Passeggiando tra i vicoli del rione Sanità di Napoli, ci si può imbattere, tra l’altro, in curiose cappellette, note come “grotte” delle anime del purgatorio. All’interno di queste la scena che si presenta è sempre la stessa, anime oranti avvolte tra le fiamme che a braccia aperte cercano una preghiera a loro dedicata, quella che in napoletano è definita “rinfresco”, ovvero una sorta di sollievo dalle pene inflitte dal calore del fuoco che le attornia.
Non appena si nomina la Repubblica napoletana del 1799, il nostro pensiero vola, alto, a quelle poche decine di personaggi di estrazione nobile o altoborghese (costituenti il fior dell’intellettualità napoletana del periodo), furono giustiziati, soprattutto per volere dell’ammiraglio Nelson, dopo che in Napoli rientrò il legittimo Sovrano. Delle centinaia, forse migliaia, di nostri morti, appartenenti alle classi più umili della popolazione, trucidati senza neanche la farsa di un processo, nessuno si ricorda. Anzi, sembra quasi ci si vergogni di loro.
in Canti e Ritmi per le ‘Immagini della Madonna dell’Arco’ *.
– Belli Tamburi di Antonio Bruno con la partecipazione della cantante cilentana Paola Salurso in E il mondo si fece giallo * –
Il Tarantismo nella zona di confine tra Cilento e Lucania –
Focus su Antonio Infantino.
– I Virtuosi della Tarantella di Paternopoli –
La Danza Irpina da ‘Carnevale si chiama Vincenzo’ * (Av).
– Le Feste dei Poveri *
– Pastellesse Sound Group – i Bottari e la Tradizionale Battuglia di Macerata Campania (Ce) con la partecipazione di Extra Polo (from La Famiglia), Monica Assante di Tatisso, Antonella Maisto.
– Biagio Di Prisco: Il Canto Antico dell’Agro Nocerino Sarnese (Sa)
– Le Assurd – Folle e femminile Quartetto per una straripante voglia di danzare (Bn)
– Tosca: Auguri a Roberto De Simone nel 90° anniversario della sua nascita.
* Ricerche, Foto e Saggi di Annabella Rossi
Info: 338 8615640 – Domus Ars 081 3425603
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Pierluigi Moschitti personaggio particolare che abbiamo avuto modo di conoscere quando ci ha concesso un’intervista qualche mese fa. Quando ci parli non capisci se gli stai antipatico o simpatico, se sta incazzato o contento, parla poco e non dice mai una parola fuori posto ma ti guarda sempre negli occhi senza abbassare lo sguardo e se una cosa non gli piace te la dice senza accampare scuse ed è per questo che capisci perché da anni, fin da quando era un semplice deejay negli anni 70, organizza, gestisce e suona per se e per gli altri eventi perchè, cosi facendo, garantisce certezza, serietà ed impegno a tutte le persone che chiedono le sue prestazioni. Come tanti musicanti che suonavano negli anni novanta, anche lui s’è convertito alla musica popolare sulla moda innescata da Roberto De Simone e Taranta Power di Eugenio Bennato e grazie alla sua bravura e serieta per anni ha suonato un po in tutta Italia creando vari gruppi musicali ma, ad un certo punto, ha capito che rischiava di diventare un apolide della musica popolare e aveva bisogno di seguire un’identità tra le tante della sua Terra, quella di Lenola e della Terra di Lavoro, e dell’antico Regno di Napoli scegliendo quella del Brigantaggio Insorgente fondando il gruppo “I Briganti dell’Appia”. Prendendo come forma di ispirazione la più famosa strada del mondo, l’Appia, Pierluigi con il gruppo cantano e suonano pezzi legati al brigantaggio insorgente e musiche identitarie e tradizionali dei territori dove passa l’antica strada romana. Questa primavera sono stato a sentire un loro concerto nel piccolo ma bel teatro di Sperlonga che ripropongo integralmente di seguito
L’articolo intende mettere in luce alcuni problemi dovuti al gran numero di terreni paludosi presenti in tutte le province del Regno di Napoli con note su alcune delle carte geografiche e topografiche che illustrano il problema. Nel secondo paragrafo è illustrata la realtà della bonifica dei Regi Lagni, iniziata già in epoca aragonese e portata a compimento dal Vicerè Pedro de Toledo.