Posted by altaterradilavoro on Feb 26, 2020
Aspetti politici, sociali e individuali di una guerra civile
Il protagonista principale di questo saggio è Nunziato Di Mecola, un contadino nativo di Arielli (Chieti), che tra il 2 dicembre 1860 e il 6 gennaio 1861 capitanò una banda armata capace di trascinare con sé centinaia e centinaia di abitanti dei comuni contigui, mettendo a ferro e fuoco la provincia chietina in nome della restaurazione del governo borbonico di Francesco II.
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Posted by altaterradilavoro on Dic 31, 2019
Se questo testo ha un difetto, per noi, è il periodo di tempo a cui e’ dedicato. Peccato che non tratti un periodo più lungo. Ci sono dei testi di parte borbonica che meritano di essere conosciuti e presi in considerazione nel ricostruire la storia del regno delle Due Sicilie.
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Posted by altaterradilavoro on Dic 30, 2019
1. L’AUTONOMISMO OLIGARCHICO DEL PATRIZIATO E DEI BARONI NEL REGNO
La nobiltà cittadina di Napoli, al pari di quella municipale francese “Noblesse de cloche” ha partecipato al secolare funzionamento del sistema di governo urbano e di quello del Regno, mantenendo nel tempo un evidente livello di autonomia, rispetto al potere centrale reale e papale, nonché garantendo il rispetto dei princìpi di decentramento e partecipazione nell’amministrazione.
La storia di Napoli, capitale del regno è, quindi, legata da un vincolo simbiotico con quella delle tante famiglie patrizie, con loro genealogie ed ascendenti ivi residenti nel corso dei secoli. Questi gruppi familiari, che scelsero di vivere in determinate aree della città e del regno con proprie regole e nel rispetto di tradizioni e costumanze locali sin dall’origine dell’antica Partenope, sono stati presenti quali importanti protagonisti della crescita urbanistica e sviluppo economico dell’Urbe.
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Posted by altaterradilavoro on Dic 26, 2019
Al Sud c’erano i briganti; i piemontesi li eliminarono (grazie, nè?). È quello che avevo sempre creduto e mi era stato insegnato, ma quasi di sfuggita e malavoglia, pure a scuola, come non fosse il caso di rinnovare un’antica vergogna. E non mi dispiaceva: avevo visto le foto seppiate dei cadaveri di malandrini e delle loro donne, nudi come selvaggi (ma denudati dai civilizzatori); le teste mozzate da inviare a lombrosiani ricercatori di caratteri e fisionomia del perfetto delinquente (meridionale, ovvio, per natura). Nel film ci era toccata la parte del cattivo.
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Posted by altaterradilavoro on Dic 14, 2019
Si è scritto molto sulla cosiddetta “Questione Meridionale”, libri, trattati, saggi, tesi, Leggi, normative e regolamenti ma infine si è fatto poco o niente.
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