Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

LUIGI GIURA? IL COMITATO RIMETTE LE COSE A POSTO

Posted by on Ott 15, 2020

LUIGI GIURA? IL COMITATO RIMETTE LE COSE A POSTO

Da bambino mio nonno, “Ntuniucc gliu siciliano”, mi accompagnava all’età adulta portandomi al cinema a Scauri, ricordi di una bellezza unica, e passando sul Ponte del Garigliano, abitava a Casamare di Sessa, guardavamo il Real Ponte Ferdinando che sulla sinistra ci appariva pensando che fosse un antico Ponte Romano e per molti pensavo che lo fosse anche perché era un’opinione diffusa.

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CAPRILE DI ROCCASECCA SEDE DEL PREMIO TERRA LABORIS 2020

Posted by on Set 1, 2020

CAPRILE DI ROCCASECCA SEDE DEL PREMIO TERRA LABORIS 2020

Nato da un’idea di Fiorentino Bevilacqua e accolto e sviluppato dall’Ass.Id.Alta Terra di Lavoro, di cui è vice presidente, nell’anno 2020 e nonostante le difficoltà per le note vicende covid, si terrà la quinta edizione del Premio Terra Laboris e verrà organizzato per la prima volta in provincia di Frosinone nel cuore dell’alta Terra di Lavoro ed esattamente a Caprile di Roccasecca uno splendido borgo dai tratti architettonici napolitani ai piedi della montagna Sacra che si affaccia sulla Valle del Liri ribattezzata dai geologi Valle Latina.

Caprile sede della bellissima Chiesa Santa Maria delle Grazie

un tesoro di culto, di arte e architettura napolitana che ospita sul campanile un orologio a corda di epoca Borbonica, pare sia un unicum europeo, e che si trova all’inizio del percorso che porta all’Eremo di Monte Asprano anche in questo caso custode opere uniche e ricche di storia come di seguito Fernando Riccardi ci ha brillantamente esposto.

Da alcune informazioni avute in questi ultimi giorni sembra che Caprile sia diventata anche il Borgo dei capperi che crescono spontaneamente e rigogliosi.

Nello stile dell’Ass.Id. Alta Terra di Lavoro anche quest’anno ci saranno altre associazioni che accompagneranno la serata e daranno una mano all’organizzazione della giornata, ricordiamo che verranno rigorosamente rispettati i protolli covid-19 governativi, e alle consuete Albero di Holda, Comitato Luigi Giura, Ro Centimbero e Gli Ariella di Cellole quest’anno si aggiungono l’ Ass. P.A.M.A. e Le Tre Torri entrambe di Roccasecca.

Oltre alle aziende vincitrici delle precedenti edizioni saranno presenti altre eccellenze del territorio che contribuiranno con la loro presenza alla riuscita della quinta edizione del Premio Terra Laboris a cui daremo, come nostra abitudine, un trattamento particolare nei prossimi giorni.

Il vintore della quinta edizione del Premio Terra Laboris è La Birra Artigianale Terra di Lavoro e la sezione scientifico cultura è il poeta e scrittore Laborino Walter De Santis.

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L’OGGETTIVITA’ SOTTOMETTE LA SOGGETTIVITA’ CON ARMANDO CALENZO

Posted by on Lug 13, 2019

L’OGGETTIVITA’ SOTTOMETTE  LA SOGGETTIVITA’ CON ARMANDO CALENZO

Con la nascita dell’Umanesimo, quello con la u maiuscola, del relativismo e del giacobinismo la soggettività ha preso il sopravvento sull’oggettività e per arrivare a questo hanno creato l’era della menzogna e della congiura  inventandosi l’opinione pubblica per poterla condizionare e guidare. Nell’arte ma nella cultura in genere, si sono inventati la figura del critico che quasi sempre segue la volontà del potere che lo stipendia o che gli ha fatto fare carriera con il solo risultato di vedere pittori, scrittori, scultori, musicisti, letterati, attori ecc ecc che anche se sono dotati di scarso talento passano per grandi artisti riuscendo a vivere una vita agiata. In Italia poi c’è la partitocrazia che estremizza questo stato di cose rendendo ancora più triste lo scenario già desolante soprattutto da quando la sinistra, da circa 40 anni, ha preso il totale controllo della cultura. Vediamo film che sono dei clamorosi flop che se non fossero finanziati dallo stato non riuscirebbero nemmeno a girare una scena, attori che basta che fanno una scuola accreditata pensano di stare a scrivere la storia della recitazione, per non parlare del teatro dove vogliono inculcarci lo stile contemporaneo , che capiscono solo loro, che nessuno vuol vedere ma resiste per il solito finanziamento pubblico facendoci credere che siamo noi comuni mortali che non comprendiamo per non ammettere che sono solo residuati bellici del futurismo. Non è cultura se non si parla del disagio giovanile, della violenza sulle donne o del fenomeno dell’immigrazione mentre tutto il resto non serve a nulla alla faccia della libertà che in teoria vuol dire democrazia ma nei fatti è demagogia.  

Per fortuna nonostante la desertificazione del territorio culturale qualche fiore si riesce sempre a trovare e senza andare a scomodare i grandi nomi possiamo trovare, nel nostro piccolo, dei talenti che anche se sconosciuti realizzano dei lavori che sono vere opere d’arte, uno di questi è certamente Armando Calenzo colonna portante dell’associazione culturale gli Ariella e punto di riferimento della comunità di Cellole una volta casale del Ducato di Sessa. L’Ass. Id. Alta Terra di Lavoro nel premio Terra Laboris, quest’anno giunto alla quarta edizione, dopo aver avuto la fortuna di vedere Geri De Luca premiare i vincitori con le sue lavorazioni pittoriche, ha avuto una seconda fortuna con Armando che come componente degli Ariella ha premiato i due vincitori 2019 con due autentiche opere d’arte, due sculture in rame su legno d’ulivo preso dal suo giardino. Armando con queste opere ha fatto capire a noi identitari e amanti della tradizione, che dobbiamo ancora avere la forza di lottare per la battaglia che si sta combattendo contro il razionalismo, l’illuminismo e il nichilismo e che se siamo in questo momento in difficoltà non dobbiamo mollare perchè possiamo ancora farcela. Armando non è un figlio della sua Terra, la Terra di Lavoro, ma è un pezzo della sua Terra che è fuoriuscito dal suolo come un ulivo che da tempo e per molto tempo ancora vuole nutrirci con le sue pregiate olive, di seguito le sue opere in primo piano che non hanno bisogno di commenti o di critici che ci impapocchiano di chiacchiere perché davanti al sublime il limite non è nell’oggetto ma nel soggetto.



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