Posted by altaterradilavoro on Dic 22, 2019
Camillo Benso di Cavour in una lettera del dicembre 1860 si era
raccomandato di avere una rappresentanza napoletana ridotta (e addomesticata,
aggiungiamo noi):
“Mi restringo a pregarlo a fare ogni sforzo onde si acceleri la
formazione delle circoscrizioni elettorali, vedendo modo di darci il minor
numero di deputati napoletani possibile. Non conviene nasconderci che avremo
nel Parlamento a lottare contro un’opposizione formidabile[…]“.
Lettera a G. B. Cassinis * 8 dicembre 1860 – Riportata
in
Storia del brigantaggio dopo l’Unità di Franco Molfese – Feltrinelli – 1966
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Posted by altaterradilavoro on Nov 26, 2019
Alessandro Bianco è capitano di Stato Maggiore nell’esercito italiano,ed ba dettato un libro sul brigantaggio, di cui giova riprodurre taluni brani che hanno rapporto, sia con le cause del brigantaggio, sia con i famosi accordi coi generali francesi.
Ma chi è il Capitano Bianco ?
Il figlio d’un illustre esule, dell’autore del libro sulla guerra per bande, d’un compagno di Mazzini, d’un ufficiale di quelle patriottiche legioni piemontesi che nel 1821 gridarono libertà e indipendenza.
Carlo Bianco di Torino era nato a Torino di nobile e ricca famiglia; ma di buon’ora aveva preferito la causa del popolo a quella dei principi del diritto divino ed a quella causa malgrado le sofferenze, gli stenti, il lungo esilio rimase saldissimo fino alla morte.
Il figlio non diverso dal padre conoscemmo giovanissimo a Marsiglia e ci è grato trovarlo nel suo libro qual’era allora, cioè nè adulatore, nè servile..
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Posted by altaterradilavoro on Nov 24, 2019
Seguo con molta attenzione la rubrica La parola ai lettori che lei dirige egregiamente e con imparzialità.
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Posted by altaterradilavoro on Nov 20, 2019
Il 6 agosto 1993, nel quadro del convegno su La contrarrevolución legitimista (1688-1876), organizzato dall’Università Complutense di Madrid a San Lorenzo de El Escorial, Francesco Pappalardo ha tenuto una relazione su Il brigantaggio, di cui presentiamo il testo riveduto e annotato.
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Posted by altaterradilavoro on Nov 19, 2019
Si manifestò con: lo stato d’assedio, le fucilazioni in piazza, i processi addomesticati e truccati quando occorreva, le migliaia di deportati nei campi di concentramento al confino.
La legge Pica aboliva qualsiasi garanzia costituzionale (La Marmora ordinò ai procuratori di “non porre in libertà nessuno dei detenuti senza l’assenso dell’esercito”).
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