, che da umilissime origini salì, poi, fino alla porpora cardinalizia, rimasto sempre fedele e grato ai suoi benefattori, quando il suo so­vrano restò vedovo e volle risposarsi, fece in modo che la scelta ca­desse su Elisabetta, unica erede del Ducato di Parma e Piacenza.

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