Alta Terra di Lavoro

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Giulio Tatasciore Bandito o brigante? Il caso di Nunziato Di Mecola nella provincia di Chieti (1860-63)

Posted by on Feb 26, 2020

Giulio Tatasciore Bandito o brigante? Il caso di Nunziato Di Mecola nella provincia di Chieti (1860-63)

Aspetti politici, sociali e individuali di una guerra civile

Il protagonista principale di questo saggio è Nunziato Di Mecola, un contadino nativo di Arielli (Chieti), che tra il 2 dicembre 1860 e il 6 gennaio 1861 capitanò una banda armata capace di trascinare con sé centinaia e centinaia di abitanti dei comuni contigui, mettendo a ferro e fuoco la provincia chietina in nome della restaurazione del governo borbonico di Francesco II.

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Il governo dei Nobili a Napoli: Autonomismo, decentramento, partecipazione governativa dei Seggi cittadini.

Posted by on Dic 30, 2019

Il governo dei Nobili a Napoli: Autonomismo, decentramento, partecipazione governativa dei Seggi cittadini.

1. L’AUTONOMISMO OLIGARCHICO DEL PATRIZIATO E DEI BARONI NEL REGNO

La nobiltà cittadina di Napoli, al pari di quella municipale francese “Noblesse de cloche” ha partecipato al secolare funzionamento del sistema di governo urbano e di quello del Regno, mantenendo nel tempo un evidente livello di autonomia, rispetto al potere centrale reale e papale, nonché garantendo il rispetto dei princìpi di decentramento e partecipazione nell’amministrazione.

La storia di Napoli, capitale del regno è, quindi, legata da un vincolo simbiotico con quella delle tante famiglie patrizie, con loro genealogie ed ascendenti ivi residenti nel corso dei secoli. Questi gruppi familiari, che scelsero di vivere in determinate aree della città e del regno con proprie regole e nel rispetto di tradizioni e costumanze locali sin dall’origine dell’antica Partenope, sono stati presenti quali importanti protagonisti della crescita urbanistica e sviluppo economico dell’Urbe.

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SIAMO BRIGANTI DI PINO APRILE

Posted by on Dic 26, 2019

SIAMO BRIGANTI DI PINO APRILE

Al Sud c’erano i briganti; i piemontesi li eliminarono (grazie, nè?). È quello che avevo sempre creduto e mi era stato insegnato, ma quasi di sfuggita e malavoglia, pure a scuola, come non fosse il caso di rinnovare un’antica vergogna. E non mi dispiaceva: avevo visto le foto seppiate dei cadaveri di malandrini e delle loro donne, nudi come selvaggi (ma denudati dai civilizzatori); le teste mozzate da inviare a lombrosiani ricercatori di caratteri e fisionomia del perfetto delinquente (meridionale, ovvio, per natura). Nel film ci era toccata la parte del cattivo.

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